Tumore al seno Ancora troppi decessi

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Tumore al seno Ancora troppi decessi

Nel mese di ottobre, dedicato alla lotta contro il tumore al seno, vengono tradizionalmente organizzate diverse iniziative volte alla sensibilizzazione delle donne sull’importanza della diagnosi precoce di questa malattia, che è la prima causa di morte delle donne e il secondo tumore più diffuso in Croazia. Infatti, a livello nazionale vengono registrati circa 2.300 nuovi casi di tumore, mentre circa 900 donne muoiono di cancro ogni anno. Pochi sanno che il cancro al seno colpisce anche il 3-4 p.c. di uomini.

Al fine di capire qual è la situazione con la prevenzione e la cura di questa grave malattia in Croazia e soprattutto nella Regione litoraneo-montana, come pure per sfatare alcuni miti che persistono nel tempo, ci siamo rivolti alla dott.ssa Helena Glibotić Kresina dell’Istituto regionale di salute pubblica.
Tasso di mortalità ancora elevato
“Il cancro al seno è la neoplasia più frequente nella popolazione femminile e la causa principale di morte delle donne – ha esordito la dott.ssa Helena Glibotić Kresina –. Per quanto riguarda la statistica relativa alla nostra Regione, annualmente si ammalano circa 200 donne, mentre circa 70 muoiono di cancro. È importante sottolineare che non è possibile prevenire la nascita del tumore, ma disponiamo di determinati metodi di diagnosi che ci permettono di scoprire alcune forme di tumore, tra cui anche quello al seno, in fase precoce, ovvero nel momento in cui esso è curabile. Ciò nonostante, il numero di donne che muoiono di cancro al seno è elevato ed è la forma più diffusa di tumore nella popolazione femminile. La situazione è simile in tutta la Croazia. Per quanto riguarda le cause di decesso, al primo posto ci sono le malattie cardiovascolari, seguite dal tumore al seno tra le donne e ai polmoni tra gli uomini. Questi dati non subiscono variazioni di anno in anno. Ciò che preoccupa è, però, il fatto che il tasso di mortalità non tende a scendere, il che vuol dire che le persone non hanno ancora preso sul serio l’importanza della prevenzione. Infatti, al nostro Programma di diagnosi precoce del cancro al seno, che l’Istituto regionale di salute pubblica ha avviato nel 2004 come progetto pilota, e che nel 2006 è stato adottato a livello nazionale, aderisce soltanto il 56 per cento di donne. Questi dati sono lungi dall’essere soddisfacenti, in quanto per poterli caratterizzare come tali la percentuale di donne che si sottopongono ai controlli preventivi dovrebbe superare il 70 p.c.”.

La malattia non presenta chiari sintomi

“In base a questi dati possiamo concludere che la causa di questo alto numero di decessi è il fatto che molte donne non aderiscono ai controlli preventivi, oppure il tumore viene scoperto appena in fase avanzata. Vorrei rilevare che il cancro non è una malattia mortale e si può curare come ogni altra patologia se viene scoperto in tempo. Nel caso in cui ciò accadrà, nel 96 p.c. dei casi è curabile. Purtroppo, da noi il 20 p.c. di donne affette da cancro al seno inizia a curarsi quando il tumore è già in fase avanzata. Infatti, questa è una malattia che non presenta dei chiari sintomi, per cui molto spesso non viene scoperta in tempo se non si effettuano controlli preventivi regolari.
Il metodo più efficace di diagnosi è la mammografia, in quanto permette di scoprire il tumore in fase precoce. Tutte le donne dopo i 40 anni d’età dovrebbero sottoporsi alla mammografia, in quanto il tumore al seno è una malattia che colpisce soprattutto le donne dopo i 50 anni d’età, per cui è necessario iniziare con i controlli preventivi in tempo“.

Internet ha reso possibile la diffusione di una quantità esorbitante di informazioni, tra cui anche quelle false. Purtroppo, non sono rari i siti e le pagine web che propagano delle cure “miracolose” contro il cancro e al contempo demonizzano le conquiste della scienza e i metodi di cura scientificamente provati. Nel mirino si è trovata pure la mammografia. Al fine di tranquillizzare gli scettici, ci può spiegare come funziona questo metodo di diagnosi?

