Istria. Un faro per l’Europa

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Istria. Un faro per l’Europa

PARENZO | “Istria, un faro per l’Europa”. Con queste parole pronunciate dall’eurodeputato Ivan Jakovčić possiamo riassumere gli interventi di ieri nell’aula della Dieta Istriana a Parenzo dove si è tenuta, in occasione della Giornata dello Statuto della Regione, la seduta solenne dell’Assemblea regionale. Numerosi i presenti, a partire dall’ex capo di Stato Stjepan Mesić (cittadino onorario della Regione Istriana), per passare ad Anton Kliman, emissario del Presidente della Repubblica Kolinda Grabar-Kitarović e di quello del Sabor Gordan Jandroković, a Monika Udovičić inviata del primo ministro Andrej Plenković, ai deputati della Dieta Democratica Istriana al Sabor, Boris Miletić, Tulio Demetlika e Giovanni Sponza, al vicepresidente della Regione litoraneo-montana Petar Mamula, e ai “padroni di casa”, il presidente della Regione Valter Flego, i vicepresidenti Fabrizio Radin e Giuseppina Rajko, il presidente dell’Assemblea regionale Valter Drandić, la sua vice Tamara Brussich, e molti altri tra assessori, consiglieri, sindaci, personalità della vita civile e pubblica.

L’Istria come esempio

“L’Istria, comunità multietnica, multiculturale e plurilingue, nella quale si riconosce e tutela la libertà dei cittadini di esprimersi e viene salvaguardata la dignità dell’individuo, territorio in cui ogni cittadino o comunità godono dei pieni diritti d’espressione, rispetto e garanzia di sviluppo della libertà e della coscienza etnica, religiosa, culturale, politica e linguistica, territorio in cui gli esodi della popolazione autoctona, provocati da pressioni esterne, rappresentavano una minaccia di perdita della sua identità,….” Questi primi passaggi della Magna Cahrta della penisola che, lo ricordiamo, era stata approvata il 30 marzo 1994, riassumono la specificità della Regione dove la componente italiana ha giocato, gioca e continuerà a giocare, un ruolo determinante. E questo è stato ricordato praticamente da tutti gli oratori (la celebrazione è stata bilingue), che hanno voluto sottolineare l’importanza fondamentale data dalla presenza della CNI che ha contribuito a creare l’identità istriana e ha portato all’Istria odierna. Non stupisce quindi che Jakovčić abbia paragonato la penisola a un faro, indicandola come guida, esempio, direzione verso la quale anche altre realtà dovrebbero posizionare il proprio timone. “L’Europa si trova a un bivio. Tante volte nel corso della sua storia si è trovata in questa situazione. All’Europa odierna servono dei fari che indichino la via per il futuro e uno tra questi lo è certamente la Regione Istriana”, ha dichiarato l’eurodeputato. “Come sapete alle mie spalle ho un lunga carriera politica – ha proseguito. – Nel mio ruolo di europarlamentare ho avuto l’opportunità di conoscere a fondo il nostro continente e posso dire con orgoglio che quanto fatto da tutti noi insieme qui in Istria, viene riconosciuto anche all’estero. Possiamo fungere da modello per molte aree d’Europa. Sono convinto che la strada percorsa fino ad ora sia stata nel segno dell’eccellenza e sono altrettanto convinto che il presidente Valter Flego e il suo team sapranno continuare su questa via e riusciranno a fare risplendere il faro istriano in Europa pure in futuro”.

Valori antifascisti

I valori antifascisti sono insiti nel nostro DNA, sono un punto di partenza, senza il quale l’Istria odierna non sarebbe quel luogo aperto, multiculturale, multietnico, rispettoso dei diritti umani, qual è oggi. Così li ha definiti Valter Drandić. “Durante la Seconda guerra mondiale i cittadini dell’Istria si sono opposti con forza al fascismo. La Ragione istriana nasce come opposizione a quel regime e ai regimi simili. Lo Statuto istriano ci permette di evitare il ritorno a ideologie estremiste ed è qui che risiede la sua forza. Qui vengono tutelate tutte le minoranze, viene data liberà a tutti i gruppi sociali, a tutte le confessioni religiose seguendo il principio di laicità, ovvero tenere separata la vita politica e sociale da quella spirituale. La nostra Istria è la Regione delle libertà e dei diritti umani, della convivenza, del bilinguismo, della cultura, un luogo dove a livello quotidiano vediamo la conferma dei nostri valori”, ha dichiarato il presidente dell’Assemblea regionale.
Il vice di Zlatko Komadina, Petar Mamula, nel portare i saluti del presidente della Regione litoraneo-montana, ha sottolineato che le due Contee sono vicine non soltanto dal punto di vista territoriale, ma anche dei valori, “quei valori che ci permettono di essere un unicum nella Repubblica di Croazia per quanto riguarda la tutela dei diritti umani, delle minoranze, della multiculturalità”.

La Regione migliore

“Ricordo i giorni che precedettero l’approvazione dello Statuto. I suoi promotori venivano additati e accusati di qualsiasi cosa; non era facile, ma loro da giovani leoni si batterono con coraggio e oggi l’Istria è l’area più tollerante della Croazia, la Regione di maggior successo del Paese, la Regione più progressista”, ha dichiarato l’ex presidente della Croazia, Stjepan Mesić, per poi ricollegarsi ai valori antifascisti citati da Drandić. “Oggi – ha proseguito – numerosi revisionisti tentano di cambiare la storia, ma la storia è chiara: l’Istria ha dimostrato con la propria lotta antifascista di sapere battersi per i propri obiettivi e si è riaggregata alla Croazia mantenendo la propria identità.
Cosa sarebbe successo se non ci fosse stata la Lotta popolare di liberazione, se tutti i croati fossero stati ustascia, come sarebbe finita la Seconda guerra mondiale? L’Armata Rossa era ai confini della Jugoslavia, era in Ungheria, Bulgaria e Romania, eravamo circondati da tutte le parti. Se Tito non fosse sceso a patti con l’Armata Rossa, affermando che la Jugoslavia non ha bisogno di aiuto per liberare i propri territori, chi sarebbe riuscito a fermare i russi? Oggi quando qualcuno sostiene che poteva finire diversamente e che sarebbe stato meglio se non ci fosse stata la Lotta popolare di liberazione, costui non è soltanto un revisionista, ma uno che vive nel mondo della fantasia”.

Coltiveremo i nostri valori

Il presidente Flego nel suo intervento si è soffermato sull’attualità, parlando di uno dei problemi maggiori della Croazia odierna, ovvero la demografia. “L’Istria è l’unica Regione in Croazia che registra un trend opposto a quello nazionale. Invece di dover fare i conti con l’esodo della popolazione, assistiamo alla crescita del numero di cittadini che sceglie la nostra Regione come luogo in cui vivere la propria vita. Questo porta la Regione istriana a registrare tendenze demografiche positive”, ha sottolineato. Per quanto riguarda il futuro è stato chiaro: “Continueremo sulla strada verso una società forte, in cui i diritti umani siano rispettati, verso una società democratica, aperta, che basa le proprie radici sui valori antifascisti”, ha concluso. A salutare i presenti sono stati anche Monika Udovičić e Anton Kliman, con quest’ultimo che ha rivolto un saluto speciale alla Comunità nazionale italiana presente in Istria. Infine, ricordiamo che la decisione di proclamare tale ricorrenza Giornata dello Statuto regionale era stata presa dai consiglieri istriani alla sessione dell’Assemblea svoltasi nel settembre del 2002.

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