Il governo vara la riforma previdenziale

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Il governo vara la riforma previdenziale

ZAGABRIA | Dopo quattro mesi di trattative con le parti sociali il governo ha inviato ieri al Sabor il pacchetto di leggi per la riforma globale del sistema previdenziale. Il ministro del Lavoro e del Sistema previdenziale, Marko Pavić, ha affermato che gli attuali pensionati possono aspettarsi un ulteriore aumento delle quiescenze, mentre i futuri fruitori degli assegni previdenziali possono attendersi il rafforzamento del secondo pilastro, maggiori investimenti e la scelta dell’opzione più vantaggiosa per l’utilizzo di questi fondi al momento del pensionamento. “Vorrei tranquillizzare gli attuali pensionati per quanto riguarda i pagamenti: possono aspettarsi ulteriori aumenti e non devono assolutamente temere per le proprie pensioni”, ha sottolineato il ministro. Dopo che le quiescenze nei primi due anni di mandato del governo sono cresciute del 6,39 p.c., una crescita simile è prevista anche per il prossimo anno. Pavić ha pure annunciato che i 248.000 pensionati con gli assegni previdenziali più bassi riceveranno un aumento del 2,13 p.c. a partire dal 1.mo luglio del prossimo anno, oltre al previsto adeguamento ordinario delle quiescenze. Per i pensionati attuali e futuri, il ministro ha annunciato l’estensione della possibilità di lavorare quattro ore al giorno continuando a ricevere l’importo pieno dell’assegno. In questo contesto ha ricordato che i pensionati croati hanno un’anzianità contributiva media di 30 anni, mentre ad esempio in Germania la media è di 37,8 anni, mentre quella europea è di 35 anni. Per quanto riguarda le persone che andranno in pensione nei prossimi 10-15 anni e che non sono riuscite a risparmiare abbastanza nel secondo pilastro previdenziale, senza questa riforma, esse avrebbero percepito in media 600-700 kune in meno rispetto agli attuali pensionati. “Per loro, abbiamo previsto un’aggiunta del 27 p.c., ovvero pari ai tre quarti del 27 p.c. per quelli del secondo pilastro. In questa maniera rafforzeremo ulteriormente e renderemo più attraente il secondo pilastro della Previdenza”, ha spiegato Pavić, sottolineando che il governo, quando ha elaborato il pacchetto di riforma con le parti sociali, ha fatto un passo indietro in merito al prolungamento dell’età pensionabile a 67 anni. Infatti la proposta definitiva prevede l’inizio dell’applicazione di questa disposizione a partire dal 2033, e non come originariamente si prevedeva già dal 2031. Infine il ministro ha confermato che non tutti dovranno lavorare fino ai 67 anni, perché esiste l’istituto di assicurazione a lungo termine.

I Sindacati decisi a scendere in piazza

“Qualcuno che entra nel mercato del lavoro a 18 anni potrà andare in pensione a 60 anni avendo 41 anni di contributi versati alle spalle. A 67 anni andranno in pensione coloro che non sono riusciti ad accumulare 41 anni di contributi, ma comunque la maggior parte delle persone ci andrà molto prima”, ha concluso il ministro. Le sue rassicurazioni però non hanno tranquillizzato affatto i Sindacati, irritati soprattutto per l’ulteriore forte penalizzazione del pensionamento anticipato. Le organizzazioni dei lavoratori sono decise a scendere in piazza sabato a Zagabria per dare voce all’insoddisfazione della cittadinanza per una manovra che va a intaccare in profondità i diritti dei futuri pensionati.

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