Emir Dilaver. «Niente timori e paure, dobbiamo crederci»

L’ex Emir Dilaver, diventato in poco tempo uno dei leader della squadra, indica la strada da seguire

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Emir Dilaver. «Niente timori e paure, dobbiamo crederci»
Emir Dilaver difende palla da Stefan Ristovski nella gara del Maksimir. Foto: Marko Lukunic/PIXSELL

Se c’è qualcuno al Rijeka che conosce bene la Dinamo questo è sicuramente Emir Dilaver. Il 32.enne centrale difensivo di Tomislavgrad, cittadino austriaco, è arrivato quest’inverno a Fiume dopo diverse stagioni trascorse al Maksimir ed è subito diventato uno dei leader della squadra e il punto di riferimento in difesa. Domenica affronterà la Dinamo da avversario, in una partita per lui un po’ particolare. “L’allenatore fa fatto la propria parte, ora tocca a noi giocatori fare altrettanto per centrare gli obiettivi presupposti. Dopo una rimonta come la nostra nel girone primaverile sarebbe davvero un peccato rimanere alle porte del Paradiso. Due o tre partite fa ci siamo detti: andiamo a prenderci il terzo posto. Ed era tutto nelle nostre mani, salvo poi complicarci la vita contro Istra 1961 e Varaždin. Cose che succedono nel calcio, per di più che il Rijeka è una squadra abbastanza giovane e pertanto soggetta ad alti e bassi in quanto a rendimento. Ma è un problema che riguarda anche parecchie altre squadre, incluse le migliori a livello europeo. Domenica sappiamo bene cosa fare: entrare in campo con il piglio giusto e dimostrare tutto il nostro valore. Non c’è posto a timori o paure, bisogna giocare da squadra e sacrificarsi l’un per l’altro. Soltanto così potremo ambire a un risultato positivo contro la Dinamo. Assurdo pensare di poter marcare a uomo gli zagabresi, c’è troppa qualità individuale tra le loro file”.
Quando gli si fa presente che da lui ci si aspetta che dia sicurezza alla difesa e prenda per mano la squadra nei momenti di maggiore difficoltà, Dilaver non si sottrae certo alle proprie responsabilità. “Ho la capacità di poter controllare relativamente bene i miei stati d’animo. In campo sono sempre molto tranquillo, certo di evitare le reazioni di panico. Bisogna scendere nel rettangolo di gioco con la mente sgombra, convinti di potercela fare e fiduciosi nelle proprie possibilità. Certo di trasmettere il tutto anche ai compagni di squadra. Poi, ovviamente, dipende anche dalla qualità individuale. Questo fattore fa la differenza nella scelta se un giocatore è in grado o meno di adempire ai propri doveri e soddisfare le attese dell’allenatore e della società. Se conosco bene la Dinamo? Sì, ovvio. Ma non ci sono poi tanti segreti reciproci, visto che le due squadre sanno tutto sommato cosa potersi aspettare. Come detto, dobbiamo crederci dal primo all’ultimo minuto”.
Nel girone primaverile il Rijeka ha perso per 1-0 al Maksimir, reggendo tutto sommato bene. Che possa essere un punto di partenza per la gara di sabato? “In sostanza sì, anche se ogni partita è un capitolo a parte. Di quella gara resta il rammarico per non aver forse osato di più in fase offensiva – aggiunge lo stopper –. La Dinamo gioca e lascia giocare, sta all’avversario provare ad approfittare delle occasioni concesse. In ogni caso le contese tra fiumani e zagabresi sono sempre molto interessanti e appetitose per i tifosi. Il fatto che Rujevica sarà piena dimostra che i tifosi ci credono”.
Nel calcio spesso a fare la differenza sono le motivazioni. Quelle dei fiumani sono sicuramente superiori. Un vantaggio? “In teoria sì, ma può rivelarsi anche come un’arma a doppio taglio, ovvero rappresentare una pressione psicologica. Dipende come gestisci il tutto. Talvolta l’imperativo, a prescindere da quale esso sia, può essere una specie di freno a mano. Con l’esperienza impari a fronteggiare meglio la situazione”.
Dilaver viene da un infortunio che gli ha fatto perdere un po’ di brillantezza nelle ultime due uscite. “Mi sento abbastanza bene. Il fatto è che giocare tante partite ed esprimersi sempre ai massimi livelli è onestamente un po’… faticoso. Il problema è che alla Dinamo giocavo poco, mentre al Rijeka non ho riposato quasi mai. Eppoi la squadra e giovane e pertanto devo anche parlare molto con i compagni di squadra e dare loro consigli durante le partite. Tutto questo ti porta via parecchie energie. Però contro la Dinamo e l’Osijek voglio esserci assolutamente”.

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