San Giovanni della Cornetta e San Lorenzo. Testimonianze di una storia millenaria

La direttrice del Museo civico di Umago Biljana Bojić ci illustra i risultati di 15 anni di ricerche archeologiche eseguite lungo la costa nella parte meridionale della città

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San Giovanni della Cornetta e San Lorenzo. Testimonianze di una storia millenaria

La costa umaghese conta numerosi siti archeologici, sia sulla terraferma che in mare. Tra questi ci sono quelli molto noti di Sipar, Tiola-Catoro, Salvore, nonché quelli che rivestono un’enorme importanza perché risalgono a 4mila anni avanti Cristo, come la nave semi sommersa di Zambrattia e la nave greca non lontano dal faro di Salvore. Ma ci sono dei siti di grande rilievo pure a sud di Umago, come San Giovanni della Cornetta e San Lorenzo di Umago, delle quali si parla ancora poco.

 

Con la direttrice del Museo civico di Umago, Biljana Bojić abbiamo ripercorso gli ultimi 15 anni di ricerche, nel corso dei quali sono stati effettuati numerosi scavi archeologici sia a San Giovanni, tra le case, che a San Lorenzo, davanti alla chiesa parrocchiale. Scavi che hanno dato importanti risultati.

“Si tratta di due siti del patrimonio di Umago ora iscritti nel Registro dei Beni culturali della Repubblica di Croazia. Gli scavi archeologici condotti dal Museo di Umago negli ultimi 15 anni, nell’area meridionale, negli insediamenti di San Giovanni della Cornetta e di San Lorenzo, dimostrano la continuità della vita sulla costa di Umago dall’antichità a oggi. I reperti rinvenuti durante gli scavi fanno oggi parte del patrimonio del Museo e rappresentano una parte importante del ricco patrimonio culturale di Umago, che viene conservato, studiato e valorizzato dal Museo”, dice la direttrice del Museo.

Biljana Bojić con alcuni reperti rinvenuti a San Lorenzo

La lunga storia di una piccola località

Davanti alla chiesa parrocchiale di San Lorenzo è stata riportata alla luce una parte economico-produttiva della villa di campagna romana (villa rustica), che scendeva fino al mare. L’inizio della costruzione della villa, in base alla tecnica della costruzione delle pareti a vista, nonché dei singoli reperti mobili, è databile all’inizio del I secolo, durante il regno dell’imperatore Tiberio. La responsabile della ricerca è stata l’archeologa Narcisa Bolšec Ferri, coadiuvata dalla stessa Biljana Bojić, nonché da Maja Čuka e Kristina Gergeta.

Scoperta anche l’esistenza di tre serbatoi d’acqua (cisterne) posti in direzione nord-sud. Il serbatoio meglio conservato era ricoperto da uno strato d’intonaco impermeabile dello spessore di 30 centimetri, mentre i pavimenti erano ricoperti da laterizi più piccoli, disposti in file regolari, formando un motivo a “spina di pesce” (opus spicatum), particolarmente usato dal I al IV secolo.

Tra gli altri reperti che confermano la longevità di San Lorenzo, sono state trovate tombe tardo-antiche e monete d’argento nobili veneziane medievali del XIII secolo, medaglie di santi e rosari del XVIII secolo. Nel 2013, gli archeologi curatori Branka Milošević Zakić e la scomparsa Biljana Petrović Markežić avevano allestito una mostra al Museo, presentando i risultati della ricerca archeologica eseguita a San Lorenzo.

Le fondamenta davanti alla chiesa di San Lorenzo

Necropoli romana

“Per la sua favorevole posizione geografica e le caratteristiche naturali – spiega Biljana Bojić –, il sito di San Giovanni fu abitato fino dalla preistoria e nella baia fu costruita una villa marittima romana con un molo. La parte termale della villa è stata esplorata da uno scavo archeologico protettivo, che il Museo ha condotto con la responsabile della ricerca, Tea Katunarić Kirjakov. Sono state esplorate le parti gravemente devastate della cisterna romana e la parte termale della villa con mosaici. Uno dei rami economici più importanti della villa era la produzione della porpora, insieme alla pesca, alla molluschicoltura e all’allevamento. I primi strati di vita nell’area della villa risalgono dalla metà del II al I secolo a.C. La costruzione della parte termale esplorata della villa risale al tempo di Augusto. La parte termale della villa perde la sua funzione originaria tra il II e il III secolo: tra i resti delle mura è stata infatti scoperta una necropoli tardo-antica. Anche in questo caso i risultati delle ricerche erano stati presentati in una mostra allestita al Museo da Tea Katunarić Kirjakov.

Altri scavi hanno interessato la parte meridionale della baia di San Giovanni della Cornetta. A partire dal II secolo, quest’area fu sede di una vasta necropoli romana. Nuovi ritrovamenti archeologici hanno confermato l’ubicazione del cimitero lungo la strada che conduce alla villa di San Giovanni e al porto, dove accanto alle sepolture scheletriche sono state trovate anche tracce di cremazione dei defunti. Anche in questo caso la ricerca era stata guidata dall’archeologa Tea Katunarić Kirjakov.

