3. maj. Un altro sgarbo da parte della direzione

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3. maj. Un altro sgarbo da parte della direzione

FIUME | “Dal 28 giugno del 2013, ossia dal giorno in cui il 3. maj è stato acquisito dall’Uljanik, il nostro cantiere è stato devastato costantemente. Sono stati portavi via centinaia di milioni di kune, abbinati a un deflusso non quantificabile di materiale. Nell’ultimo periodo il 3. maj ha iniziato a perdere anche la sua risorsa più preziosa: i lavoratori”. Lo hanno rilevato all’unisono i rappresentanti sindacali del cantiere navale di Fiume, riunitisi ieri per una conferenza stampa. I dati parlano chiaro, in particolare quelli riguardanti il numero dei dipendenti del cantiere: 1.737 il giorno dell’acquisizione e 1.130 oggi. “A causa del calo delle maestranze, il direttore del 3. maj, Maksimilijan Percan, ha annunciato l’intenzione di disdire i contratti di lavoro di cinque capisettori del 3. maj, perché secondo lui noi non siamo più in grado di costruire navi. Tutto ciò è assurdo e inammissibile. Se venissimo messi in condizione di lavorare con a disposizione i materiali necessari, ancor oggi saremmo in grado di portare a termine i lavori che abbiamo in cantiere. Anzi, sono proprio questi cinque capisettori il meglio che resta nel 3. maj e sono loro le figure dalle quali dovremmo ripartire”, ha detto chiaramente Juraj Šoljić, presidente del Sindacato, secondo il quale, questa mossa non è altro che l’ennesima dimostrazione di forza da parte di chi ha il coltello dalla parte del manico.

L’incertezza

“Non c’è alcun valido motivo alla base di questa decisione. L’unica cosa che possiamo pensare è che qualcuno non sia ancora soddisfatto del processo di annientamento del 3. maj. Questi dipendenti sono il meglio che abbiamo e ci auguriamo che rimangano in azienda in qualche modo, anche se non abbiamo nessuna garanzia per il futuro. Non sappiamo quale decisione prenderà il giudice e non sappiamo più nemmeno quale sia l’opinione del governo in merito. L’unica cosa che sappiamo è che non ci possiamo fidare più di nessuno. Come ben sapete oggi è un mese da quando Debeljak è entrato nell’Uljanik come partner strategico, eppure non si è ancora parlato degli stipendi. Siamo senza parole”, ha affermato Predrag Knežević, sindacalista del 3. maj.

Verso il fallimento…

“Martedì il Tribunale deciderà sul fallimento del nostro cantiere. In quell’occasione anche noi diremo la nostra. Stiamo parlando con tutti i dipendenti, per capire insieme cosa vogliamo fare. Non è nostra intenzione spingerli a firmare per il fallimento, bensì informare tutti e poi raccogliere le firme dei lavoratori che propendono per tale soluzione. Se entro lunedì 11 marzo avremo raccolto fra il 60 e il 70 per cento delle firme, presenteremo il tutto in Tribunale”, ha dichiarato Boris Bučanac, sindacalista del 3. maj.
Fino a quando senza paga?
I sindacalisti hanno puntualizzato che non parteciperanno più a nessuna riunione fino a quando non verrà comunicata loro la data nella quale i lavoratori riceveranno lo stipendio. “Non si può più andare avanti senza paga. Se non sapremo qualcosa al più presto la risposta che i lavoratori daranno martedì è abbastanza scontata. Siamo stufi dei discorsi inconcludenti dei politici, non portano a nulla. In questo momento i lavoratori vogliono i loro stipendi, il resto sono soltanto parole a vanvera.

Ministro… inconcludente

“Il ministro ha cambiato idea troppe volte. Nella stessa giornata ci sono state dichiarazioni positive e negative, è inaudito. A questo punto non possiamo fare altro che pensare che il ministro sia in balia della direzione dell’Uljanik, della quale non si dovrebbe fidare nessuno. Se il ministro ci avesse ascoltato mesi fa ora sarebbe tutto risolto, ma lui ha preferito dar retta ai direttori e ora siamo quasi a un punto di non ritorno”, ha dichiarato il sindacalista Veljko Todorović.

Raccolta di aiuti umanitari

Nel frattempo i cittadini di Fiume hanno risposto in massa alla raccolta di generi di prima necessità per le famiglie dei cantierini. La settimana scorsa è stato raccolto un po’ di tutto, dalla farina al cioccolato, passando per il cibo in scatola di tutti i tipi. Grazie alla grande bontà dimostrata dai fiumani le organizzatrici, Jasna Vrhovac e Marina Kilinčan, hanno deciso di reiterare l’azione di donazione, che questa volta si è svolta a Cantrida fra le 15 e le 17 di ieri. Anche in questo caso la risposta dei cittadini è stata notevole, con molte macchine in fila lungo la strada, ad aspettare di poter entrare nel parcheggio dove è stata organizzata la raccolta. Fiume non è nuova alla chiusura di grandi aziende, un fenomeno che ha caratterizzato gli anni ‘90. Forse proprio per questo motivo in tanti stanno donando quello che possono, perché ricordano di essere stati anche loro in una situazione problematica.

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