Mutui, una battaglia a colpi di carte bollate

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Mutui, una battaglia a colpi di carte bollate

ZAGABRIA | Una sentenza storica o semplicemente un verdetto interlocutorio che fa ripartire da zero i procedimenti giudiziari? Nemmeno sull’interpretazione da dare alla recente decisione della Corte suprema vi è un linguaggio comune tra le banche e l’Associazione Franak, che difende gli interessi dei clienti che a suo tempo avevano acceso i mutui vincolati al franco svizzero e poi li avevano convertiti in euro. La battaglia a colpi di carte bollate è destinata pertanto a proseguire e i primi a guadagnarne a quanto sembra saranno gli avvocati. Per quanto concerne l’esito finale del braccio di ferro giudiziario questo rimane comunque incerto, Gli istituti di credito appaiono decisi, una volta esaurite tutte le istanze nazionali, a rivolgersi alla Corte europea per i diritti dell’uomo forti anche della sentenza con la quale è stata affossata la cosiddetta Legge Škibola, approvata per difendere gli interessi dei clienti delle casse di risparmio estere. Al di là del possibile verdetto finale l’unica cosa certa è che i procedimenti non saranno brevi. Ed è proprio su questo che fanno leva le banche per scoraggiare già in partenza i clienti che volessero ricorrere alle vie giudiziarie richiamandosi all’ultima decisione dei giudici della Corte suprema.

Affrettarsi con le denunce

L’Associazione Franak, forte del successo ottenuto grazie alla decisione dei magistrati dell’Alta Corte ha invitato ieri tutti i titolari di mutui vincolati al franco svizzero, inclusi coloro che hanno già convertito tali prestiti in euro, a denunciare senza indugi le banche e a chiedere il rimborso del denaro che gli istituti di credito avrebbero loro estorto “illegalmente”. Per appurare se le cose siano andate veramente così sarà necessario ricorrere alla perizie e far valere le proprie ragioni innanzitutto dinanzi ai Tribunali di primo grado.
Nel corso della conferenza stampa tenuta dinanzi alla sede della Corte suprema a Zagabria, l’attivista della Franak, Maja Gavran, ha puntato l’indice accusatore nei confronti della Banca nazionale e di tutti i governi che si sono succeduti negli ultimi dieci anni, i quali “non avrebbero fatto nulla per fermare le rapine e tutelare il popolo croato”. Il deputato e attivista della Franak, Goran Aleksić, ha commentato anche le accuse degli istituti di credito secondo le quali l’Associazione a cui fa capo starebbe effettuando pressioni sulla magistratura. Aleksić, in questo contesto, ha affermato che “l’Associazione croata delle banche è una massa di bugiardi”. Secondo l’attivista la cosa migliore che possono fare i titolari di mutui vincolati al franco svizzero è cercarsi un avvocato e dare inizio all’iter giudiziario. “Conviene a tutti sporgere denuncia, perché è chiaro che ogni cliente ha pagato più del dovuto sia in termini d’interessi che di differenze di cambio”, ha sottolineato Aleksić.

Le banche al contrattacco

Di tutt’altra opinione, ovviamente, l’Associazione bancaria croata (HUB), che ha accusato il parlamentare e la Franak di manipolazione ai danni dell’opinione pubblica. Secondo gli istituti di credito Aleksić e la Franak avrebbero intenzionalmente evitato di parlare dei costi e della complessità dei procedimenti giudiziari nei confronti delle banche e dei danni finanziari ai quali i clienti potrebbero andare incontro. In quest’ambito l’HUB ha posto una domanda retorica: “La Franak è disposta a rispondere per i danni che i clienti delle banche potrebbero subire se dovessero adire alle vie giudiziarie?”.
L’HUB ha reiterato inoltre le accuse sulle “pressioni nei confronti della magistratura”, puntando l’indice contro la pubblicazione sui mass media “a scadenza praticamente quotidiana di articoli su singole sentenze giudiziarie, di cui si analizzano di regole solamente alcune parti estrapolandole dal contesto”. Sempre secondo l’HUB il fatto che i procedimenti, in base alla decisione della Corte suprema alla quale si richiama la Franak, siano stati rimandati ai Tribunali di primo grado per essere riesaminati, non significa ancora che l’esito finali degli stessi sia scontato. Le banche in quest’ambito insistono nell’affermare di aver effettuato la conversione dei mutui in linea con la Legge sui crediti al consumo. Avvertono pure che bisogna rispettare pure i principi dello Stato di diritto nell’interesse non soltanto delle banche, ma di tutta l’economia.

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