Un «Inferno» nel cuore della Cicceria

Risale a esattamente un secolo fa un graffito di un misterioso visitatore nelle viscere della grotta

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Un «Inferno» nel cuore della Cicceria
L’ingresso della grotta visto dall’interno. Foto: Vanja Puškarić

Il dignitoso e storico comune di Lanischie stenta con la promozione turistica delle proprie terre. Lo stesso discorso vale per quasi la totalità della Cicceria (monti della Vena), poco frequentata e considerata dagli istriani, ma con sempre viva la speranza di essere notata da altre persone, turisti o gente di passaggio. Forse il preponderante accumulo del capitale turistico e la notorietà della costa occidentale dell’Istria avrà creato il vuoto dalla parte opposta della penisola, lontano dalle zone balneari.

Lasciate ogni speranza…
Questo vuoto sembra essersi concentrato in una grotta formidabile, dal nome ultraterreno Inferno. È quasi impossibile non pensare alla scritta scura e misteriosa sulla porta dell’Inferno dantesco: “Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate”. Una frase che serve per mettere in guardia chi sta per entrare, facendogli capire che non potrà più tornare indietro. “Chi non andrebbe a vedere il luogo con il nome che ha ispirato queste parole e tutte le altre in fila e in rima che compongono forse il capolavoro più significativo della letteratura Italiana – ci dice Vanja Puškarić, parentino, amante della natura, appassionato di birdwatching e grande conoscitore dell’avifauna –. Un nome che forse fungeva da deterrente per dissuadere i bambini e i ragazzi dall’avventurarvisi”.
“Il facile accesso potrebbe ingannare e portare troppo lontano qualcuno desideroso di avventure e in vena di esplorazioni – continua –. Se nel frattempo calassero le tenebre e la luce proveniente dall’entrata diminuisse, non ci sarebbe luce sufficiente per orientarsi e il malcapitato passerebbe dei brutti momenti di paura. Ovviamente, parlo di epoche in cui le torce elettriche non esistevano…”.

Zone dimenticate
Situata a un’altitudine di 630 metri, la grotta è un noto sito archeologico e luogo di interesse nel Comune di Lanischie. Si trova a nord-ovest del villaggio di Dane – nel contesto del comune di Lanischie è forse il paese che soffre della stessa condizione di abbandono che Lanischie sente nel contesto della penisola Istriana, osserva Vanja Puškarić –, sotto la vecchia strada che collega i villaggi di Dane e Jelovice, nell’area chiamata Novaština ed è una delle grotte più grandi nella Cicceria. Il suo nome croato, Novačka pećina, deriva dal villaggio abbandonato di Novaki, che si trovava tra i villaggi di Dane e Jelovice. Nei documenti storici, la grotta è menzionata per la prima volta sulle mappe topografiche pubblicate dall’Istituto geografico militare austro-ungarico e sulla mappa dell’Istituto geografico militare italiano con il nome “Grotta Inferno”, a causa del suo aspetto leggermente spaventoso.

Affascinante e misteriosa
La grotta è composta da tre parti: una parte centrale, non coperta, che funge da ingresso… nell’Inferno; sul lato destro, entrando nella grotta, c’è una spaziosa grotta a volta lunga 50 metri, mentre sul lato sinistro, la parte coperta a sudest della grotta è significativamente più profonda, di dimensioni maggiori e lunga 90 metri. Oggi rappresenta una destinazione escursionistica per alpinisti, speleologi e altri avventurieri e amanti della natura. Con la sua posizione, forma e mistero, affascina ogni visitatore. È una delle grotte più lunghe in questa regione, con una lunghezza di 430 metri e una profondità di 84 metri. Nel corso della storia, è stata utilizzata come luogo di vita per persone e animali, ma anche come rifugio per gli abitanti durante i periodi di guerra. Prima della Seconda guerra mondiale, la grotta veniva principalmente utilizzata dai residenti del villaggio di Dane per custodire le greggi di pecore durante i torridi mesi estivi.
“Meriterebbe portare un po’ di luce e vita in questo luogo nascosto in una valle dimenticata e la grotta Inferno rappresenta un motivo per farlo. Si tratta probabilmente della grotta a cielo apperto più grande dell’Istria. Una cattedrale naturale di facile accesso che certamente non lascerebbe nessuno indifferente”, ci racconta ancora Vanja Puškarić.

Tra corvi e pipistrelli
A rendere il tutto più mistico, oltre a una significativa popolazione di pipistrelli, c’è la presenza di una coppia di corvi imperiali (Corvus corax) nell’anfiteatro all’ingresso della grotta, quasi a voler dire “qua i padroni siamo noi”. L’Inferno è la loro dimora, il loro castello e sono effettivamente loro i veri padroni della valle di Dane e del massiccio del monte Zbevnica. I corvi imperiali sono noti per condurre una vita solitaria o in coppie. Occupano territori che hanno un’estensione che va dai 5 ai 40 chilometri quadrati, a seconda delle risorse presenti nella zona. Le coppie di corvi imperiali difendono accanitamente il proprio territorio, inseguendo gli intrusi per chilometri e dando luogo anche a spettacolari combattimenti aerei. Fra gli uccelli, i corvi imperiali sono quelli dotati di cervello di maggiori dimensioni in proporzione al corpo, per cui non deve stupire il fatto che essi diano prova di grande intelligenza. Sono infatti in grado di imparare ciò che viene loro insegnato e addirittura di elaborare in maniera del tutto autonoma risposte efficaci per i problemi che vengono loro presentati.
Forse per il suo colore nero lucente, colore del principio delle cose (il buio del ventre materno e quello della terra ove germina il seme), ma anche della fine (il colore della notte e della morte), il corvo ha fornito sempre una simbologia dagli opposti significati: animale della preveggenza, messaggero di esseri soprannaturali, portatore di malasorte e anche di fortuna. Il corvo ha fama di “uccello del malaugurio”, fama certificata in un certo senso anche da Edgar Allan Poe nel suo suo noto poema in versi “Il corvo”, il “corvo spettral che vieni tristo dai regni bui”.

Cautela e… rispetto
Ritornando all’inizio, c’è un motivo particolare per il quale abbiamo menzionato la grotta… infernale. Il motivo, come ci racconta il nostro interlocutore, Vanja Puškarić, è un graffito all’interno della grotta che risale a esattamente un secolo fa, recante la sigla A-XXX-O, che è quella della Società speleologica XXX ottobre di Trieste. L’autore, infatti, ha voluto… vidimare la sua visita in data 24 febbraio 1924. Comunque sia, la grotta Inferno è un fenomeno carsico eccezionale per l’Istria e va visitata con i dovuti rispetto e coscienza. È pur sempre una grotta, un enorme cavità buia che non può essere illuminata con una comune torcia. È un ambiente alieno per chi non ha esperienza nel contesto dei fenomeni carsici. Per quanto possa essere accessibile, l’umidità rende il percorso sdrucciolevole e come in ogni grotta è opportuno procedere con la massima cautela. Si tratta di un monumento della natura, di un sito molto particolare di biodiversità e come tale va protetta. Questo è un luogo che regalerà certamente emozioni a chi lo visita. Sempre con il dovuto rispetto.

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