Il governo dà il via al raddo ppio delle corsie tra Stanzia Grande e il Mon te Maggiore

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Il governo dà il via al raddo ppio delle corsie tra Stanzia Grande e il Mon te Maggiore

Chi dal governo si aspettava soluzioni definitive ai problemi dell’Uljanik sarà di certo rimasto deluso. Dalla seduta dell’Esecutivo – tenutasi per la prima volta, ieri, a Pola – non sono infatti emerse vie d’uscita concrete. Al momento, l’unica cosa certa è che il governo continuerà a lavorare per trovare un rimedio a questa situazione. O almeno questo è quanto promesso dal premier, Andrej Plenković, che nel corso della riunione dei ministri ha dichiarato che “il governo farà quanto possibile per aiutare il Gruppo Uljanik”. Il primo ministro ha, però, successivamente sottolineato che la soluzione delle problematiche dell’Uljanik necessita del contributo di tutti: del governo, della dirigenza del cantiere e delle amministrazioni locali. Detto questo, Plenković ha evidenziato che in questo momento è inutile cercare i colpevoli della crisi del cantiere. “Dobbiamo soltanto pensare al futuro dell’Uljanik e trovare una soluzione che abbia il più ampio consenso, anche politico”, ha continuato il premier, aggiungendo che al momento per il futuro dell’Uljanik esistono tre scenari, il peggiore dei quali prevede la proclamazione dello stato di insolvenza del cantiere. Il secondo scenario prevede la rielaborazione del piano di ristrutturazione dello squero e la sua armonizzazione con le regole e le direttive della Commissione europea, alla quale spetterà, naturalmente, l’ultima parola. Il terzo e ultimo scenario suggerito da Plenković prevede l’entrata in gioco di nuovi partner strategici, che da quanto affermato dal capo del governo sembra non manchino.

I contributi dello Stato
Oltre a Plenković, dell’Uljanik e della cantieristica nazionale in generale ha parlato pure il ministro dell’Economia, Darko Horvat, il quale ha ricordato che dall’indipendenza della Croazia a oggi i costi sostenuti per la costruzione delle navi hanno hanno superato i 115 miliardi di kune, mentre i profitti non sono stati superiori agli 85 miliardi di kune. A tale proposito ha sottolineato che la differenza tra costi e profitti è stata coperta dallo Stato sotto forma di aiuti e contributi alla cantieristica. Nel prosieguo del discorso, Horvat ha sottolineato che questo modello non è più sostenibile e che le varie fasi di ristrutturazione attraverso le quali sono passati i diversi cantieri navali della Croazia non hanno avuto alcun effetto positivo. “Per questo motivo è giunta l’ora di trovare nuovi modelli di ristrutturazione. Modelli che dovranno ridare slancio al settore navalmeccanico croato e salvare l’Uljanik. Il ministro delle Finanze, Zdravko Marić, ha, invece, sottolineato che il governo deve pensare anche all’interesse dei contribuenti. “Tra un paio di giorni scatterà la restituzione del credito pro-sanamento concesso agli inizi di quest’anno all’Uljanik. Se l’azienda non sarà in grado di restituirlo saranno certamente attivate le garanzie statali, che ammontano a oltre 700 milioni di kune”, ha ricordato il responsabile delle casse dello Stato. Nel corso della seduta del governo non è mancato l’intervento del direttore della “Jadranbrod”, Siniša Ostojić, che ai ministri e ai tanti ospiti ha presentato la storia della cantieristica croata, dai primi anni Novanta a oggi. Nella sua esposizione, Ostojić ha dichiarato che i vari piani di ristrutturazione adottati dai cantieri croati hanno portato gli stessi a rinunciare alla costruzione di grandi navi da trasporto e a orientarsi alla costruzione di navi, forse più piccole, ma altamente sofisticate. La stessa scelta – anche se non ha attraversato una fase di ristrutturazione – è stata adottata pure dall’attuale dirigenza dell’Uljanik, purtroppo, come si è visto, con risultati catastrofici.

L’importanza dell’Uljanik
La possibilità di parlare dinanzi ai ministri è stata data anche al sindaco di Pola, Boris Miletić, e al presidente della Regione istriana, Valter Flego. Entrambi hanno sottolineato l’importanza che l’Uljanik riveste sia per il principale centro urbano dell’Istria che per la Regione intera. Miletić ha inoltre evidenziato che il futuro del cantiere navale polese è, esclusivamente, nelle mani del governo. Il primo cittadino ha inoltre chiesto perché l’Esecutivo abbia atteso il 13 di agosto per trovare una soluzione al mancato versamento delle retribuzioni ai dipendenti dell’Uljanik e che cosa succederà allo Scoglio Olivi tra tre, sei o otto mesi. Infine, il sindaco ha detto che quello navalmeccanico è un settore al quale il governo non può e non deve assolutamente rinunciare. Sia Miletić che Flego hanno poi auspicato un maggiore decentramento dello Stato, che darebbe alle amministrazioni locali più poteri decisionali e, dunque, più ampi margini di manovra, anche per quanto riguarda casi come l’Uljanik.