“La mammografia è un metodo di diagnosi standard nella ricerca oncologica. Si tratta di un esame radiologico, ma al giorno d’oggi gli apparecchi per la mammografia sono talmente avanzati che la dose di radiazioni alle quali la donna viene sottoposta durante l’esame è minima. Infatti, la dose di radiazioni cosmiche alle quali si è sottoposti durante il volo in aereo è superiore a quella che investe la donna durante la mammografia. Quest’esame non viene effettuato ogni mese, bensì ogni due anni. Quest’intervallo di tempo non è stato scelto a caso, bensì studiato al fine di non sottoporre l’organismo a una dose di radiazioni che potrebbe eventualmente causare dei danni. Pertanto, parliamo di un metodo di diagnosi sicuro ed efficace.
Quando ci sentiamo insicuri su che cosa fare e come procedere è opportuno applicare il metodo della ‘bilancia’ e valutare i pro e i contro. Mettere da una parte tutti i punti negativi dell’esame che bisogna intraprendere, dall’altra elencare i punti a favore. La mammografia è l’unico metodo di diagnosi che ci permette di scoprire dei cambiamenti nel tessuto della mammella minori di un centimetro. Quindi, se abbiamo l’opportunità di scoprire il tumore in fase precoce è chiaro che questa è la via giusta da intraprendere”.

Diagnosi precoce

“Per quanto riguarda il Programma di diagnosi precoce del cancro, abbiamo notato dei miglioramenti nell’adesione delle donne agli esami mammografici. Oggigiorno accade spesso che le donne ci contattino per prenotare una mammografia, mentre prima questo non era il caso. I dati sono incoraggianti anche se confrontiamo le percentuali di donne che si sottopongono alla mammografia con quelli dell’adesione ai programmi nazionali di diagnosi precoce del tumore al colon e a quello del collo dell’utero, che sono pessimi. Al momento è in corso il quinto ciclo di questo programma, mentre ogni ciclo dura due anni. Entro la fine del quarto ciclo sono stati scoperti 340 tumori al seno e possiamo supporre che si tratti di neoplasie scoperte in tempo, che si potranno curare. L’aumento della percentuale di donne che si sottopongono alle mammografie vuol dire anche che abbiamo sotto controllo un numero maggiore di donne in Regione”.

Quando una donna scopre il tumore alla mammella durante l’autopalpazione del seno, in che fase si trova la malattia?

“L’autopalpazione del seno viene consigliata perché permette alla donna di familiarizzare meglio con il proprio corpo, al fine di scoprire più facilmente eventuali cambiamenti. L’autopalpazione si dovrebbe effettuare una volta al mese dopo la doccia, quando la pelle è morbida e possiamo osservare bene il nostro corpo. Dopo il controllo visivo si procede con la palpazione del seno in tutte le direzioni. Questo metodo ci può indicare i cambiamenti che non c’erano un mese prima. Quando nel seno viene scoperto un nodulo, questo può significare tante cose e non necessariamente un tumore. Si può trattare di un linfonodo, o di un tumore benigno e via dicendo. Però, un nodulo molto piccolo può anche significare un tumore in fase avanzata. L’autopalpazione una volta al mese è consigliabile a partire dai vent’anni d’età, come pure l’ecografia”.

In quale misura si parla dell’importanza dell’autopalpazione tra le ragazze?

“Credo che se ne parli molto, sia a scuola che in altre sedi, ma anche tramite le nostre iniziative. Soltanto riproponendo questo tema di volta in volta possiamo diffondere la consapevolezza dell’importanza della cura della propria salute. Le donne sono consapevoli, ma il fatto è che una persona sana difficilmente si sottoporrà ai controlli, forse anche per scaramanzia”.

Quanto tempo intercorre tra l’inizio dei cambiamenti nel tessuto della mammella fino alla formazione del tumore?

“Servono alcuni anni prima che un tumore raggiunga un centimetro di grandezza. Pertanto, una persona ha un po’ di tempo per reagire, anche se esistono anche tumori che si sviluppano molto presto. Bisogna reagire immediatamente”.

Molto spesso i propagatori delle cure alternative parlano pure della cannabis come potenziale cura per il cancro.

“Nelle ricerche sono stati osservati degli effetti positivi della cannabis nella cura di malattie neurologiche come la sclerosi multipla, ma non è stato rilevato alcun effetto di rilievo nella cura del cancro. L’unica soluzione per i malati di tumore è affidarsi alle conquiste della medicina e della scienza perché danno dei risultati. Se una persona desidera applicare anche qualche metodo cosiddetto alternativo, grazie al quale si sente meglio, è libera di farlo in quanto in medicina è noto e accettato l’effetto placebo. Però, bisogna curarsi con metodi scientificamente provati che vengono applicati in tutto il mondo”.

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