Migranti dappertutto. «Coprifuoco» a Velika Kladuša

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Migranti dappertutto. «Coprifuoco» a Velika Kladuša

VELIKA KLADUŠA | Rimane sempre altissima la tensione nella Bosnia occidentale al confine con la Croazia a causa dell’emergenza migratoria. Il valico di confine di Maljevac, uno dei più importanti alla frontiera croato-bosniaca, è chiuso al traffico ormai da sei giorni. Ne risente l’economia di tutta l’area a cavallo del confine. A Velika Kladuša, la località bosniaca più vicina al posto di blocco, il giro d’affari nei ristoranti e nei negozi risulta più che dimezzato. La sera, sottolinea la gente del posto, in città vige una sorta di coprifuoco, in quanto la popolazione si chiude nelle case e per le vie si vedono in pratica solamente i migranti. Anche gli esportatori della Bosnia occidentale sono con l’acqua alla gola, in quanto per varcare la frontiera sono costretti a raggiungere valichi molto più lontani, con conseguenti ritardi nella consegna delle merci. Per tale motivo ieri nel centro di Velika Kladuša si è tenuta una manifestazione di protesta con la partecipazione di centinaia di persone. La richiesta di fondo è stata la riapertura del valico di Maljevac.

Tolleranza zero

Nell’area del valico interdetto alla circolazione, la forze dell’ordine croate sono sempre all’erta. Il vicedirettore della Polizia, Zoran Ničeno, ha dichiarato che il posto di blocco resta chiuso al traffico per non mettere a repentaglio la sicurezza dei viaggiatori. Zoran Ničeno ha avuto parole di comprensione per le difficoltà alle quali va incontro la popolazione bosniaca in seguito alla crisi migratoria, ma ha anche ribadito che la Croazia non può permettere attacchi contro i propri poliziotti. In questo contesto ha ricordato che due agenti sono rimasti feriti nei giorni scorsi quando i migranti hanno cercato di sfondare il cordone delle forze dell’ordine ricorrendo anche al lancio di pietre. “Sono cose queste che non possiamo tollerare. Continueremo a difendere il confine di Stato in tutti i modi”, ha sottolineato il vicedirettore della Polizia croata.

Reati in aumento

La Polizia della Bosnia occidentale, ovvero del Cantone dell’Una e della Sana è pure in stato d’allerta, in quanto a causa dell’enorme afflusso di migranti nella zona è in netto aumento il numero dei reati. Negli ultimi quattro mesi sono stati evidenziati ben 250 reati. Si va dal tentato omicidio, agli stupri, ai furti con scasso nelle case e nei locali commerciali.

Bloccato l’afflusso di migranti

Il comandante della Polizia locale, Mujo Koričić, ha dichiarato che sono stati presi provvedimenti decisi che hanno permesso di stabilizzare la situazione. Dopo l’apertura di nuovi centri d’accoglienza per i migranti a Bihać, ha annunciato Koričić, saranno varate altre misure per impedire ai profughi di girovagare liberamente. La Polizia bosniaca ha pure bloccato l’afflusso di altri migranti verso il territorio del Cantone dell’Una e della Sana, visto che la situazione in loco è ormai esplosiva. Però anche nei centri d’accoglienza a Sarajevo e dintorni, nei quali i migranti sono stati costretti a rientrare, non c’è più posto, per cui non si sa dove verranno ospitati i nuovi profughi in arrivo in Bosnia dai Paesi vicini.

Misure per l’integrazione

In Croazia, intanto, è maturata la consapevolezza che è impossibile arginare la crisi migratoria, semplicemente rimandando indietro le persone che cercano di varcare illegalmente la frontiera. Per di più nel Paese già soggiornano circa 650 migranti. Per tale motivo, tenendo conto anche della penuria di manodopera in molti comparti, nella sede dell’Associazione dei datori di lavoro a Zagabria, sono state presentate ieri le misure messe a punto dall’Ufficio di collocamento con cui si punta a includere i migranti nel mercato del lavoro croato. In quest’ambito si punta anche all’aggiornamento professionale degli stessi. Nel corso della presentazione sono stati illustrati diversi esempi positivi, come quelli dell’assunzione dei migranti in una casa di riposo per anziani, dove ora svolgono mansioni ausiliarie.

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