Ipsilon, a breve il raddoppio
Chiusa la parentesi dedicata al cantiere navale di Pola, la seduta del governo, ai cui lavori ha partecipato pure il vicepresidente del Sabor, Furio Radin, è proseguita con l’approvazione di una serie di progetti infrastrutturali di fondamentale importanza per l’Istria. Il primo riguarda l’Ipsilon. L’Esecutivo ha dato, infatti il via libera alle modifiche del Contratto di concessione, finanziamento e gestione delle “Jadranske autoceste” (Autostrade adriatiche), grazie alle quali, entro breve, potrà finalmente iniziare il raddoppio delle corsie del tratto dell’Ipsilon compreso tra Stanzia Grande (Rogovići) e il traforo del Monte Maggiore. Come evidenziato dal ministro della Marineria, dei Trasporti e delle Infrastrutture, Oleg Butković, si tratta di un intervento del costo di 1,237 miliardi di kune che dovrebbe essere ultimato nel giro di tre anni. Butković ha inoltre ricordato che il nuovo contratto di concessione sarà firmato con la Bina Istra, l’azienda responsabile della gestione dell’autostrada istriana, entro una quindicina di giorni: “Dopodiché, i lavori potranno iniziare immediatamente, anche perché tutti i permessi edili sono stati già rilasciati”.

Il ponte di Castelvenere
Un altro progetto approvato ieri dal governo, riguarda la ricostruzione del ponte di Castelvenere, al confine tra la Croazia e la Slovenia, per il quale saranno avviate a breve le trattative con il governo sloveno. Inoltre, l’Esecutivo ha dato il via libera alla ricostruzione del tratto Castelvenere-Dragogna della Strada statale DC22. Il governo ha successivamente annunciato il ritorno dei militari a Pola. A tale proposito, il ministro della Difesa, Damir Krstičević, ha dichiarato che tra il 2019 e il 2020 sarà riattivata la base aerea militare di Altura, che non accoglierà gli aerei da guerra, bensì i droni o gli aeromobili a pilotaggio remoto, la cui funzione principale sarà quella di monitorare i confini. Sempre ad Altura sarà, in futuro, trasferito anche il quarto Reggimento (riservisti) di fanteria dell’Esercito croato.
La futura base di Altura non occuperà, però, l’intero spazio dell’ex base dell’Areonautica. Buona parte dell’area è stata, infatti, donata dal governo al Comune di Lisignano.
Brioni Maggiore
A Pola, l’Esecutivo di Andrej Plenković ha provveduto poi alla nomina di una Commissione per la preparazione e la realizzazione del progetto turistico “Veliki Brijun” (Brioni Maggiore). Nello specifico, la Commissione – composta dal ministro del Patrimonio dello Stato, Goran Marić, da quello del Turismo, Gari Cappelli, dal ministro della Tutela dell’Ambiente e della Natura, Tomislav Ćorić, dal capodicastero della Cultura, Nina Obuljen Koržinek, dal ministro della Marineria, dei Trasporti e delle Infrastrutture, Oleg Butković, e dal capogabinetto dell’Ufficio del premier, Zvonimir Frka-Petešić – dovrà preparare e presentare un piano di riqualificazione sia delle strutture che dell’offerta turistica del Parco Nazionale delle Brioni. L’Idea è che le strutture ricettive delle Brioni debbano essere trasformate in strutture a cinque stelle. Altre delibere approvate ieri dal governo riguardano la destinazione d’uso delle aree dell’ex Idroscalo di Puntisella, di Saccorgiana e della penisola di Musil, che ora potranno essere riqualificate e destinate a uso turistico da parte della Città di Pola. Inoltre, il governo ha approvato anche numerosi atti di donazione, grazie ai quali diverse Città e Comuni hanno ottenuto dallo Stato terreni ed edifici.
Il governo ha infine approvato una delibera che prevede di riportare a Pisino il Tribunale comunale. Ieri pomeriggio è stato anche annunciato che entro una decina di giorni il governo darà le garanzie per l’impiego di ulteriori 300 milioni di kune da destinare al prosieguo del lavori di costruzione del nuovo Ospedale cittadino di Pola. Infine da rilevare che in serata il premier ha incontrato i pescatori nell’Umaghese.

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