Minoranze. I Programmi operativi rischiano di rimanere lettera morta

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Minoranze. I Programmi operativi rischiano di rimanere lettera morta

ZAGABRIA | L’ambaradan successo nell’Emiciclo parlamentare ieri l’altro ha fatto passare in secondo piano un tema di grande importanza per le etnie, ossia la sorte dei Piani operativi per le minoranze nazionali. A portare l’argomento all’attenzione del Sabor è stato il vicepresidente del Parlamento e deputato della CNI, Furio Radin. Nel corso del question time l’On. Radin si è rivolto al vicepremier e ministro degli Affari esteri ed Europei, Marija Pejčinović Burić, per chiedere chiarimenti sull’attuazione dei Piani operativi.

“I Piani operativi per le minoranze nazionali scaturiscono dal Programma di governo pattuito con i rappresentanti delle minoranze nazionali. Si tratta di documenti frutto di un grande lavoro, molto precisi sia per quanto concerne i termini attinenti alla loro attuazione sia per quanto riguarda i contenuti. Si sa perfettamente anche a chi spetta attuarli”, ha fatto notare Radin.

Si procede a rilento

“I Piani – ha proseguito – sono operativi al punto che i ministri possono digitalizzarli e inserirli nelle loro agende e attivare l’allarme che li avvertirà nel caso abbiano dimenticato i documenti nel cassetto o nei meandri dei loro computer”. “Non avrei bisogno di rivolgervi questa domanda se i Piani operativi venissero attuati. Mi vedo costretto a porre quest’interpellanza giacché ciò che abbiamo concordato nella nostra veste di partner e che poi è stato approvato dal governo viene attuato molto parzialmente e con grandi difficoltà”, ha chiosato Radin. “Quando è stato presentato il primo rapporto sull’attuazione del Piano, nell’agosto del 2018, ho fatto presente al premier che non si era iniziato ancora a realizzare la maggior parte delle cose pattuite o che le medesime erano state realizzate soltanto parzialmente. Nell’ambito delle mie osservazioni al rapporto sui Piani operativi, la frase alla quale sono ricorso con maggiore frequenza recita: ‘Non realizzato’. Ovviamente, ci sono delle eccezioni che però non fanno altro che confermare la paralisi dell’attività di governo per quanto concene l’attuazione del Programma operativo”, ha rilevato il vicepresidente del Sabor. “Desidero rivolgere all’Esecutivo un messaggio semplice. Quello che a voi può sembrare irrilevante per noi significa tantissimo. Ho affrontato la questione con altri deputati delle minoranze e la maggior parte di loro concorda con me che a dir poco i tempi prestabiliti non vengono rispettati”, ha rilevato Radin. Il deputato della CNI ha puntualizzato che le questioni alle quali si sta riferendo non sono di carattere prevalentemente finanziario. “Mi sto riferendo a diritti sanciti da accordi internazionali, al funzionamento, all’assetto e nel caso di alcune minoranze alle modalità di registrazione delle scuole e dei curricula scolastici. Mi sto riferendo al bilinguismo nelle autonomie locali e nell’amministrazione statale nei Comuni, nelle Città e nelle Regioni bilingui e in particolare all’uso delle lingue delle minoranze nazionali nei Tribunali. Queste sono soltanto alcune delle domande che attendono risposta”, ha dichiarato Radin sollecitando i ministri a estrarre i Piani operativi dai cassetti.

Scioglieremo i nodi

Nel prendere la parola il vicepremier e ministro degli Affari esteri ed Europei, Marija Pejčinović Burić. ha ricordato che poco più di un mese fa si è tenuta una riunione nel corso della quale sono stati stabiliti i passi da compiere. “Laddove insorgano problemi, abbiamo stabilito che io, nella mia veste di vicepremier, chiederò ai vari dicasteri di esprimersi in materia, in modo da capire come stanno le cose e regolarci per poter superare lo stallo”, ha spiegato il capo della diplomazia. “In questo momento – ha proseguito – dispongo delle risposte di quasi tutti gli organismi contattati. All’inizio della prossima settimana mi incontrerà con i colleghi a livello di coordinamento, per fare il punto sulla situazione per quanto concerne gli impegni che ci siamo assunti. Come ho promesso a tutti voi in occasione della riunione che abbiamo avuto alla fine dello scorso mese di novembre, ci incontreremo nuovamente per discutere dell’argomento”.In ogni caso, Marija Pejčinović Burić, ha sottolineato che nel 2017 dal Bilancio dello Stato sono stati erogati 144 milioni di kune per i programmi destinati alle minoranze nazionali. “Stiamo parlando di 13 milioni di kune in più rispetto all’anno precedente. Stando ai dati preliminari a nostra disposizione, pare che nel 2018 l’incremento dei fondi destinati alle minoranze sarà addirittura maggiore”, ha puntualizzato il vicepremier. Marija Pejčinović Burić ha notato, inoltre, che i Piani operativi sono stati approvati nel 2017 e pianificati per il quadriennio 2017-2020. Pertanto, ha valutato che ci sia tutto il tempo necessario a superare gli intoppi. “Non abbiamo mai detto che qualcosa non può essere fatto. Valuteremo insieme a voi come superare i problemi”, dichiarato il vicepremier.

Una doverosa attenzione

Nella sua replica Radin ha fatto presente che gli accordi devono essere rispettati. “Le coalizioni, le ricordo, si reggono sui programmi e sulle prese di posizione. La mia esperienza parlamentare mi obbliga a farle presente che ai Programmi rivolti alle minoranze nazionali non si sta prestando nemmeno lontanamente la dovuta attenzione. L’attenzione che in base ai miei valori e per motivi pragmatici i medesimi meritano”, ha concluso il vicepresidente del Sabor.

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