Suppletive. Un atto importante di discriminazione positiva

A colloquio con Ljubomir Mikić, analista delle politiche minoritarie, sulle elezioni suppletive del 3 ottobre prossimo alle quali gli appartenenti alle etnie saranno chiamati a eleggere numerosi consiglieri regionali, municipali e comunali

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Suppletive. Un atto importante di discriminazione positiva

Il 3 ottobre 2021 (domenica) in Croazia si svolgeranno le elezioni suppletive per l’elezione dei consiglieri eletti nelle file delle minoranze nazionali (o del popolo croato laddove questo costituisce meno del 50 p.c. della popolazione di una circoscrizione elettorale) nelle Assemblee e nei Consigli delle unità di autogoverno a livello regionale e locale. La data dell’appuntamento elettorale è stata stabilita dal governo il 19 agosto scorso – la decisione è stata pubblicata sulle Narodne novine (Gazzetta ufficiale) ed è entrata in vigore il 24 agosto 2021 – nel corso della prima seduta dell’Esecutivo convocata al termine della “chiusura” estiva dei Banski dvori.

 

Le votazioni in calendario il mese prossimo sono peculiari in quanto si svolgeranno per la prima volta ai sensi delle modifiche apportate alla Legge sulle elezioni locali nel dicembre scorso. La suddetta normativa, si ricorda, è stata rivista dal Sabor su iniziativa dei deputati eletti nella XII circoscrizione elettorale, nell’intento di rafforzare la legittimità dei consiglieri regionali, municipali e comunali eletti nelle file delle minoranze nazionali. Nell’intento di approfondire l’argomento la Stina – agenzia stampa indipendente con sede a Spalato – ha raccolto le considerazioni di Ljubomir Mikić, analista delle politiche minoritarie e autore di numerosi rapporti ombra (shedow report) del settore civile sui diritti delle comunità nazionali.

Dubbi sulla cooptazione

Mikić ha rilevato che il diritto degli appartenenti alle comunità nazionali di eleggere i propri rappresentanti negli organi rappresentativi delle unità di autogoverno a livello regionale e locale è sancito dalla Legge costituzionale sui diritti delle minoranze nazionali del 2002. Ha osservato pure che la medesima prevedeva due modalità per garantire la nomina dei consiglieri eletti nelle file delle minoranze nazionali qualora al termine delle amministrative negli organi legiferativi delle singole unità di autogoverno i medesimi non fossero stati eletti in numero sufficiente. La prima possibilità consisteva nel cooptare nelle Assemblee/Consigli uno o più candidati (appartenente a una comunità nazionale) non eletti, anche al costo di aumentare il numero complessivo dei seggi. Il criterio in base al quale si procedeva in questi casi al “ripescaggio” era quello dei consensi raccolti alle votazioni dalle singole liste elettorali. In alternativa era prevista pure la possibilità di procedere all’indizione di elezioni suppletive. Ovviamente, a causa dei costi connessi all’organizzazione di votazioni aggiuntive si preferiva ricorrere alla prima modalità.

Legittimità assicurata

Una prassi che sollevava dubbi sulla legittimità dei consiglieri eletti nelle file delle minoranze nazionali in quanto i medesimi potevano assumere l’incarico anche senza godere dell’effettivo sostegno dei loro connazionali. Pertanto il Gruppo parlamentare dell’SDSS (il partito che alle ultime parlamentari ha conquistato i tre seggi garantiti al Sabor alla minoranza nazionale serba) si è fatto promotore di un’azione tesa a modificare la Legge sulle elezioni locali in modo da rafforzare la legittimità dei consiglieri eletti negli organi legiferativi delle unità di autogoverno nei seggi garantiti alle comunità nazionali. Un’iniziativa alla quale hanno aderito pure il vicepresidente del Parlamento croato e deputato della CNI al Sabor, Furio Radin, nonché Robert Jankovics, parlamentare della Comunità ungherese in Croazia, cofirmatari dell’emendamento che ha portato alla modifica della Legge sulle elezioni locali.

In poche parole, i deputati eletti nella XII circoscrizione sono riusciti a far cambiare la Legge sulle elezioni locali in modo da garantire che qualora in seguito alle votazioni regolari non sia stato eletto un numero sufficiente di consiglieri appartenenti alle comunità nazionali l’unico modo per colmare questa carenza consista nell’indire elezioni suppletive riservate esclusivamente agli appartenenti alle minoranze nazionali (o al popolo croato laddove questo costituisce meno del 50 p.c. della popolazione di una circoscrizione elettorale).

