Il Rijeka si gode Obregon. «Ora penso positivo…»

Il colombiano non segna spesso, ma quando lo fa sono sempre gol pesanti. La perla del Poljud e il rendimento nel girone primaverile non sono casuali

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Il Rijeka si gode Obregon. «Ora penso positivo…»
Jorge Obregon festeggiato da Lindon Selahi, gli autori del 2-1 al Poljud. Foto: Ivana IvanovicPIXSELL/PIXSELL

Alcune questioni di natura burocratica hanno fatto slittare di 24 ore la firma del contratto di Mirko Marić. Il 28.enne di Grude diventerà oggi un giocatore del Rijeka, in prestito dal Monza sino al termine della stagione in corso. D’altronde, è stato lo stesso club brianzolo a ufficializzare la cessione del possente attaccante (188 centimetri) che si era laureato capocannoniere del campionato croato nella stagione 2019/2020 con la maglia dell’Osijek. Sul suo conto 20 gol, stesso bottino ottenuto anche da Antonio Mirko Čolak del Rijeka e da Mijo Caktaš, allora all’Hajduk. Poi il passaggio al Monza per 4,5 milioni di euro e, la stagione dopo, il prestito al Crotone con un bilancio di 36 incontri disputati e 11 reti segnate. Nel campionato di Serie A in corso Marić ha totalizzato invece 281’ in 10 presenze (1 gol).

In attesa di godersi il neoarrivato, la squadra è tornata al lavoro a Rujevica per preparare al meglio il derby di domenica pomeriggio (ore 15) con l’Istra 1961. All’apparenza un impegno non eccessivamente complicato, ma ogni partita è un capitolo a parte e presenta delle specifiche insidie. In quella di domenica bisognerà fare attenzione agli eccessivi entusiasmi e non farsi ingannare dalla situazione di classifica dei polesi.
Tra coloro che hanno maggiormente beneficiato dei due primi impegni nel 2024 c’è sicuramente Jorge Obregon. A Velika Gorica il colombiano è subentrato al 31’ e ha propiziato il rigore dell’1-1, mentre al Poljud ha fatto ingresso in campo nella ripresa trovando il pareggio con un gol da cineteca, degno dei vari Leo Messi o Cristiano Ronaldo dei tempi d’oro. Il 26.enne di Puerto Tejada non segna molto, ma quando lo fa sono sempre gol pesanti. Ricordiamoci la rete del 2-2 con il Varaždin nel settembre 2023 oppure le zampate contro lo Šibenik la scorsa stagione, che avevano fruttato sei punti in due gare. La perla di Spalato è comunque qualcosa di particolare, sia per il gesto tecnico, sia per l’importanza, sia per il fatto di averlo segnato agli acerrimi rivali, per giunta a casa loro.
“Non vorrei peccare di presunzione, ma prima della partita avevo detto a Veldin Hodža di avere delle sensazioni positive, nel senso che sarei entrato in campo e avrei segnato. E così è stato – racconta Obregon –. Sognavo a lungo questo momento, di fare un gol importante. L’1-1 ci ha dato ulteriori energie, con l’inerzia dalla nostra parte. Il vantaggio era, diciamolo così, una logica conseguenza dei fatti”.
Željko Sopić è parecchio restio nei confronti dei giocatori stranieri, nel senso che da loro pretende di essere almeno il 20-30 percento superiori a quelli di casa. In queste due partite, però, il tecnico ha dimostrato grande fiducia in Jorge. Il motivo è piuttosto semplice… “Rispetto al passato sono cambiate diverse cose. Anzi, sono cambiato soprattutto io. Prima, quando le cose andavano male mi demoralizzavo e pensavo di cambiare aria. Poi ho parlato con l’allenatore: lui mi ha incoraggiato e io ho promesso a me stesso che mi sarei applicato di più, giocandomi le mie occasioni. Evidentemente il lavoro e la disciplina hanno finito per pagare. Sento la fiducia dell’allenatore e dei compagni di squadra, il che mi sprona a dare il meglio. Poi, è chiaro che ci sono soltanto undici posti disponibili nella formazione iniziale. Con Franjo Ivanović il rapporto personale è ottimo, ci carichiamo e sosteniamo a vicenda”.
Domenica a Rujevica arriva l’Istra 1961. “La fiducia e la convinzione non ci mancano sicuramente. Siamo una buona squadra, anzi un gruppo di guerrieri, e giocare davanti ai nostri tifosi è sempre un piacere particolare. Non ci resta che affrontare l’Istra con lo stesso atteggiamento del secondo tempo al Poljud e i tre punti non verranno a mancare”, conclude.

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