Ivan Močinić. «Conterà soprattutto la testa»

Sabato sera il Rijeka debutta in casa dello Šibenik. «Un match con mille incognite tra due squadre che hanno cambiato tanto», dice il doppio ex della sfida

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Ivan Močinić. «Conterà soprattutto la testa»
Ivan Močinić ai tempi del Rijeka. Foto: VJERAN ZGANEC ROGULJA/PIXELL

Il Rijeka debutterà nel nuovo campionato sabato sera allo Šubićevac nella tana dello Šibenik. Sulla carta un esordio “soft”, ma in realtà i fiumani ci arrivano con mille incognite tra una rosa rivoluzionata, qualche infortunio di troppo e con la testa già alla delicata sfida con il Djurgarden nei preliminari di Conference League. Dall’altra parte si troveranno un avversario che è stato sottoposto anch’esso a un profondo restyling, iniziato già lo scorso inverno con l’insediamento della nuova proprietà dopo la breve (e un po’ fumosa) parentesi colombiana. Quest’estate è poi cambiato lo staff tecnico, con la panchina affidata all’austriaco di origini croate Damir Čanadi. Gli sebenzani puntano a una salvezza tranquilla e per centrare l’obiettivo hanno puntellato il roster piazzando due ottimi colpi come l’esterno offensivo Ivan Dolček e il centravanti Duje Čop, arrivati in prestito rispettivamente da Hajduk e Dinamo. Una trasferta quindi insidiosa, a maggior ragione dopo la sconfitta nella prova generale per mano del Koper, che di certo non ha contribuito a sollevare il morale della truppa di Dragan Tadić e Fausto Budicin.

Chi conosce bene i dalmati è Ivan Močinić. Negli otto mesi trascorsi a Sebenico l’ex capitano dei biancocrociati è stato bersagliato da numerosi infortuni, arrivando a collezionare un’unica presenza in maglia arancione.

Un calvario infinito
“Ho giocato solamente gli ultimi 20 minuti nel finale della stagione 2020/21 contro l’Osijek, mentre nell’ultimo campionato sono stato in panchina con il Dragovoljac e questo è tutto – ricorda con amarezza ‘Močo’, ex alunno della SEI Gelsi –. Ero arrivato nell’aprile dell’anno scorso con l’obiettivo di ritrovare la condizione e di disputare un paio di partite, invece mi sono fatto male al ginocchio e ho dovuto sottopormi a un intervento al menisco. Ho iniziato regolarmente la preparazione in vista della nuova stagione, giocando anche due amichevoli, ma dopo due settimane ho rimediato un infortunio al quadricipite dovendomi fermare nuovamente per due mesi. Sono rientrato, ma dopo dieci giorni ho avuto un problema all’inguine e altri due mesi di stop. Alla fine ero rimasto fermo tutto il tempo e a gennaio la società ha deciso di rescindere il contratto”.
Rispetto ad allora, lo Šibenik è una squadra completamente nuova. “Penso abbiano cambiato più di tutti quest’estate. È arrivata una vagonata di nuovi giocatori, in larga misura giovani in cerca di affermazione. Oltre a Dolček e Čop è arrivato anche l’austriaco Salomon, un centrocampista di grande esperienza. Alcuni punti fermi della scorsa stagione sono comunque rimasti come il portiere Rogić, Perić in difesa, Ćurić a centrocampo e Delić in attacco. Tra l’altro il nuovo allenatore ha cambiato assetto tattico e ora giocano con la difesa a tre, perciò è chiaro che ci vorrà tempo per trovare la giusta amalgama”.