Piena uguaglianza

Dal punto di vista di Mikić le disposizioni che garantiscono l’elezione di consiglieri appartenerti alle minoranze nazionali (parificati nei diritti agli altri membri delle Assemblee e dei Consigli con diritto di voto) negli organi rappresentativi delle unità di autogoverno rappresenta una misura che va a beneficio delle comunità nazionali. In altre parole un buon esempio di “discriminazione positiva”. “L’adozione di questo tipo di misure è considerato legittimo sia a livello di diritto internazionale che nazionale. Questi provvedimenti non sono considerati un atto discriminatorio nei confronti del popolo che costituisce la maggioranza della popolazione. Concretamente, questo genere di misure è giustificato al fine di raggiungere la piena uguaglianza e la non discriminazione delle minoranze nazionali. Insomma, l’obiettivo è di assicurare la piena integrazione degli appartenenti alle minoranze nazionali e il loro coinvolgimento effettivo nella vita politica delle unità di autogoverno”, ha dichiarato Mikić.

In base all’ordinamento croato alle minoranze nazionali sono sanciti complessivamente 331 seggi nelle Assemblee e nei Consigli delle unità di autogoverno a livello regionale. Alle elezioni del maggio scorso sono stati eletti 232 consiglieri appartenenti alle comunità nazionali. Di conseguenza le elezioni suppletive del 3 ottobre prossimo sono state indette allo scopo di eleggere ulteriori 99 consiglieri in 82 tra Regioni, Città e Comuni. Il diritto di voto potrà essere esercitato da circa 140mila persone. Saranno invitati a recarsi alle urne gli elettori d’etnia italiana, bosgnacca, rom, serba, ucraina e ungherese. A loro volta gli appartenenti al popolo croato potranno votare nei Comuni di Borovo, Jagodnjak e Trpinja.

Pure gli italiani alle urne

La Commissione elettorale di Stato (DIP) ha sollecitato gli elettori a controllare ed eventualmente a far correggere entro il 22 settembre 2021 i dati attinenti alla loro rispettiva appartenenza etnica nei registri elettorali. Gli appartenenti alla Comunità Nazionale Italiana saranno chiamati alle urne per eleggere i loro rappresentanti nell’Assemblea della Regione litoraneo-montana, nel Consiglio municipale di Rovigno nonché nei Consigli comunali di Orsera e Visignano.

I nomi dei candidati saranno resi noti dalla Commissione elettorali competenti per le singole circoscrizioni entro la mezzanotte del 9 settembre (il termine per la presentazione delle liste elettorale scadrà alla mezzanotte del 7 settembre). Per essere convalidate le liste elettorali per l’elezione del consigliere connazionale in seno all’Assemblea regionale litoraneo-montana dovranno essere sottoscritte ciascuna da almeno 110 elettori che si dichiarano di etnia italiana (stando ai dati della DIP in Regione risiedono 3.429 italiani). Le liste per l’elezione del consigliere connazionale ancora vacante nel Consiglio municipale di Rovigno (dove risultano esserci 1.608 italiani) dovranno essere sostenute (cadauna) da almeno 70 elettori che si dichiarano italiani. Nel caso delle elezioni per l’assegnazione del seggio specifico garantito ai connazionali nel Consiglio comunale di Visignano (155 abitanti italiani) e in quello di Orsera (59 residenti italiani), le liste elettorali per essere convalidate dovranno ottenere l’appoggio di almeno 25 elettori che si dichiarano connazionali. Le liste elettorali possono essere proposte dai partiti, da coalizioni di due o più schieramenti politici e da gruppi di elettori e devono includere i nomi di quattro candidati cadauna. Nel caso in cui le liste elettorali non fossero conformi alle disposizioni della legge sulle pari opportunità i proponenti rischiano multe fino a 40mila kune.

Oltre agli italiani nella Regione litoraneo-montana saranno chiamati alle urne pure gli appartenenti alla minoranza nazionale serba, che potranno eleggere due consiglieri nell’Assemblea regionale e uno nel Consiglio municipale della Città di Fiume. In Istria, invece saranno chiamati alle urne anche gli appartenenti alle minoranze nazionali bosgnacca (ha diritto a un seggio nel Consiglio comunale di Santa Domenica) e serba (ha diritto a un seggio nel Consiglio cittadino di Pola).

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