On. Carlo Giovanardi «Isoliamo i provocatori»

Lettera ai Sindaci Vojko Obersnel e Roberto Dipiazza

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On. Carlo Giovanardi «Isoliamo i provocatori»

Carissimi Sindaci di Fiume e Trieste,
di due straordinarie città cosmopolite, ricche di storia e cultura, ambedue sino al 1918 facenti parte della stessa entità statuale, l’Impero Austroungarico. punto di incontro del mondo latino, germanico e slavo, esempio secolare di convivenza dove in famiglia si parlavano correttamente più lingue e tantissimi avevano ascendenti italiani, croati o austriaci, non a caso Fiume è stata scelta come Capitale europea della Cultura nel 2020, dove tutti i cittadini dell’Unione, italiani compresi oltre a quelli autoctoni, saranno a casa loro come i croati lo sono quest’anno a Matera, Capitale europea della Cultura 2019.
Gli straordinari progressi di amicizia e collaborazione sviluppatisi in questi ultimi anni rischiano però di essere compromessi dalle polemiche per la collocazione a Trieste di una statua di Gabriele D’Annunzio, seduto su una panchina mentre legge un libro.
Ho troppa esperienza del mondo politico per non capire che questa decisione, assunta in concomitanza del centesimo anniversario dell’avventura dannunziana a Fiume, avrebbe scatenato innanzitutto conflitti italo-italiani, come puntualmente avvenuto con la lettera dei duemila contestatori, e di rimbalzo in Croazia, dove in democrazia nessuno si può permettere di non essere in prima linea contro un revanscismo vero o inventato che sia.
Eppure, caro Sindaco Obersnell, nessuno a Trieste pensa che la città sia diventata libera con l’arrivo delle truppe titine nel maggio 1945 ma che in realtà sia stata “liberata” un mese dopo quando passò sotto l’amministrazione degli Alleati, mentre nella storia di Fiume antifascisti veri come Riccardo Zanella, sempre vincitore in elezioni democratiche, subirono persecuzione ed esilio da parte dei fascisti e i martiri antifascisti liburnici autonomisti come Nevio Skull. Mario Blasich, Giovanni Rubinovich e Giuseppe Sincich pagarono con la vita, assassinati da sicari comunisti nel 1945, l’amore per la loro città, inghiottiti nella tragedia di un dopoguerra che disseminò l’intera Croazia di fosse comuni, come la stampa riporta con grande rilievo in queste settimane.
Proprio nell’ottica di lasciare agli storici un approfondimento delle tragedie causate dal fascismo prima e dal comunismo poi al nostro confine orientale, ero stato entusiasta nel mese di dicembre dello scorso anno della presenza al Vittoriale dell’Assessore alla cultura di Fiume e del rappresentante dell’Ambasciata croata all’inaugurazione della mostra di Storia Postale di Fiume, una documentazione eccezionale di una città che è stata austriaca, ungherese, Stato Libero, italiana e oggi croata e europea.
Vi prego pertanto di guardare avanti verso l’appuntamento del 2020, isolando i provocatori che da una parte e dall’altra vogliono fare tornare indietro le lancette della storia al 1919 o al 1945, riesumando ideologie morte e sepolte e anacronistici rigurgiti ipernazionalisti.
Sono convinto che Gabriele D’Annunzio non si offenderà se la sua statua troverà collocazione pubblica a Trieste nel 2020, mentre l’Europa celebra Fiume Capitale europea della Cultura, e la città di Fiume, arricchita dalla presenza della nostra comunità, possa avvalersi della consolidata collaborazione con la Società di Studi Fiumani e la Fondazione Vittoriale presieduta da Giordano Bruno Guerri per parlare di D’Annunzio poeta, scrittore, patriota, soldato e uomo del suo tempo, con una visione anche aspramente critica di questo grande personaggio che, amato od odiato, è comunque parte importante della cultura europea.

On. Carlo Giovanardi
Presidente Associazione Fiume 1918-2018

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