Croatia Rally. «Organizzazione al top. Ma il difficile viene adesso»

Il presidente dell'HAKS Davorin Štetner traccia un bilancio del Croatia Rally. «L'obiettivo è restare a lungo in calendario però ci sono sempre più Paesi che vogliono entrare nel Mondiale»

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Croatia Rally. «Organizzazione al top. Ma il difficile viene adesso»

C’è chi l’ha ribattezzato il rally delle 50 sfumature d’asfalto. E in effetti sotto le gomme i piloti si sono ritrovati un po’ di tutto: un fondo poco omogeneo, tratti con grip quasi del tutto assente, buche, rattoppi, sporco, alternanza di bagnato e asciutto… E poi ci hanno pensato la pioggia, la nebbia e il freddo ad alzare ulteriormente il coefficiente di difficoltà e a mettere ancora più a dura prova le abilità dei protagonisti, ma al tempo stesso anche ad esaltarle. Non è un caso se il termine più utilizzato da Rovanperä, Tänak e compagnia nelle interviste tra una power stage e l’altra sia stato “tricky”, ossia insidioso. Tra forature, errori e ritiri tutti, nessuno escluso, hanno dovuto affrontare momenti di crisi. Persino il vincitore Kalle Rovanperä, che tra la prova sul Platak e la penultima speciale ha dilapidato l’enorme vantaggio costruito al termine della prima giornata rischiando seriamente di gettare al vento un successo che sembrava già in ghiaccio. Condizioni difficilissime da interpretare, come pure la strategia da adottare, in particolare per quanto riguarda la tipologia di gomme da montare. La stessa Pirelli ha dovuto scervellarsi su quali mescole mettere a disposizione dei vari team. Gli organizzatori sono stati volutamente “cattivi” nel preparare un percorso maledettamente complicato fatto di dossi, salti, strade strette, curve lente e veloci, nonché diversi tipi di asfalto, fondo al quale i piloti sono poco abituati essendoci pochissime prove in calendario.

«Dispiace per il Platak»

“È filato tutto liscio e siamo soddisfattissimi – gongola il presidente della Federazione croata di kart e dell’automobile (HAKS), Davorin Štetner, all’indomani della chiusura della seconda edizione del Croatia Rally –. Un grandissimo evento sportivo e una preziosissima occasione di promozione del nostro Paese. I numeri delle presenze? Non ci sono stati ancora comunicati e sono curioso di conoscerli anch’io. Non so se abbiamo raggiunto la stima delle 350mila presenze, ma abbiamo visto tutti che nelle fan zone e bordo del percorso c’è stata una marea di persone”.

L’edizione 2021 è stata forse irripetibile alla luce dei sei decimi di secondo con i quali Sebastien Ogier aveva bruciato Elfyn Evans, ma anche quest’anno la battaglia per il successo finale è stata serratissima fino all’ultimo metro prima del traguardo, con Rovanperä a precedere un redivivo Tänak di soli 4,3 secondi. Distacchi risicatissimi favoriti soprattutto da un percorso tostissimo disegnato dagli organizzatori. “È pazzesco arrivare all’ultima power stage con i primi due della classifica divisi da 1,4 secondi. Rally difficile? Ne avevo giusto parlato con Oliver Solberg poco prima dell’incidente che lo ha costretto al ritiro, e mi ha confessato come questo sia la gara più impegnativa alla quale abbia preso parte. Ma è giusto così perché stiamo parlando del Mondiale WRC e le prove devono essere toste e mettere a dura prova i piloti. Altrimenti non avrebbe senso. Abbiamo avuto anche un meeting con i vertici dei tre principali costruttori, Toyota, Hyundai e Ford, e si sono detti tutti molto soddisfatti sia per quanto riguarda la gara che l’organizzazione in generale. Il Platak? Dispiace per gli organizzatori che hanno fatto un lavoro enorme e per tutto il pubblico salito fino in cima, ma le condizioni erano oltre il limite e l’annullamento della power stage pomeridiana era inevitabile”.

Davorin Štetner tra Jonne Halttunen e Kalle Rovanperä.
Foto: Luka Stanzl/PIXSELL

Ospitalità

Il circus tornerà anche l’anno prossimo, ma il Comitato organizzatore e l’HAKS sono già al lavoro affinché la Croazia venga inserita stabilmente nel calendario anche oltre il 2023. “Mettere in piedi un evento sportivo di tale portata è molto complesso. Ci sono un sacco di criteri da soddisfare e attori da coordinare: FIA, WRC, HAKS, i vari autoclub, la macchina organizzativa…. Per non parlare delle varie istituzioni, quindi Stato, Regioni, Città e Comuni. È un sistema, appunto, molto complesso perché è necessario soddisfare tutte le parti coinvolte se si vuole organizzare una manifestazione di alto livello e quindi di successo. Oltre alla parte sportiva e organizzativa, un altro aspetto da non sottovalutare è l’ospitalità. Sono stati nostri ospiti alcuni alti rappresentanti di FIA e WRC, tra cui la vicepresidente della FIA Anna Nordkvist. Li abbiamo portati in elicottero da una power stage all’altra, fatto visitare i vari castelli della zona, come ad esempio quello di Trakošćan. Abbiamo dunque cercato di ‘coccolarli’ e di farli sentire i benvenuti. E direi che ci siamo riusciti perché sono rimasti molto colpiti. Ma anche così non sarà facile restare stabilmente in calendario. Sia chiaro, le premesse sono ottime e l’obiettivo è restarci a lungo, però la concorrenza sta diventando di stagione in stagione sempre più spietata perché ci sono sempre più Paesi che fanno domanda per entrare nel circus, senza contare le varie tappe extraeuropee che stanno via via tornando ora che la pandemia sta allentando la sua presa. In futuro ci sarà una battaglia serrata per assicurarsi il proprio posto nel calendario”.

Gran finale a Grobnico

Il Mondiale WRC non è tuttavia l’unico grande evento automobilistico protagonista in Croazia. A fine ottobre Grobnico ospiterà infatti per il terzo anno di fila le “muscle car” americane della Nascar, e lo farà con una grande novità. “Grobnico sarà l’ultima tappa in calendario e ciò significa che il campionato si deciderà a casa nostra. Uno dei nostri obiettivi era proprio quello di portare il gran finale a Grobnico ed è fantastico esserci riusciti. Organizzare grandi appuntamenti come la WRC e la Nascar rappresenta un potente strumento di rilancio del motorsport croato. Eventi come questi trainano poi l’intero movimento, a partire dalle serie minori fino ad arrivare a quelle più importanti e prestigiose. Su quest’onda poi anche i giovani si avvicinano al mondo delle due o quattro ruote. Non bisogna infine tralasciare l’aspetto economico. Il motorsport muove soprattutto una categoria di persone con un alto potere d’acquisto e dunque ben disposte a spendere. Ed è anche questo ciò di cui abbiamo bisogno”, conclude Davorin Štetner.

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