Castello di Snežnik, un gioiello nascosto (foto)

A due ore di macchina da Fiume, un vecchio maniero che vale la pena visitare

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Castello di Snežnik, un gioiello nascosto (foto)

La Slovenia è un Paese ricco di castelli, alcuni dei quali piuttosto grandi e in bella vista, visitati da tantissimi turisti come quello di Lubiana o il maniero sopra il lago di Bled. Oppure sono del tutto originali e conosciuti a livello mondiale, come il castello di Predjama, vicino a Postumia, incastonato nella roccia. Altri invece passano in secondo piano e sono un po’ nascosti, ma assolutamente da visitare. Uno di questi è il castello di Snežnik. Ma dove si trova? Qualcuno, magari, lo collegherà al Monte Nevoso (1796 m s.l.m.), in sloveno proprio Snežnik, vicino a Villa del Nevoso (Ilirska Bistrica). Il paesino di Snežnik, che oggi conta soltanto otto abitanti, sorge però a ben 15 chilometri in linea d’aria dal Monte Nevoso e il suo nome non c’entra proprio nulla con la montagna, anche se negli anni molti hanno continuato a confondere i due toponimi.

Il maniero sul colle
Partendo da Fiume, per arrivarci ci vogliono poco meno di due ore. Si va dritti verso Postumia per poi prendere la vecchia strada per Lubiana e deviare quasi subito. Si scende verso una grande piana con un grande lago. Prima di imboccare la strada verso il castello bisogna attraversare diversi paesini, da Unec a Grahovo, il tutto ben indicato dalla segnaletica stradale.
Il castello Snežnik si trova su una collina rocciosa all’estremità sud-occidentale della valle Loška, sotto il monte omonimo e ai margini del bosco. Passato il paese di Kozarišče e il vecchio ponte sul fiume Malo Obrh si scorge in castello circondato dagli alberi e in bella vista per chi vi si avvicina lungo la strada che porta al posteggio. Parcheggiamo e alla sinistra notiamo subito una costruzione più nuova che all’inizio era di sicuro adibita per gli animali, anzitutto cavalli e oggi sede dell’ente turistico locale e di un piccolo museo. Alla destra, invece, c’è il castello. Ci incamminiamo lungo il sentiero che ci porta al primo ponte che ci fa arrivare fin sotto le mura del maniero, superate le quali, davanti un altro ponte ci attendono per entrare nel castello, mentre alla destra c’è una zona souvenir e il posto dove si può acquistare il biglietto d’ingresso. Bisogna fare attenzione a quando si arriva. Le visite, infatti, sono rigorosamente a ogni ora piena con tanto di guida.

Gli animali imbalsamati
Entriamo nel palazzo e ci immergiamo nella storia pluridecennale di questo castello. Capiamo fin da subito il grande lavoro che è stato fatto dagli ultimi proprietari privati per la storia di questo castello. Facciamo pochi gradini e ci imbattiamo un grande orso imbalsamato di ben 250 kg e vecchio 200 anni! Sulle pareti, invece, troviamo appese le corna di svariati animali e qualche piccolo animale imbalsamato. Qualche arma e due armature complete dei militari d’epoca. Su una parete c’è anche una vecchia mappa che ci indica il ruolo di questo castello negli anni e il suo ruolo di collegamento dalla Carniola verso il Quarnero. Infine, gli stemmi delle varie famiglie che lo hanno avuto in proprietà. Procedendo verso sinistra, entriamo nella sala da pranzo, mentre alla destra c’è la sala lettura e accanto un salone per i concerti con tanto di pianoforte.
Salendo al primo piano, troviamo una serie di stanze da letto e di soggiorno, riposo e lettura. Ornamenti d’epoca, tanti tappeti classici e quelli fatti con pelli di animali, orsi in primis, con tanto di teste. Sulle parete sono appesi diversi quadri, in buona parte ritratti dei vecchi padroni del castello e del maniero stesso. In buona parte delle stanze ci sono vecchie stufe di ghisa di diversi colori e con tanto di ornamenti e appese alle pareti le decorazioni delle corna di parecchi animali, piccole e grandi. Siccome i padroni erano grandi amanti della caccia, ciò non dovrebbe sorprendere. Anche nei piani superiori, lungo gli ampi corridoi troviamo altri animali imbalsamati, tra i quali cervi, lupi, anatre, lontre, uccelli vari, cani, gatti…. All’ultimo piano sorprende un po’ imbattersi in un tavolo da biliardo.

Diana e il cervo
Visti tutti i piani superiori non ci rimane che scendere al pianterreno e avventurarci verso il seminterrato. All’epoca era ricco di vini e oggi completamente vuoto. In virtù di un’ottima acustica, talvolta vi si tengono dei concerti.
La nostra visita al castello termina con il seminterrato. Vale la pena, però, fare un passeggiata attorno al castello e notiamo subito il lago che in parte lo circonda, come pure una delle sorgenti d’acqua. Andiamo avanti nel parco e attraversiamo un paio di ponticelli prima di arrivare nella parte più ampia del parco. Qui ultimamente si è pensato alla ristorazione, almeno nei mesi estivi. Quello che attira l’attenzione, poco avanti, è la statua dedicata a Diana, la dea della caccia. Accanto a lei c’è un cervo, con delle corna molto interessanti. Con la dea Diana finisce la nostra visita al castello. Sarà anche piccolo, però ha avuto una notevole importanza nella storia. Oggi ben nascosto e poco conosciuto, ma decisamente da visitare.

