Gli F-16 Barak usati attivi ancora venticinque anni

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Gli F-16 Barak usati attivi ancora venticinque anni

ZAGABRIA | Il governo di Zagabria ha dato all’unisono il via libera all’acquisto di dodici cacciabombardieri usati israeliani. Gli F-16 Barak, che dovrebbero rappresentare in futuro l’ossatura dell’Aeronautica militare, costeranno alla Croazia 2,9 miliardi di kune. Era stato martedì scorso il Consiglio della difesa, formato dalle massime cariche dello Stato e delle Forze armate a proporre all’Esecutivo di accogliere l’offerta d’Israele, considerata più conveniente dall’ottica finanziaria e politica, di quelle presentate da Stati Uniti, Svezia e Grecia. Il governo pertanto non ha avuto alcuna esitazione. Il premier Andrej Plenković ha sottolineato durante la riunione dell’Esecutivo che i cacciabombardieri israeliani garantiranno nei prossmi 25 anni la sicurezza dei cieli croati. Si tratta, ha puntualizzato il premier, di velivoli da combattimento completamente in linea con gli standard della NATO. Grande soddisfazione per la decisione del governo è stata espressa dall’Ambasciata israeliana a Zagabria, secondo la quale la collaborazione strategica in campo militare tra i due Paesi favorirà anche lo sviluppo dei legami economici.

Va rilevato che neanche per un istante è stata posta in dubbio la decisione del governo di procedere all’acquisto di dodici F-16 C/D Barak (Lampo) israeliani usati, nonostante le rimostranze di parte dell’opposizione e di alcuni analisti, secondo i quali i velivoli che saranno forniti dallo Stato ebraico sarebbero ormai usurati, praticamente delle carrette dei cieli, la cui manutenzione sarebbe oltremodo dispendiosa. I caccia multiruolo supersonici di quarta generazione (prodotti negli anni ’80 del secolo scorso) andranno a sostituire lo stormo di MiG 21 bis (aerei di seconda generazione), di epoca sovietica in dotazione all’Aeronautica militare croata (HRZ-PZO). La proposta è stata votata all’unanimità nel corso della seduta dell’Esecutivo svoltasi ieri ai Banski dvori, con la puntualizzazione che si tratta della più importante decisione presa nella sfera della difesa dal termine della Guerra patriottica.

Una giornata storica

L’acquisto dei cacciabombardieri si configura come la singola commessa di maggior valore mai effettuata dalla Croazia al fine di potenziare e modernizzare le Forze armate (OSRH). Il valore della compravendita si aggira attorno ai 2,9 miliardi di kune. Zagabria reperirà l’importo ricorrendo a un prestito decennale. “Per l’HRZ-PZO questa è una giornata storica. Questo è un investimento destinato alla nostra sicurezza. Un investimento che ci possiamo permettere, il migliore per noi”, ha dichiarato il vicepremier e ministro della Difesa, Damir Krstičević.
La decisione del governo si è basata sul parere (non vincolante) espresso martedì scorso dal Consiglio nazionale per la difesa. Una raccomandazione che i membri del Consiglio, del quale fanno parte le tre massime cariche istituzionali del Paese, hanno formulato dopo aver preso atto del giudizio dal team di esperti istituito dal ministero della Difesa e dallo Stato maggiore dell’OSRH. A sua volta il Sabor, per il tramite della Commissione parlamentare per la Difesa, aveva concesso il suo nulla osta all’acquisto dei jet militari nel dicembre scorso.

Battaglia tra Israele e Grecia

La scelta di procedere all’acquisto dei caccia multiruolo offerti dallo Stato di Israele è maturata al termine di una gara d’appalto bandita l’anno scorso. Oltre a Israele, si ricorda, in lizza per la fornitura dei caccia multiruolo supersonici destinati all’HRZ-PZO c’erano anche gli Stati Uniti, la Grecia e la Svezia. Le loro offerte erano però troppo dispendiose, oppure non vantaggiose economicamente per la Croazia.
Gli Stati Uniti hanno offerto alla Croazia la possibilità di acquistare uno stormo di F-16 di ultima generazione, nuovi di zecca. La Grecia ha proposto un lotto di F-16 usati. A sua volta la Svezia, più correttamente la Saab, ha proposto a Zagabria di optare per dei Gripen JAS 39 nuovi del valore di circa 8 miliardi di kune. La partita si è giocata quasi interamente tra gli israeliani e gli svedesi. Le proposte di Washington e Atene sono state scartate quasi immediatamente. Quella statunitense per via del costo dell’operazione (circa 10 miliardi di kune) e quella ellenica – seppur la più conveniente dal lato prettamente finanziario –, a causa dell’impossibilità della Grecia di garantire alla Croazia una contropartita (investimenti nell’economia) soddisfacente.

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