Parlamento UE. Prove tecniche di campagna

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Parlamento UE. Prove tecniche di campagna

ZAGABRIA | L’appuntamento elettorale per il rinnovo del Parlamento europeo, che a seguito della Brexit vede ridisegnati gli emicicli di Bruxelles e Strasburgo, con una nuova ripartizione dei seggi è fissato il 26 maggio (questa la data scelta da Croazia, Slovenia e con tutta probabilità anche dall’Italia). Il tempo per definire i programmi con i quali chiedere ai cittadini il voto che potrà tradursi in un seggio all’Europarlamento non manca, ma i partiti in Croazia non intendono lasciare nulla al caso e le attività preelettorali sono già scattate. Ovviamente, non tutte le forze politiche seguono lo stesso ritmo, né inseguono gli stessi risultati, ma certo è che nessuna si mostra disinteressata all’argomento.

HDZ: «Sarà una vittoria netta»

L’HDZ, che ha annunciato l’intenzione di presentarsi con una lista monocolore, non ha ancora espresso i suoi candidati, ma diversi esponenti di spicco, a partire dal presidente, nonché premier, Andrej Plenković, si sono detti certi che il risultato delle Europee sarà un successo. “Le elezioni saranno una sorta di battaglia politica per la determinazione della direzione che deve prendere il Paese”, ha detto Plenković, facendo presente che gli elettori saranno chiamati a scegliere “se dare la fiducia ai partiti nati con l’intenzione di protestare, agli anarchici, alle forze antisistema, ai sovranisti o presunti tali, alle varie frazioni socialdemocratiche, a una delle opzioni di orientamento liberale di sinistra che stanno dilagando nel Paese, o a chi da 30 anni investe nella Croazia e nello sviluppo del Paese, a chi comprende il contesto europeo e che dispone di persone, programmi e competenze per affrontare al meglio le sfide che attendono tutti noi”. “Confidiamo nella vittoria”, ha detto nei giorni scorsi anche il segretario generale, e presidente del Sabor, Gordan Jandroković, che ha confermato che i candidati saranno espressione delle organizzazioni attive nelle varie Regioni. “Faremo una selezione e sceglieremo i candidati migliori, i più portati a sedere al Parlamento europeo e difendere gli interessi del Paese. Candideremo persone che conoscono bene i temi che vengono discussi all’Europarlamento”, ha chiarito Jandroković.

SDP: Il dibattito sulla Holy

Una prima selezione è già stata fatta in piazza Ibler, ma l’SDP, che stando alle parole del presidente Davor Bernardić punta a tre mandati, si è comunque riservato di definire nelle prossime settimane la lista di candidati che correranno a maggio per un seggio al Parlamento UE. A riguardo non sono mancati, e per certi aspetti, continuano a non mancare i confronti tra le diverse correnti di pensiero. Così, archiviato il dibattito sull’opportunità che capolista sia il presidente del partito, Davor Bernardić, l’attenzione è ora puntata sul nome di Mirela Holy, che dopo l’uscita dal Partito socialdemocratico (a seguito dalla rimozione da ministro nel governo Milanović) aveva fondato l’OrAH, che alle Europee del 2014 aveva ottenuto un seggio a Bruxelles. Il dibattito è scattato nelle settimane scorse dopo che lo stesso Bernardić aveva annunciato la sua candidatura sulla lista dell’SDP. “La Presidenza del partito ha approvato all’unanimità, su mia proposta, la candidatura di Mirela Holy sulla lista dell’SDP alle prossime Europee. Holy è una socialdemocratica convinta, una donna che si batte con forza e passione per la tutela dell’ambiente, per una democrazia paritaria e per i diritti delle comunità minoritarie”, ha spiegato Bernardić, trovando sostegno in Zlatko Komadina e Ivo Jelušić. Qualche perplessità a riguardo trapela invece dalle dichiarazioni di Peđa Grbin – “In tutta sincerità non so più che cosa sia strano e che cosa non lo sia”, ha risposto a chi gli chiedeva un parere sull’invito di Bernardić alla Holy –, che comunque auspica per l’SDP un risultato di gran lunga migliore dei tre mandati posti come obiettivo dal presidente del partito. Sulla stessa linea anche Gordan Maras, a cui avviso l’obiettivo dei Socialdemocratici deve essere sempre quello di vincere l’HDZ e che riguardo all’inclusione dell’ex collega di partito nella lista per le Europee ha dichiarato: “L’SDP è un partito aperto. Holy in passato ha commesso degli errori, ma nessuno è immune agli sbagli”.

