
Il tasso di inflazione in Croazia, misurato dall’indice dei prezzi al consumo, è sceso al 5,8 per cento su base annua nel mese di ottobre. Stando alla prima stima dell’indice dei prezzi al consumo, effettuata dall’Istituto statale di statistica (DZS), il tasso di inflazione rispetto al mese precedente, cioè al settembre di quest’anno, è stato dello 0,4 per cento. Siamo in presenza, dunque, di un rallentamento significativo nella crescita dei prezzi al consumo su base annua, considerando che a settembre l’inflazione era pari al 6,7 per cento. Il tasso del 5,8 p.c. è il più basso dal gennaio dello scorso anno, quando era del 5,7 p.c.
Osservato secondo le principali componenti dell’indice, il tasso di inflazione annuo stimato per il gruppo in cui vi sono generi alimentari, bevande e tabacco è stato dell’8,1 p.c., per i servizi è stato pari al 7,3 p.c., per i prodotti industriali non alimentari e non energetici è stato del 5,6%, mentre per l’energia ha registrato un calo dello 0,2 per cento.
L’Istituto statale di statistica ha annunciato che pubblicherà il 16 novembre i dati definitivi sull’indice dei prezzi al consumo di ottobre secondo la classificazione ECOICOP (Classificazione europea dei consumi individuali secondo lo scopo). La Banca nazionale croata (HNB) prevede un rallentamento dell’inflazione in Croazia nell’ultimo trimestre del 2023 e nel 2024. Secondo la prima stima di Eurostat, l’inflazione misurata dall’indice armonizzato dei prezzi al consumo in Croazia è scesa al 6,7 p.c. in ottobre dal 7,4 p.c. di settembre. A ciò ha contribuito il rallentamento dell’inflazione relativa ai generi alimentari all’8,5 p.c. dal 10,0 p.c. di settembre e dell’energia al -0,5 p.c. dal 2,8 p.c. di settembre. Tale rallentamento è il risultato di una serie di fattori, tra cui il rimbalzo del calo dei prezzi delle fonti energetiche, dei fertilizzanti e delle materie prime alimentari sul mercato mondiale sui prezzi dei prodotti alimentari importati e nazionali; la normalizzazione delle catene di approvvigionamento globali; gli effetti favorevoli dovuti al forte aumento dei prezzi dei prodotti alimentari nel corso del 2022, nonché le misure governative che limitano i prezzi di alcuni prodotti essenziali. La diminuzione dell’inflazione relativa ai prezzi dell’energia, invece, è il risultato di una diminuzione di tali prezzi rispetto al mese precedente, nonché dell’effetto favorevole dovuto all’aumento mensile di tali prezzi nell’ottobre dello scorso anno.
L’HNB ricorda che nelle sue proiezioni di settembre si aspetta che l’inflazione media annua rallenterà all’8,8 p.c. nel 2023, dal 10,7 p.c. nel 2022, al 4,7 p.c. e al 2,4 p.c. nel 2024 e nel 2025. I rischi relativi alla realizzazione del trend inflazionistico previsto sono ancora evidenti, osserva la Banca centrale. Le tensioni geopolitiche potrebbero ancora causare notevoli perturbazioni nell’approvvigionamento di energia e altre materie prime sul mercato mondiale, nonché un aumento dei loro prezzi. Inoltre, le condizioni meteorologiche sfavorevoli rappresentano un ulteriore fattore che potrebbe innescare un aumento inaspettato dei prezzi delle materie prime alimentari e dei prodotti ortofrutticoli.
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