Pola pensa all’energia solare

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Pola pensa all’energia solare

Si chiama Piano d’azione per l’efficienza energetica (PAEE) ed è un documento approvato in marzo dal sindaco di Pola, senza bisogno di ulteriori verifiche e convalide da parte del Consiglio municipale. L’incartamento consiste in una quarantina di pagine che in parte s’ispirano all’analogo documento nazionale, il quale a sua volta passa in rassegna gli obiettivi di riduzione dei consumi di energia primaria e finale (riscaldamenti, industria, trasporti) e delle emissioni dei gas serra, con tutte le stime in termini di spesa, risparmio e ritorno dell’investimento per opera proposta o in via di realizzazione. Il Piano locale propone anche un breve riassunto dei risultati conseguiti nel 2018 e le principali misure adottate, ma senza fornire dati concreti sui risparmi effettivamente conseguiti. In realtà non potrebbe essere altrimenti, visto che finora si è trattato principalmente di pianificare, progettare e programmare opere e investimenti che matureranno soltanto a partire da quest’anno (come nel caso dell’acquisto degli autobus a gas naturale compresso e costruzione del relativo distributore). Tuttavia risultano carenti anche le relazioni relative ai risparmi energetici derivanti del progetto Dolcevita, che pure dura da diversi anni, anche se ad andamento… lento.

Il potenziale energetico

Tralasciando di discutere di autobus ecologici alimentati a gas naturale compresso in via d’acquisto grazie a investimenti europei del valore di 28 milioni di kune, spulciamo piuttosto il capitolo dedicato alle fonti di energia alternative. In questo caso l’energia solare, che alle nostre latitudini e col nostro potenziale d’insolazione, dovrebbe rendere molto più di quel che rende ora. Vero è che le nuove costruzioni sono state progettate sul nascere con la massima disponibilità di pannelli fotovoltaici. L’ultimo esempio è il Polo natatorio di Veruda. Il suo sistema fotovoltaico produce l’energia elettrica sufficiente per riscaldare l’acqua dei cinque servizi igienici che troviamo nel seminterrato dell’impianto, ma non basta (è ovvio) per il riscaldamento degli interni e dell’acqua contenuta nelle piscine, per cui le caldaie sono alimentate a metano.

Le incognite meteo

Ma che ne è dei palazzi a uso pubblico (scuole, palestre, asili ecc) costruiti prima che l’Unione Europea ci costringesse a riflettere sui consumi di energia elettrica e sulle emissioni atmosferiche? Il PAEE della Città di Pola si è preso la briga di catalogare (mappare) le costruzioni ad uso civile più adatte a sfruttare a proprio vantaggio l’energia solare, classificandole secondo il loro “potenziale energetico” che dipende direttamente dal grado di irradiazione solare, dall’area geografica, dalla stagione, dalle condizioni meteorologiche e naturalmente dalla superficie dell’impianto stesso. L’unità di misura dell’impianto fotovoltaico (la sua potenza massima) è il kiloWatt picco (kWp) ed è una grandezza soltanto teorica poiché il rendimento di energia solare, si capisce, varia nel tempo e con le condizioni meteorologiche. La sua potenza non è quindi costante ma variabile, per cui tutte le stime sui risparmi dovranno essere considerate esclusivamente come potenziali, e perciò ipotetiche. Eppure è possibile esprimere una stima dei benefici del fotovoltaico per gli edifici ad uso pubblico. Ecco la classifica dei più quotati in base a tre criteri distinti in stretta correlazione: la potenza massima espressa in kWp, la stima del rendimento in kWh/anno e la stima della riduzione delle emissioni di CO2 in tonnellate all’anno.

La scuola di Montegrande

Ebbene al primo posto in graduatoria troviamo il Palazzetto dello sport di Veruda con un 59,4 di kWp di potenza massima teorica che potrebbe fornire 82.198 di kWh/anno di energia elettrica, e ridurre le emissioni di CO2 di 49,32 t/anno. La seconda costruzione polese particolarmente adatta ad accogliere impianti fotovoltaici sarebbe la scuola elementare di Montegrande che si sviluppa in larghezza e presenta quindi una notevole superficie di tetti piani adatti a sostenere un generoso sistema fotovoltaico: la sua potenza massima è di 50,22 kWp, la stima del risparmio energetico di 70.684 kWh/anno e la riduzione delle emissioni pari a 42,41 t/anno. Tutti gli altri edifici a uso pubblico presentano parametri nettamente inferiori. Tuttavia non sono da scartare. La sola differenza è che i tempi di ritorno dell’investimento s’allungano in proporzione. Ad ogni modo tra i candidati figurano la SE di Monteparadiso e il Pattinaggio, con una potenza di 30,24 kWp e un risparmio tra i 41,8 e i 42,8 kWh/anno. Seguono in classifica l’asilo Centar, la SE di Veruda, gli asili Monte Zaro e Izvor, il centro sportivo Fratelli Ribar e le scuole elementari di Castagner e di Stoia, ciascuno con 20,52 kWp di potenza massima teorica, capace di generare tra i 26.628 e i 29.206 kWh l’anno e ridurre le emissioni di biossido di carbonio dalle 15,97 alle 17,52 t/anno.

Nella mappatura pure la Martinuzzi

La classe successiva di impianti candidati per accogliere impianti fotovoltaici include la scuola elementare italiana “Giuseppina Martinuzzi”, il Bocciodromo di Veruda e i due asili di recente costruzione in Siana e a Montegrande. Il loro potenziale fotovoltaico massimo è stimato a 10,26 kWp con resa variabile tra i 13.585 e i 14.566 kWh/anno, per una riduzione delle emissioni serra compresa tra le 8,15 e le 8,74 t/anno. In coda alla classifica il Capolinea degli autobus al Quinto (Siana) e l’asilo di Veruda, la cui potenza massima teorica non supera i 5,4 kWp, per cui la resa energetica non andrebbe oltre i 7.809 kWh/anno, mentre la riduzione delle emissioni serra non supererebbe le 4,69 tonnellate l’anno. Se dotati contemporaneamente di impianti fotovoltaici, i 17 edifici sopra elencati consentirebbero un risparmio energetico pari a 478.380 kWh l’anno e una riduzione delle emissioni di CO2 pari a 303,33 tonnellate l’anno. Ovviamente il Piano d’azione esprime quelle che sono le possibilità, ma non anche le probabilità d’investimento reali sul breve periodo. Quindi, più che un piano d’azione, in questo campo almeno, il PAEE non è che un elenco di belle idee e buoni propositi.

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