Povertà ed esclusivismo nazionale pesanti minacce per i diritti dell’uomo

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Povertà ed esclusivismo nazionale pesanti minacce per i diritti dell’uomo

ZAGABRIA | In Croazia il 28 p.c. degli anziani e il 20 p.c. della popolazione complessiva sono a rischio povertà. A lanciare l’allarme è stato ieri il difensore civico, Lora Vidović. L’ombudsman ha affrontato l’argomento in occasione della Giornata internazionale dei diritti umani, ossia del 70° anniversario dall’approvazione della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.

“La povertà è una grande nemica dei diritti umani. È un partner della discriminazione in quanto condanna a un’esistenza relegata nell’isolamento sociale. La povertà può causare ripercussioni sulla salute, sull’istruzione e sull’accesso al mercato del lavoro. Può privare le persone di un tetto”, ha sottolineato Lora Vidović. L’ombudsman ha fatto presente che nonostante l’impennata economica, gli indicatori connessi alla povertà crescono. Ha espresso l’opinione che esistano ampi margini di miglioramento del senso di sicurezza sociale, ad esempio nella sfera dei contributi e dell’accessibilità ai servizi sociali.

Il freddo si fa sentire

Il difensore civico ha stigmatizzato il fatto che oltre il 7 p.c. della popolazione non abbia le condizioni per potersi riparare adeguatamente dal freddo nel corso dei mesi invernali. Nel tentativo di porre rimedio a questa situazione Lora Vidović aveva proposto a suo tempo di ridurre l’aliquota dell’imposta sul valore aggiunto (PDV) sulla legna da riscaldamento, sull’energia termica e sul gas; sulla falsariga di un provvedimento analogo adottato nel caso dell’energia elettrica. Tuttavia, la sua richiesta era stato respinta con la spiegazione che la misura avrebbe penalizzato eccessivamente gli introiti dello Stato.

Scarsa consapevolezza

Un atteggiamento che ha deluso Lora Vidović. L’ombudsman ha osservato che il grado di rispetto dei diritti umani da parte dello Stato si misura anche sulla base delle tutele che quest’ultimo garantisce alle fasce più bisognose della popolazione.
Il fatto che i cittadini croati spesso non siano consapevoli dei loro diritti né sappiano a chi rivolgersi per esercitarli preoccupa notevolmente il difensore civico. “Anche quando sono a conoscenza dei loro diritti, i cittadini spesso non li rivendicano, in quanto non hanno né la forza né la volontà di farlo. Non credono che in tale modo riusciranno a ottenere qualcosa; temono di sobbarcarsi spese inutili e di andare incontro a ritorsioni”, ha detto Lora Vidović.
“In base ai principi sanciti dalla sua Costituzione la Croazia si considera uno Stato sociale. Con la ratifica del Patto sui diritti economici, sociali e culturali del 1991, il Paese si è assunto l’impegno, tra le altre cose, di tutelare il diritto a condizioni di lavoro giuste e favorevoli, il diritto alla sicurezza sociale e il diritto a godere del massimo standard di salute spirituale e fisica. Nonostante ciò, sebbene avrebbe dovuto farlo entro il 2006, la Croazia non ha ancora fornito al Comitato dei diritti economici, sociali e culturali delle Nazioni Unite il secondo rapporto periodico sull’attuazione degli oneri sanciti dal Patto”, è stato fatto presente dall’Ufficio dell’ombudsman.

Nessun passo avanti

Un bilancio dello stato dei diritti umani e minoritari in Croazia è stato presentato pure da numerose organizzazioni non governative. Ivan Novosel, della Casa dei diritti umani ha affermato che in questo campo il Paese non ha fatto progressi dal momento della sua adesione all’Unione europea. “Sono anni che la Croazia non dispone di una politica pubblica sui diritti umani, di una politica nazionale sulla tutela e la promozione dei diritti dell’uomo né di una strategia sulle pari opportunità”, ha dichiarato Novosel. L’attivista ha rilevato che a causa del mancato insegnamento dell’educazione civica nelle scuole i cittadini spesso non sono consapevoli dei loro diritti.
Ana Vračar, dell’associazione BRID ha espresso preoccupazione per i continui tagli operati al budget destinato al finanziamento dell’assistenza sociale, per le possibili ripercussioni della riforma pensionistica sul tenore di vita dei cittadini e per le pressioni operate sempre più insistentemente al fine di privatizzare ampie fasce del sistema sanitario.

Diritti minacciati

Svjetlana Knežević, dell’associazione B.a.B.e., ha fatto presente che in Croazia non sono minacciati solo i diritti delle minoranze, bensì anche quelli della maggioranza. “Le donne sono nuovamente costrette a battersi per diritti che pensavano di aver ottenuto”, ha affermato l’attivista, riferendosi alla vicende accadute attorno alla Convenzione di Istanbul. “In Croazia – ha proseguito – le donne guadagnano in media l’11,3 p.c. in meno dei loro colleghi uomini. Nel caso delle pensioni il divario sale al 20 p.c.”, ha denunciato Svjetlana Knežević. Sui diritti delle donne si è espresso pure l’SDP. Il partito presieduto da Davor Bernardić ha criticato il fatto che a oltre sei mesi dalla ratifica della Convenzione di Istanbul la medesima non sembra essere attuata.

Grande cura per le minoranze

Il governo ha diffuso un comunicato in cui ha rilevato che le libertà fondamentali dell’uomo stanno alla base del suo operato. “Una particolare attenzione viene prestata alle minoranze nazionali, agli invalidi, ai bambini e alle donne, nonché a tutte le altre fasce a rischio della popolazione”.
In occasione del 70.esimo anniversario della Dichiarazione sui diritti umani a Zagabria si è tenuta una conferenza organizzata dalla Scuola superiore per i rapporti internazionali e la diplomazia, Dag Hammarskjold, alla quale sono intervenuto tra gli altri l’aiutante del segretario generale delle Nazioni Unite, Ivan Šimonović e l’ex premier Zoran Milanović, oggi presidente del Consiglio diplomatico dell’istituto.

Importante la libertà di stampa

Durante la conferenza è stato rilevato che negli ultimi anni nella società croata crescono l’intolleranza e l’esclusivismo nazionale. In quest’ambito è stato avvertito che la libertà di stampa e l’indipendenza della magistratura e del mondo accademico sono i fattori chiave della democrazia liberale: se uno di questi pilastri viene meno a soffrire è la democrazia nel suo insieme.

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