Le Polizie croata e bosniaca fermano la carica dei migranti

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Le Polizie croata e bosniaca fermano la carica dei migranti

MALJEVAC | Alcune centinaia di migranti hanno cercato di sfondare i cordoni di polizia al valico di frontiera di Maljevac e di entrare in Croazia dal territorio bosniaco. Dopo aver superato il cordone delle forze dell’ordine bosniache, un gruppo di profughi si è diretto verso la Polizia croata, che è riuscita però a bloccare l’incursione, anche con il lancio di lacrimogeni. Subito dopo alcuni migranti hanno lanciato pietre e altri oggetti contro gli agenti. Due poliziotti croati sono rimasti leggermente feriti e hanno dovuto ricorrere alle cure dei sanitari. Per fronteggiare l’emergenza sono state mobilitate anche le forze speciali della Polizia, mentre un elicottero è stato inviato a sorvolare la zona. Sul versante bosniaco del confine le forze dell’ordine stanno intanti cercando di bloccare l’afflusso di altri migranti verso la frontiera con la Croazia e di far rientrare nei centri d’accoglienza quanti sono ancora ammassati vicino al valico di Maljevac. La tensione è alle stelle, ma le autorità di Bosnia e Croazia sono decise a profondere tutti gli sforzi necessari per prevenire incidenti e tenere la situazione sotto controllo.

“Open border, Open border”, scandiscono i migranti, che sono accampati a ridosso della frontiera; molti hanno montato tende di fortuna. Fra loro tante le donne e i bambini. A più riprese da ieri gruppi di migranti hanno bloccato la circolazione stradale alla frontiera per protesta contro il no al loro ingresso in Croazia. Per ripararsi dal freddo della notte, i migranti hanno acceso fuochi con la legna recuperata nei boschi. Nel frattempo sempre al confine tra Bosnia e Croazia, alla stazione di Bihać, un centinaio di migranti sono stati bloccati su un treno giunto nella notte da Sarajevo. I profughi hanno preso regolarmente il treno pagando il biglietto, ma la Polizia non consente loro di scendere, temendo un assembramento.
Dall’inizio dell’anno fino al 20 ottobre scorso sono entrati in Bosnia 19.500 migranti, mentre la Polizia di frontiera bosniaca ne ha impedito l’ingresso illegale ad altri 13.000. La zona maggiormente interessata dal flusso migratorio è il nord-ovest del Paese, l’area tra Bihać, Velika Kladuša e Cazin, dove soltanto pochi migranti sono ospitati in centri d’accoglienza improvvisati, mentre molti hanno trovato rifugio presso privati o bivaccano all’aperto. Il problema principale per le autorità bosniache è che i dirigenti della Serbia e del Montenegro di fatto lasciano passare i migranti in Bosnia e generalmente rifiutano di applicare l’accordo di riammissione.
La situazione appare drammatica nella Bosnia occidentale. Le tende erette dai migranti hanno bloccato la strada e la Polizia ha riferito di qualche tafferuglio. A più riprese le forze dell’ordine hanno impedito ai profughi di avanzare verso il confine mentre i bambini gridavano “Croazia! Croazia!” I migranti vogliono entrare in Croazia per poi proseguire verso ovest in altri Paesi dell’UE. La Polizia croata ha dichiarato però che non consentirà l’ingresso illegale nel Paese e ha denunciato le false voci che si sono diffuse in questi giorni secondo cui i confini della Croazia sarebbero stati aperti per consentire alle persone di entrare liberamente. “Siamo arrivati fin qui a causa della nostra situazione che è pessima e forse dovrebbero capire quello che stiamo passando”, spiega Ezent Laue, che dice di venire dalla Siria. I migranti hanno camminato per circa 15 chilometri, provenienti da un centro d’accoglienza, per attirare l’attenzione sui confini che restano chiusi anche alle persone in fuga dalla guerra e dalla povertà in Medio Oriente, Africa o Asia. Hanno allestito un piccolo accampamento di tende, dormendo in strada mentre le auto e i camion continuavano a passare. Molte le famiglie i cui genitori hanno avvolto i bambini in vestiti caldi per proteggerli dal freddo autunnale. Alcuni abitanti locali hanno manifestato solidarietà portando cibo, bevande e coperte. Diverse migliaia di migranti si trovano attualmente bloccati in una Bosnia che soffre ancora la devastazione della guerra degli anni Novanta, impossibilitati a continuare il loro viaggio verso nord e ovest. Le autorità hanno faticato a mantenere la situazione sotto controllo tra le proteste dei cittadini nella Bosnia nord-occidentale dove si trova la maggior parte di questi migranti.

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