Un po’ di storia
Con ogni probabilità, la sua costruzione risale all’XI secolo, quando i patriarchi di Oglej assunsero il potere secolare sulla valle di Loška. Con la costruzione delle fortezze volevano proteggere le importanti vie commerciali che a quei tempi attraversavano la valle del Loška dal Friuli e dal Quarnero fino alla Carniola. Ricca la storia del castello. La fortezza originaria di Snežnik era costituita da due torri parallele che circondavano il cortile interno. Erano collegati da un corridoio. Il castello era inoltre dotato di alte mura e di un profondo fossato difensivo all’esterno. Il castello offriva scorta militare, era un luogo di riposo per i cavalli e dava alloggio ai viaggiatori dalla Carniola verso il Quarnero, che dovevano attraversare queste foreste impenetrabili e pericolose.

I primi signori
I primi signori conosciuti del castello di Snežnik e ministrali dei patriarchi di Aquileia furono i signori di Snežnik, menzionati per la prima volta in documenti nel 1269 con Majnard di Snežnik (da qui il nome al castello). Già all’inizio del XIV secolo iniziò il declino della famiglia dei signori di Snežnik. Vendendo e abbandonando parti del castello a numerosi figli e figlie, spezzarono la sua unità, tanto che alla fine del XIV secolo il castello fu diviso tra vari proprietari. Nel 1393, una quarta parte del castello e alcune fattorie adiacenti furono ereditate da un parente dei signori di Snežnik, Guglielmo II di Lamberg, i cui discendenti nel XV secolo acquisirono l’intero castello e nel XIV secolo gli diedero una nuova e affascinante forma rinascimentale, che possiamo ammirare ancora oggi con poche modifiche.

Premio alla lotteria
Successivamente, i proprietari cambiarono parecchio, ma è interessante notare che il castello fu persino un premio della lotteria. Attraverso i matrimoni il castello passò prima alla famiglia Scheyer, poi alla famiglia Pranck e nel XVII secolo attraverso i baroni Rambschissel al governatore della regione della Carniola, il principe Eggenberg. Nel 1669 Giovanni Sigismondo Eggenberg vendette il feudo di Loška e Snežniška al principe Giovanni Venceslao Auersperg, conte di Gottschee (Kočevje). Nel 1707 l’intero feudo fu assunto dal conte Georg Friedrich von Lichtenberg e nel 1718 unì definitivamente la proprietà terriera di Snežnik al feudo di Loška. La famiglia Lichtenberg mantenne il feudo per 140 anni e durante questo periodo dovette subire una costante diminuzione dei diritti nobiliari, che accompagnava la politica centralista dell’impero asburgico. All’inizio del XIX secolo, i Lichtenberg non furono più in grado di far fronte alle circostanze sempre più difficili, accumulando debiti e nel 1816 fu eseguita la prima valutazione giudiziaria del feudo. Nel 1832 furono costretti ad accettare un prestito della lotteria. Il premio principale era l’intero feudo di Snežnik o 250.000 fiorini in contanti. Il fortunato vincitore, apparentemente un fabbro dall’Ungheria, preferì prendere il denaro contante, mentre i Lichtenberg nel 1847 vendettero il feudo alla coppia Karis di Vienna. I nuovi proprietari fallirono poco dopo. Nel 1853, il feudo fu acquistato all’asta per 800.000 fiorini dal principe tedesco Otto Viktor Schoenburg-Waldenburg.

Residenza di caccia
Il principe Jurij, terzo figlio del principe Otto Viktor, ereditò il castello nel 1859 e lo trasformò in una residenza estiva e di caccia. Fece costruire un piano superiore, due torrette, una terrazza, innalzò le mura, riempì gli interni con mobili preziosi e altre decorazioni, e fece creare un parco all’inglese intorno al castello. Desiderava preservare la proprietà per le generazioni future, quindi la costituì come una proprietà di famiglia ereditaria, un fideicommissum. Assunse i migliori esperti per gestire i boschi. Fu patrono della prima scuola forestale slovena, che operò sulla sua tenuta dal 1869 al 1875, poi chiusa a causa delle pressioni politiche tedesche. Con l’installazione di un mulino a vapore, il principe Jurij consentì l’inizio dell’industria moderna nella valle di Loška. Reintrodusse il cervo nei boschi, le trote nei laghetti e fece costruire numerose strade forestali. Nel 1902, il principe Jurij fu succeduto dal suo primogenito Herman, che era impegnato nel servizio diplomatico. Dopo la prima guerra mondiale, la tenuta fu divisa tra il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni e l’Italia in base al Trattato di Rapallo. Essendo cittadino tedesco, il proprietario fu posto sotto sequestro, che fu revocato nel 1924. Il principe Herman morì nel 1943 nel castello di famiglia a Hermsdorf, vicino a Dresda. Durante la seconda guerra mondiale, il custode del castello lo difese abilmente dai predoni, quindi ancora oggi possiamo ammirare gli arredi e le opere d’arte quasi intatti dall’epoca dei principi Schoenburg. Nel 1945, il castello e la tenuta furono nazionalizzati. Il castello di Snežnik è oggi una delle residenze protocollari della Repubblica di Slovenia, destinata alla promozione culturale della valle di Loška.

L’ex maneggio
Le due armaturre complete dei soldati dell’epoca
La mappa dei tempi d’oro della regione

 

L’orso di 250kg e di 200 anni fa
La sala riposo
La sala per il riposo
Una parte delle tante corna ornamentali e quadri di animali
Una serie di animali imbalsamati
La statua dedicata a Diana, la dea della caccia

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