Orešković esclude coalizioni

Un altro nome che non comparirà nelle liste per le Europee di maggio è quello di un altro ex Socialdemocratico, ora deputato indipendente, Bojan Glavašević, per il quale si ipotizzava una discesa in campo nelle file dello Start fondato da Dalija Orešković. “Per come stanno le cose penso che non mi candiderò alle Europee. I motivi sono di ordine personale”, ha dichiarato a riguardo Glavašević. Sulla lista dello Start figureranno comunque nomi di persone non iscritti al partito. “Ciò non significa però che sottoscriveremo accordi di coalizione”, ha puntualizzato Dalija Orešković, che si rifiuta di parlare di fallimento in merito alla conclusione del dialogo avviato in merito a una lista congiunta con gli esponenti di Pametno. La formazione presieduta da Marijana Puljak ha però stigmatizzato l’atteggiamento dello Start che avrebbe dimostrato “disinteresse a una coalizione e si sarebbe concentrato esclusivamente sulle modalità di candidatura e sulla ripartizione dei posti in lista”. Chiuso con un nulla di fatto anche il tentativo di raggiungere un’intesa con la piattaforma Možemo e anche qui la Orešković minimizza. “Il dialogo era stato avviato prima della fondazione del partito Start e puntava a verificare la compatibilità in materia di contrasto ai principali problemi che affliggono la società”, ha spiegato, precisando che la decisione sulle modalità di partecipazione alle Europee non è stata comunque ancora presa. Dal canto suo il leader di Možemo, Tomislav Tomašević, conferma che “la piattaforma non sta lavorando a un’intesa con lo Start, bensì con i partiti Nova ljevica e ORaH”.

Coalizione di Amsterdam

Nessuna perplessità, invece, nelle fila della Coalizione di Amsterdam, che spera in almeno due seggi. Capolista è il presidente della Regione istriana, Valter Flego (DDI), che ha già annunciato che in caso di elezione il suo posto di lavoro sarà a Bruxelles, alle sue spalle l’attuale eurodeputato Jozo Radoš (Glas), mentre in terza piazza si trova lo specialista in chirurgia infantile e medico della nazionale croata di calcio, Zoran Bahtijarević (HSS). Seguono il presidente dell’HSU, Silvano Hrelja e la vicepresidente del PGS, Tea Mičić Badurina. I presidenti dell’HSS, Krešo Beljak, e del Glas, Anka Mrak Taritaš sono rispettivamente undicesimo e dodicesima ma l’ultima parola spetta agli elettori, che hanno la possibilità di stravolgere l’ordine di lista con il voto di preferenza. Tra i candidati non figura invece il leader dei Democratici, Mirando Mrsić, il cui partito ha deciso di presentarsi con Marina Gradišer, medico diabetologo di Čakovec.

Kolakušić: «Mi candido»

Sulle liste, il 26 maggio prossimo, gli elettori croati troveranno poi anche il nome del leader del partito Snaga, Goran Aleksić, che sarà capolista pur sapendo già ora che anche in caso di elezione non si trasferirà a Bruxelles. “Nel caso cederò il mio posto a un collega di lista. Ritengo di essere più utile qui”, ha detto, alludendo al suo impegno al Sabor, dove opera nell’ambito del gruppo parlamentare di Barriera umana, che riguardo alle attività all’Europarlamento ha già trovato l’intesa con l’M5S. Il giudice diventato famoso per la sua battaglia contro la corruzione, Mislav Kolakušić, ha annunciato l’intenzione di presentarsi su una lista civica. “Mi batto da una vita per tutelare i valori costituzionali. I giudici possono candidarsi alle elezioni e io lo farò a quelle per l’Europarlamento. Al mio fianco ci saranno esponenti della società civile e nessun politico”, ha dichiarato in un’intervista rilasciata negli studi dell’HRT partecipando alla trasmissione Domenica alle 2 (Nedjeljom u 2). Quanto ai finanziamenti ha precisato che le spese della campagna elettorale saranno sostenute prevalentemente da sua moglie, mentre in parte saranno coperte dalle donazioni che vorranno elargirgli i cittadini. Riguardo alla possibile incompatibilità tra il ruolo di giudice e quello di europarlamentare è stato chiaro: la Legge sul Parlamento europeo consente ai giudici, ai procuratori di Stato, ai tutori civici e a tutti gli altri funzionari pubblici di candidarsi alle Europee. “Io lo farò perché mi viene chiesto costantemente un impegno più concreto”, ha concluso Kolakušić.

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