Niente rimpasti… per il momento Il partito di Bandić resta alla finestra

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Niente rimpasti… per il momento Il partito di Bandić resta alla finestra

ZAGABRIA | “Se entra Bandić l’HNS è fuori” (Stjepan Čuraj – HNS). “Se ai Banski Dvori va il sindaco di Zagabria anche l’HSLS è fuori” (Darinko Kosor – HSLS). “Nessun rimpasto di governo è previsto, Bandić non ha chiesto poltrone” (Branko Bačić – HDZ). “Propongo Bandić come consulente di Plenković per la corruzione e la trasparenza dell’amministrazione pubblica”, (Gordan Maras – SDP). Sono state salutate ieri con un fuoco di fila di commenti inviperiti le voci secondo le quali il partito di Bandić potrebbe entrare a far parte a pieno titolo della maggioranza e anche dell’Esecutivo. Come si può ben capire il primo cittadino della capitale è stato ieri al centro dell’attenzione dei deputati al Sabor con l’HNS e l’HSLS, partner dell’HDZ nell’Esecutivo, che a causa degli ultimi “acquisti” da parte del gruppo parlamentare del suo partito, del quale fanno parte anche i Riformisti e alcuni indipendenti, hanno minacciato l’uscita del governo, nel caso in cui lo schieramento di Bandić ne entrasse a fare parte.

Il grande amore per Milanka Opačić

Con grande probabilità il gruppo parlamentare di Bandić continuerà a crescere con l’ingresso di Milanka Opačić, ex SDP, arrivando così a contare 11 deputati. Un bel “plotone” di parlamentari che darebbe la possibilità al sindaco di Zagabria di rimescolare le carte della maggioranza di governo.
Se l’amore nei confronti di Paolo Malatesta, per Francesca da Rimini nella Divina Commedia nacque per “colpa” di un romanzo cavalleresco, con la famosa frase “galeotto fu il libro e chi lo scrisse”, per Milanka Opačić galeotto fu il concerto di Zdravko Čolić perché, stando a quanto riportato dai media, tra una canzone e l’altra l’ex passionaria dei socialdemocratici sarebbe stata “basciata da cotanto amante”, ovvero Bandić sarebbe riuscito a persuaderla ad aderire alla sua formazione. Siamo ormai giunti al punto che alcuni sussurrano che per l’ex vicepremier nel governo di centrosinistra di Zoran Milanović potrebbe esserci posto anche nell’attuale Esecutivo dopo un eventuale rimpasto.

Partner irritati

Gli attuali partner dell’HDZ però puntano i piedi. Stjepan Čuraj (HNS) ha chiaramente fatto sapere che il suo partito uscirà dal governo nel caso dovesse entrarvi la formazione di Bandić, anche se ha voluto puntualizzare che non crede che alla fine si arrivi davvero a un simile scenario. “Un anno e mezzo fa abbiamo dato il nostro sostegno ad Andrej Planković e a questo Esecutivo con un patto chiaro. Non crediamo che ci possano essere cambiamenti”, ha sottolineato l’esponente dei Popolari.

No alla corruzione politica

Sulla stessa linea di pensiero anche il leader dell’HSLS Darinko Kosor. “A differenza degli altri partner – ha dichiarato – il nostro partito è entrato in coalizione con l’HDZ prima delle elezioni parlamentari quando nessuno pensava che avrebbe centrato la vittoria. All’epoca abbiamo concordato di lavorare insieme per costruire una Croazia onesta. Se si arrivasse al rimpasto del governo sulla base della corruzione politica allora noi non potremmo più farne parte. Noi crediamo che non si giunga a tanto, ma nel caso si arrivasse noi usciremo di certo”.

Una posizione… determinante

Non si è fatta attendere la risposta del primo cittadino di Zagabria. “Forse abbiamo anche pensato di entrare nel governo, ma sentita la minaccia di Kosor stiamo pensando seriamente di non aderire all’Esecutivo. La sua presa di posizione è stata determinante. Kosor è una figura troppo importante per rischiare ribaltoni”, ha ironizzato Bandić. Non ha voluto commentare più di tanto le speculazioni su Milanka Opačić, ma ha solamente detto che “è una signora incantevole”.

Niente rimpasti

Dall’HDZ per certi versi gongolano per la situazione che si è venuta a creare. “La crescita numerica del gruppo parlamentare di Milan Bandić la dice lunga sui partiti dai quali i deputati se ne stanno andando”, ha dichiarato il capogruppo dell’HDZ Branko Bačić, secondo il quale comunque in questo momento il rimpasto del governo non è all’ordine del giorno. 

Plenković non è preoccupato

“Ci sono ancora due anni di mandato davanti al governo. Non voglio speculare in merito a possibili rimpasti. In questo momento non si parla d cambi della guardia nell’Esecutivo, né vi sono proposte in tale direzione. Mi costringete a rispondere a queste dicerie, ma non è in programma alcun rimpasto di governo. Milan Bandić non ci ha chiesto nessun incontro, non ci ha chiesto nulla, né tantomeno noi crediamo che ce ne sia il bisogno”, ha puntualizzato Bačić. Il premier Andrej Plenković gli ha fatto eco, rilevando che i rapporti con i partner della maggioranza sono armonici.

Critiche dall’SDP

Gongolano pure i socialdemocratici per le tensioni nelle file della maggioranza. “Visto che ora Bandić ha più deputati dell’HNS, Plenković faccia un bel rimpasto. Il secondo partner strategico dell’HDZ è un personaggio che fa compravendita di deputati, una persona coinvolta in una decina di processi che spera per il tramite del governo di ammorbidire la propria posizione”, ha dichiarato Gordan Maras, secondo il quale i cittadini non credono nella politica, proprio per casi come questi, “dove un personaggio come Bandić diventa la prima stampella della maggioranza”.

Consulente per la trasparenza

Maras ha poi ironicamente invitato il primo ministro a nominare il sindaco della capitale come suo consulente per la corruzione e la trasparenza nella pubblica amministrazione. “Se non vuole fare questo, lo nomini almeno ministro della Giustizia, così da dimostrare finalmente il vero volto della politica del governo e della politica europeista della quale si vanta”, ha sottolineato il deputato dei socialdemocratici. Comunque sia, nonostante dall’HDZ vogliano minimizzare, lo scenario di un appoggio di Bandić alla maggioranza non è irreale, in quanto da vecchia volpe della politica il sindaco della capitale ha sempre saputo giocare un ruolo di primo piano, soprattutto tirando le fila dietro le quinte. Ed è proprio qui che si prendono le decisioni con la d maiuscola.

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