«Felice per Tadić e Budicin»
Un po’ come nel caso del Rijeka. “L’aspetto più difficile sarà rimpiazzare Drmić, Murić e Pavičić: è dura perdere in una volta sola i tre giocatori più forti. Attacco spuntato? Drmić e Murić sono due giocatori che spostano gli equilibri, di quelli che vedono la porta come pochi altri. Ora là davanti ci sono Obregon e Frigan. Sicuramente le qualità non gli mancano, ma hanno bisogno di tempo e non bisogna caricarli di troppe responsabilità. Alla luce dei tanti cambiamenti, penso che alla fine entrambe le squadre non sappiano cosa aspettarsi da questa partita. Ad ogni modo, il Rijeka resta favorito perché a livello di rosa possiede molte più qualità. La chiave? In una gara con così tante incognite a fare la differenza sarà la testa, ancor prima che la condizione fisica”.
Il match dello Šubićevac segnerà inoltre il debutto anche della coppia Tadić-Budicin. “Con Fausto sono stato compagno di squadra per un breve periodo, mentre ho lavorato assieme a Dragan quand’è stato il vice di Elvis Scoria. Sono felice del fatto che la società abbia deciso di puntare su di loro. Sono due allenatori preparati, hanno maturato una certa esperienza e hanno già dimostrato di saper lavorare in particolare con i giovani, come testimoniano i risultati sulle panchine di Orijent e Hrvatski dragovoljac”.

«Quella doppietta di Halilović…»
Il colpo che ha fatto più rumore è stato indubbiamente l’ingaggio di Alen Halilović, giunto a Rujevica in cerca di rilancio e per scrollarsi di dosso una volta per tutte l’ingombrante etichetta di eterno incompiuto del calcio croato. “Ricordo bene un derby a Cantrida con la Dinamo. Eravamo avanti 2-0, poi lui entrò nella ripresa e segnò una doppietta. Non aveva ancora compiuto 18 anni… Stiamo parlando del più grande talento del calcio croato degli ultimi dieci anni assieme a Mateo Kovačić. Il fatto di essersi trasferito da giovanissimo al Barcellona è forse stato decisivo in negativo per la sua crescita. Di certo non ha dimenticato come si gioca a calcio e a mio avviso il Rijeka è la piazza ideale da cui ripartire, a patto però di ritrovare la miglior condizione e di mettere la testa a posto. E poi è uno di quei giocatori che hanno bisogno di sentire la fiducia dell’intero ambiente, quindi società, compagni di squadra e tifosi. Se tutti questi pezzi dovessero incastrarsi, allora sarà l’arma in più del Rijeka”.
All’orizzonte c’è anche il doppio confronto nel secondo turno preliminare di Conference League con gli svedesi del Djurgarden. Il sorteggio non è stato per nulla benevolo assegnando ai fiumani l’avversario più ostico in questa fase del torneo, che peraltro veleggia in seconda posizione nel proprio campionato dopo 14 giornate. “Non è mai facile incontrare formazioni scandinave essendo in estate i loro campionati in pieno corso e quindi in termini di preparazione e ritmo gara sono molto più avanti. Oltretutto il calcio scandinavo è cresciuto negli ultimi anni e oggi non puntano più tutto sulla fisicità, bensì prediligono un gioco che sviluppa in velocità e fatto di tante verticalizzazioni. È chiaro che sarà dura, ma il Rijeka è oggettivamente più forte. Bisognerà tuttavia capire se in queste due partite riuscirà a far emergere la sua maggiore qualità tecnica. A tal proposito sarà fondamentale battere sabato lo Šibenik per arrivare con il pieno di fiducia al Djurgarden”.

«Dinamo favorita, ma…»
Quanto al campionato, i biancocrociati difficilmente potranno ambire a qualcosa di più del quarto posto. “Dinamo, Hajduk e Osijek hanno cambiato poco, perciò partono avvantaggiate. Non me la sento però di escludere già adesso il Rijeka dalla lotta. Talento e qualità non mancano e se si dovessero incastrare tutti i pezzi del puzzle, potranno dare eccome fastidio alle tre rivali. Dinamo favorita? La scorsa stagione ha dimostrato la propria superiorità riuscendo a vincere il campionato nonostante tutte le difficoltà incontrate. Hajduk e Osijek stanno però colmando il gap e ormai sono vicine agli zagabresi. Molto dipenderà dal loro percorso in Europa in quanto un eventuale ingresso nella fase a gironi di Conference League vorrebbe dire giocare ogni 3-4 giorni con un enorme dispendio di energie. E infatti l’anno scorso la Dinamo aveva fatto molta fatica nella prima parte di stagione”, conclude Ivan Močinić.

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