Un’altra ricerca condotta dalla scomparsa archeologa e curatrice Biljana Petrović Markežić, ha rivelato la presenza di una tomba di un membro di una famiglia benestante. Assieme alla defunta, di un’età compresa tra i 15 e i 30 anni, sono stati trovati tre vasi in ceramica, tre lucerne, pure in ceramica, altrettanti vasi in vetro (balsami), nonché due monete di bronzo, uno specchio argentato, una chiave di ferro, una maniglia di bronzo e una piccola scatola di bronzo. Tuttavia, tra i reperti tombali più significativi figurano tre oggetti d’oro, in base ai quali la tomba è classificata tra le più ricche tombe romane dell’Istria. Sono stati trovati due ciondoli a cupola d’oro con un anello in cima e un anello d’oro con una gemma semipreziosa, l’agata. La gemma dell’anello è decorata con una raffigurazione incisa di un’aragosta. I risultati della ricerca effettuata sulla tomba nella quale sono stati rinvenuti i gioielli d’oro sono stati presentati dagli autori della mostra Biljana Petrović Markežić e Branka Milošević Zakić, sempre al Museo civico”.

I gioielli d’oro ritrovati durante gli scavi

Radici profonde

Dunque quelle di San Lorenzo e San Giovanni della Cornetta vantano radici profonde. Nella parte antistante l’odierna chiesa parrocchiale di San Lorenzo, costruita nel 1879, invece, altri scavi portarono alla luce dopo duemila anni, reperti estremamente interessanti, quali un anello, una collana, cocci di terracotte, ma anche resti di bellissime ceramiche e elaborati mosaici. In quest’area furono inoltre individuate delle antiche tombe con i resti di otto persone. In base ai reperti scoperti, gli archeologi conclusero che chi viveva a San Lorenzo un tempo, aveva un tenore di vita piuttosto elevato. La villa romana in cui vivevano gli abitanti dell’epoca si trovava in riva al mare e si estendeva fino all’entrata dell’odierna chiesa. Scoperto inoltre che negli anni successivi la zona doveva essere stata soggetta a dei cambiamenti. A testimoniarlo, i resti sovrapposti di costruzioni erette in epoche più recenti, tanto da formare una specie di enciclopedia archeologica stratificata. Nella sua parte più antica la micro-località davanti alla chiesa parrocchiale, di alto interesse archeologico, si presenta con i resti della villa romana digradanti verso il mare, con pavimentazioni e decorazioni estremamente belle, tipiche delle abitazioni romane più lussuose.

Un reperto d’epoca romana

Sfarzi antichi di una società scomparsa

“Antichi sfarzi di una società scomparsa – dice Biljana Bojić –, alla quale nel corso dei secoli ne sono subentrate altre, che hanno dapprima abitato il sito e poi costruito sulle antiche fondamenta della casa, della cisterna e della piscina le proprie abitazioni. Quanto scoperto indica che la casa aveva praticamente tutto, proprio come le costruzioni moderne, con in più pavimentazioni bellissime a ‘spina di pesce’, affreschi di svariati colori, marmi e porfido. Dietro la villa romana, un tempo si estendevano gli oliveti e i vigneti degli antichi padroni, che vivevano agiatamente, praticamente in un angolo di paradiso terrestre”.

Nelle epoche successive, nonostante l’avvicendamento degli inquilini della villa e dello stesso abitato, la zona non era mutata moltissimo. Fino a quando, in tempi recenti, si è scatenata la costruzione abusiva di centinaia di appartamenti, con l’edificazione d’imponenti muri di cinta, che hanno stravolto le bellezze paesaggistiche della piccola San Lorenzo.

Biljana Bojić insieme a una collega con i reperti recuperati a San Giovanni

Una torre che fungeva da faro

Secondo alcune testimonianze, nel XV secolo il campanile della chiesa di San Lorenzo era una torre che veniva utilizzata dal vescovo di Cittanova durante le udienze ecclesiastiche e civili, ma che fungeva anche da faro. A promuovere la costruzione della torre di San Lorenzo fu mons. Dobrila, anche per facilitare l’orientamento delle navi che navigavano in questo territorio.

Sulla penisola di Punta Finida dove si trovano i resti di alcuni insediamenti preistorici, si trova oggi la chiesa di San Giovanni del XXII secolo, restaurata nel 1882. Nella baia di San Giovanni c’è invece un antico sito con i resti del molo, dove pur sono state trovate tracce di antiche sepolture e parte della torre di un castello medievale, distrutto alla fine dell’XI secolo.

Altre testimonianze del passato di San Giovanni

Nel 1028, l’imperatore Corrado II assegnò la località di San Lorenzo al Patriarcato di Aquileia. Il patriarca, però, nel 1037 restituì il feudo all’imperatore al fine di “sovvenire la povera diocesi di Cittanova”, che da allora divenne proprietà dei vescovi emoniensi, i quali esercitarono la piena giurisdizione fino al 1519, allorché cedettero l’amministrazione civile al podestà di Umago.

San Lorenzo venne assoggettata al potere veneziano assieme a Umago in base alla pace di Treviso del 1291, che diede a Venezia pieni diritti sulle terre conquistate in Istria. A quei tempi nell’abitato sorgeva una torre che veniva utilizzata dal vescovo nelle udienze relative alle cause civili e religiose. Nel Medioevo la zona, come tante altre dell’Istria, venne colpita a più riprese dalle pestilenze. Era inoltre resa insalubre dalla presenza della malaria. Entrambe le malattie vennero debellate con successo appena nel Novecento.

San Lorenzo e San Giovanni della Cornetta, oggi tra i più importanti paradisi turistici della riviera umaghese, conservano quindi la testimonianza del più florido passato della zona.

I reperti rinvenuti nella tomba romana

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