Slovenia, Croazia e Italia: tre sistemi molto diversi

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Slovenia, Croazia e Italia: tre sistemi molto diversi

“In merito all’articolo ‘La CNI ritorni a fare politica attiva partecipando ai processi democratici” pubblicato il 28 ottobre c.a. nella pagina “Interni ed esteri’ de La Voce del popolo desidero precisare che la parte, nella quale vengono rilevate le mie considerazioni sul ruolo politico della Comunità Nazionale Italiana, storpiano volutamente o meno, il senso del mio articolato intervento sviluppatosi nell’ambito del dibattito. Nel corso della discussione ho affermato tutt’altra cosa. Mi rammarico che il tutto sia avvenuto senza verificare l’attendibilità con lo stesso interessato”. Lo rileva il deputato della CNI alla Camera di Stato della Repubblica di Slovenia, Felice Žiža, in un comunicato incentrato sul Seminario svoltosi sabato a Cormons.

Seggio al Parlamento

Nella sua nota l’On. Žiža sottolinea: “Desidero precisare anche che non sono abituato a simili forme di interventi, ma ritengo che i lettori debbano essere informati sulla realtà dei fatti e in modo diretto. Il comunicato stampa dell’Unione Italiana, ripreso dalla Voce del 28 ottobre c.a, contiene diverse inesattezze che potrebbero dare adito a interpretazioni errate di quanto è stato detto e discusso al convegno. Quanto scritto nell’articolo e riferitosi al mio intervento ‘la Comunità Italiana in Slovenia si sia tirata fuori dalla politica’, non corrisponde assolutamente a quanto ho affermato durante la presentazione della seconda parte del convegno. Nell’ampio dibattito, Rudi Pavšič, presidente della SKGZ in Italia, ha rilevato come, per la prima volta il parlamento dell’FVG non abbia un rappresentante della comunità slovena in Italia, conseguenza di un disastroso risultato elettorale dei partiti di centrosinistra, mettendo in dubbio anche un’eventuale rappresentanza futura degli sloveni d’Italia nel Parlamento Italiano, ipotizzando la necessità di creare, forse, un seggio specifico per questa realtà minoritaria come già presente in Slovenia e Croazia. Riferendomi poi alla presentazione di Ravel Kodrič il quale ha fatto notare come, secondo lui, non ci siano rappresentanti della CNI nei vari partiti politici, ho presentato la realtà politica della CNI in Slovenia. La Costituzione garantisce i seggi specifici nei Consigli comunali e i seggi specifici nella Camera di Stato. Attraverso questi ruoli viene articolata la nostra soggettività politica. L’esempio più significativo è l’accordo di collaborazione, firmato recentemente, con la coalizione pentapartitica del governo Šarec, nel quale il governo si impegna a tutelare e a promuovere gli interessi della CNI mentre i deputati ai seggi specifici, collaboreranno nella realizzazione dei punti principali del contratto di coalizione firmato tra le forze del governo per lo sviluppo dello Stato. Viene confermata così la reale partecipazione politica dei deputati in rappresentanza delle comunità nazionali, sia a livello delle autonomie locali che nazionale”.
“Ho concluso – rileva ancora nella nota il parlamentare della CNI alla Camera di Stato – paragonando i tre sistemi: Slovenia, Croazia e Italia, che si differenziano notevolmente nel modo di affrontare le attività politiche a livello di autonomie locali e nazionali, nei diritti di voto e nel coinvolgimento dei connazionali nella vita politica partitica. Ho auspicato l’organizzazione di un convegno o perlomeno di una tavola rotonda su questo tema vista la complessità e la dimensione dell’argomento”.

Bilinguismo tra teoria e prassi

“Tengo inoltre a precisare che, per quanto riguarda il bilinguismo sul territorio, ho precisato che in Slovenia, le norme di legge e costituzionali sono ampie e variegate, molto esaurienti, e tra i migliori esempi in Europa. Chiaramente tra quanto scritto e previsto, e l’applicazione e l’attuazione di tali norme c’è ancora grande disparità. Concludo chiedendomi chi era il giornalista/addetto stampa della Voce o dell’Unione, presente al Convegno, che non ha ritenuto opportuno, nemmeno chiedermi qualche spiegazione sul dibattito e che ha riportato notizie frammentarie e incomplete, banalizzando la discussione svoltasi nel corso della giornata sulla democrazia e sulle minoranze, dando informazioni erronee e sbrigative, facendomi venire il dubbio che, o non fosse presente o non abbia ascoltato con attenzione tutto il dibattito”, conclude il deputato della CNI a Lubiana.

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