Il referendum elettorale un’esperienza spiacevole

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Il referendum elettorale un’esperienza spiacevole

ZAGABRIA | Il vicepresidente del Sabor e deputato della Comunità nazionale italiana al Parlamento di Zagabria, Furio Radin, è stato ospite dell’ultima puntata della trasmissione Prizma trasmessa nel 2018. Assieme a lui, nello studio del magazine andato in onda sabato scorso sul Primo canale della Televisione pubblica croata (HTV), era ospite pure il deputato Milorad Pupovac (SDSS), presidente della Commissione parlamentare per i diritti umani e i diritti delle minoranze nazionali.

Intervistati dalla giornalista, Daniela Drašteta, Radin e Pupovac, hanno fatto il punto su alcuni dei fatti salienti del 2018. Un anno che la conduttrice della trasmissione dedicata ai temi riguardanti le minoranze nazionali, ha definito “turbolento” per quanto concerne lo status delle etnie in Croazia. Tra le vicende che hanno contraddistinto gli ultimi dodici mesi nel campo dei diritti minoritari, l’On. Furio Radin ha posto al primo posto il tentativo di indire il referendum elettorale. “Un’iniziativa che puntava, tra l’altro, a sminuire il ruolo dei deputati delle minoranze nazionali. A renderlo irrilevante, impedendoci di votare per le questioni che contano”, ha osservato Radin. “Per certi versi possiamo dire che l’intenzione era quella di relegarci al Sabor in una sorta di ‘banco per i bambini’”, ha commentato il vicepresidente del Parlamento, stigmatizzando la campagna promossa dall’Iniziativa civica Il popolo decide.
“Avevamo capito immediatamente che cosa stesse bollendo in pentola e ovviamente ci siamo opposti. Non è la prima volta che accade una cosa del genere e probabilmente non sarà neppure l’ultima. A ogni modo, questa volta l’iniziativa è stata annunciata in pompa magna, al suono delle fanfare. Non so se la ragione fossimo noi o dei contenziosi insorti all’interno di altri circoli. Posso dire, però, che è stata un’esperienza spiacevole”, ha dichiarato Radin. “I valori non possono essere sottoposti al vaglio dei referendum. Le consultazioni popolari vanno indette per debellare i ‘disvalori’, per cambiare le cose che non funzionano e non per cancellare i traguardi che sono stati raggiunti e che devono stimolare a proseguire il cammino, a compiere ulteriori passi avanti e non a tornare indietro”, ha sottolineato Radin.
Intervenendo sull’argomento, Milorad Pupovac, ha definito deleterio l’effetto suscitato dall’iniziative legata al referendum elettorale sulla tolleranza e sulla percezione dei diritti e dello status delle minoranze in Croazia.

Piani operativi per le minoranze

Circa un anno e mezzo fa il governo ha stabilito i Piani operativi per le minoranze nazionali. Interpellato sull’attuazione dei medesimi, Furio Radin, ha fatto presente che si sono accumulati ritardi. “I Piani operativi sono in ritardo, come del resto lo è la maggioranza degli altri piani. A subirne le conseguenze sono le nostre associazioni”, ha notato il vicepresidente del Sabor. “Ho scritto una lettera al primo ministro Andrej Plenković, per fargli presente che si tratta di una situazione intollerabile”, ha dichiarato ancora l’On. Furio Radin, ricordando che a febbraio è prevista la pubblicazione del terzo rapporto semestrale sull’attuazione dei Piani operativi per le minoranze nazionali. Ha spiegato che la CNI ha la fortuna di poter fare affidamento sui finanziamenti erogati dall’Italia. “Queste risorse ci consentono di tirare avanti. Ma non si tratta di una questione di denaro. In realtà, la maggior parte dei punti contemplati dal mio Piano operativo riguarda l’attuazione di determinati diritti, quali ad esempio il bilinguismo e l’istruzione. Si tratta di argomenti che considero di gran lunga più importanti rispetto alle questioni di carattere prettamente materiale”, ha fatto presente l’On. Furio Radin. “Quando l’attuazione di un diritto non comporta spese – ha puntualizzato il deputato della CNI al Sabor – si abbia la cortesia di attuare tale diritto. Su questo punto sarò intransigente”.

Foibe dimenticate

Nel corso del suo intervento, l’On. Furio Radin si è soffermato pure sull’eredità della Seconda guerra mondiale. “Bisogna avere il coraggio di dire sempre la verità. Si deve dire senza indugi cos’è stato il fascismo, ma bisogna ammettere anche che i crimini sono stati commessi da entrambe le parti”, ha rilevato il vicepresidente del Sabor. “Mi preme molto dirlo. Dappertutto vengono commemorate le vittime della Guerra e indicate le fosse nelle quali le medesime sono state occultate, tranne che in Istria”, ha notato il vicepresidente del Parlamento di Zagabria.

Va attuato il diritto al bilinguismo

“In Istria, a Fiume e nelle isole del Quarnero, gli italiani e i croati condividono la stessa sorte. I problemi che assillano gli uni tormentano anche gli altri. La Comunità italiana, però, è oberata anche da questioni aggiuntive, che devono essere seguite costantemente”, ha dichiarato Furio Radin. 
“Anche laddove il diritto al bilinguismo è stato approvato – ha proseguito –, nonostante la buona volontà di tutti non è sempre facile attuare il medesimo. Si tratta di una conquista che comporta delle spese e un grande dispendio di energie”. 
“Di conseguenza, il mio augurio per il 2019 è quello consueto. Auspico che nei territori d’insediamento storico della CNI, nelle Regioni nelle quali vivono, gli italiani possano avvalersi dei diritti loro spettanti e che dei medesimi possano godere anche i croati. D’altronde, si tratta anche dei loro diritti, giacché stiamo parlando di territori dove dappertutto, o quasi dappertutto, convivono sia l’una che l’altra cultura”, ha concluso il vicepresidente del Sabor.

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