Goda: «È sbagliato definirla una rivincita»

Il Rijeka fa oggi visita allo Slaven Belupo, l’unica squadra ad averlo battuto in casa

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Goda: «È sbagliato definirla una rivincita»
Tra i tanti ex della partita ci sarà anche Bruno Goda. Foto: Nel Pavletic/PIXSELL

Tanti momenti da ricordare, come il “coast to coast” di Niko Galešić lo scorso 24 settembre, ma anche qualche dolorosa battuta a vuoto. Per il Rijeka le trasferte in casa dello Slaven Belupo sono da sempre una specie di “croce e delizia”. Che cosa, dunque, aspettarsi dalla gara odierna (ore 15) valida per la 27ª giornata di campionato? La situazione di classifica e la logica suggeriscono un relativamente facile successo dei fiumani, per di più che spesso a fare la differenza sono le motivazioni. Quelle dei padroni di casa, senza voler mettere in discussione l’attaccamento alla maglia, sono di gran lunga inferiori a quelle di Nediljko Labrović e compagni, che hanno un primo posto da difendere e un sogno da inseguire. D’altra parte, però, nel calcio nulla è scontato. Un esempio? Il successo dello Slaven a Rujevica a dicembre, un 4-2 che aveva a tratti dell’incredibile. La gara di oggi, dunque, può considerarsi anche un’occasione di rivincita.

Una sfida nella sfida sarà in confronto tra gli ex, che sono davvero tanti. A indossare al momento la maglia dello Slaven sono infatti Ivan Lepinjica, Adrian Liber, Daniel Štefulj e Robert Murić, mentre dalla parte opposta troviamo Niko Janković, Alen Grgić, Bruno Bogojević e Bruno Goda. Quest’ultimo ha trascorso ben cinque stagioni a Koprivnica, con un bilancio di 133 partite disputate e tre gol segnati. Con il Rijeka le reti sono già quattro, ma in appena 36 presenze.
“Sono stato lì per un periodo abbastanza lungo. Ed è stato davvero bello, al punto che sono felicissimo di poterci tornare, seppur da avversario. Sono rimasto in contatto con alcuni ex compagni di squadra e dirigenti – ricorda il 25.enne terzino sinistro nativo di Vinkovci –. Nel calcio professionistico non c’è posto ai sentimenti e pertanto non concederò alcun sconto alla mia squadra una volta scesi in campo. Il Rijeka deve per forza provare a fare bottino pieno: a nome dei compagni e del mio posso promettere che daremo il massimo per riuscirci. Lo Slaven sarà anche in un momento di difficoltà, ma contro la Dinamo ha dimostrato di poter essere un osso duro. Per vincere ci vorrà il miglior Rijeka”.
Come detto, l’undici di Koprivnica può vantarsi per il fatto di essere stato l’unica squadra ad aver espugnato Rujevica nella stagione in corso. “Sbagliato definire la contesa di sabato come una rivincita, per quanto in effetti potrebbe essere tale – aggiunge Goda –. Andiamo di partita in partita, dritti verso l’obiettivo finale. Adesso cerchiamo di assolvere questa trasferta nel migliore dei modi per poi poter affrontare la mini pausa in campionato con il massimo della serenità”.
Il Rijeka in casa e quello in trasferta sembrano spesso due squadre diverse, anche se in fatto di punti conquistati non c’è una sostanziale differenza. Ma qual è il motivo di questa, chiamiamola, doppia identità? “Direi prima di tutto i campi su cui si gioca. A Rujevica c’è un manto erboso che è uno spettacolo, mentre altrove ci troviamo spesso a giocare in condizioni al limite del regolamento. A Velika Gorica è stato un doppio disastro e, se ricordo bene, anche la scorsa volta a Koprivnica il terreno era tutt’altro che in buone condizioni. Ciò nonostante Galešić ha segnato un gol da cineteca. Il Rijeka è una squadra tecnica, che punta molto sul palleggio e sui passaggi in velocità: se il campo non ci permette di esprimerci al massimo, per noi diventa difficile”.
Il campionato entra sempre di più nel vivo. A dieci giornate dalla fine il Rijeka è primo in classifica, ma Hajduk e Dinamo sono vicinissime. Impossibile non avvertire la pressione psicologica, a prescindere da ciò che si vuol far credere. “Bisogna assolutamente rimanere con i piedi saldamente a terra, e direi che ci stiamo riuscendo. In seno alla squadra si avverte un certo senso di tranquillità, anche perché la concentrazione per ogni partita è massima. Considerato che da qui alla fine della stagione manca sempre meno, è chiaro che tra i tifosi e in città si avvertono sempre di più ottimismo ed euforia. Direi che è la logica conseguenza dei fatti. Essere in vetta alla classifica è indubbiamente una bellissima sensazione. Speriamo di rimanerci sino alla fine e festeggiare tutti insieme. Dinamo o Hajduk la rivale principale? Non saprei, però sarà una corsa all’ultimo respiro. Buon per noi che entrambe saranno di scena qui, nel fortino di Rujevica”.
Infine, una battuta sul momento personale. “Ho avuto qualche problema fisico, ma per fortuna non particolarmente serio. Adesso è tutto risolto, anche se devo trovare inevitabilmente la forma migliore. Non ho fatto gol da parecchio tempo? Vero, ma finché la squadra vince va bene così. Magari arriverà anche quello”.

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