Nel mirino di Troskot i sindaci progressisti

0
Nel mirino di Troskot i sindaci progressisti

ZAGABRIA | Continua il braccio di ferro tra i promotori dell’iniziativa referendaria per la modifica della Legge elettorale e i sindaci del centrosinistra che fanno il possibile per rendere dura la vita ai sostenitori di una consultazione vista come un brutale attacco ai diritti delle minoranze nazionali e ai principi democratici. A questo punto pare inevitabile che le controversie vengano risolte per via giudiziaria.

Azione legale contro Fiume

L’Iniziativa civica “Il popolo decide”, che ha dato il via alla raccolta di firme per indire un referendum sulle modifiche al sistema elettorale, ha infatti intenzione di sporgere denunce costituzionali contro la Città di Fiume e la municipalità di Samobor, perché “hanno negato ai propri cittadini del diritto di esprimere il proprio parere”, nonché nei confronti di Zagabria, Osijek e Fiume, perché “hanno fatto pagare ai propri cittadini la tassa sul referendum”.
Zvonimir Troskot, coordinatore dell’Iniziativa civica, ha spiegato che “si tratta di un doppio pagamento dei luoghi di raccolta delle firme, che sono dei luoghi pubblici e che i cittadini pagano già sotto forma di tasse e accise. E si paga in più il diritto dei cittadini di esprimere il proprio parere in merito al referendum”.

«Intervenga il Ministero»

Siccome la denuncia costituzionale sarà risolta solamente dopo il termine fissato per la raccolta delle firme, Troskot ha invitato il Ministero dell’Amministrazione a intervenire, visto che esiste un organismo di controllo che deve reagire per Legge e inviare un controllo in sito per verificare se quelle Città operano in armonia con la Legge e la Costituzione.
Troskot ha rilevato che, nella trasmissione TV Otvoreno, il sindaco di Fiume Vojko Obersnel ha definito “menti malate” i quattro esperti di diritto costituzionale che hanno valutato che i quesiti del referendum sono in armonia con la Costituzione, nonché tutti i cittadini che si sono già espressi sottoscrivendo la petizione.

«Una normativa severa»

Alla richiesta di commentare il fatto che molti esperti considerano incostituzionali i quesiti referendari, dietro ai quali si cela il tentativo di dare un duro colpo ai diritti delle minoranze, nonché l’annuncio dell’SDP di voler avviare modifiche alla Costituzione per determinare quali siano le limitazioni da imporre ai quesiti referendari, Troskot ha risposto: “La normativa sui referendum in Croazia è una delle più severe al mondo. Infatti, in soli 14 giorni si devono raccogliere 380mila firme, il che in verità è un ostacolo per la democrazia e per i cittadini che vogliono veramente esprimersi sul referendum. Il sindaco fiumano dell’SDP ha privato i suoi cittadini del diritto costituzionale a esprimersi, per cui c’è da chiedersi chi darà ora loro la possibilità di dire la propria”. 

Infine Zvonimir Troskot ha annunciato che domani l’Iniziativa civica renderà noto quanti cittadini abbiano apposto la propria firma per l’indizione della consultazione nella prima settimana di raccolta delle sottoscrizioni.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display