Stampa all’estero e risorse per la CNI. Si respira un clima di cauto ottimismo

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Stampa all’estero e risorse per la CNI. Si respira un clima di cauto ottimismo

“Pericolo scampato? Per il momento, almeno. Viste le premesse si potrebbe tirare un respiro di sollievo. Cosa che fino allo scorso venerdì 18 dicembre sembrava difficile poter fare”. Inizia con questa parziale, ancorché insperata, rassicurazione la tradizionale “Comunicazione di fine Anno” che il presidente della Federazione della Stampa Italiana all’Estero, Giangi Cretti invia ai soci. Una rassicurazione che possiamo sottoscrivere quasi pienamente. La Legge di Bilancio, ovvero il maxiemendamento, approvato al Senato fa ben sperare sia per quanto concerne la stampa italiana all’estero nel suo complesso, sia per quanto riguarda i giornali delle minoranze linguistiche. E anche, dobbiamo doverosamente aggiungere, fa ben sperare nel caso che più di tutti riguarda da vicino la Comunità nazionale italiana, ossia il rifinanziamento delle Leggi a favore delle attività della CNI in Croazia e Slovenia, nonché degli esuli giuliano-dalmati. Tutto lascia ritenere che i fondi previsti siano passati indenni attraverso le forche caudine del maxiemendamento e del voto di fiducia. Naturalmente i dati fin qui disponibili vanno presi con il beneficio dell’inventario. Per sapere con esattezza come andrà a finire bisogna attendere il passaggio definitivo della Legge di Bilancio 2019 alla Camera dei deputati.

Un iter laborioso

Se c’è un capitolo della Finanziaria il cui iter è stato al cardiopalmo, comunque, è sicuramente quello riferito ai fondi per la stampa italiana oltreconfine. “Infatti”, come spiega il presidente della FUSIE, Giangi Cretti, “dopo che alla Camera l’emendamento Varrica (e altri) era stato ritirato, ecco che al Senato, dove si sarebbe votata la Legge di Bilancio concordata con l’Unione europea, pertanto destinata a diventare quella definitiva, è rispuntato un emendamento a prima firma del senatore Patuanelli, capo gruppo al Senato del M5S, con il quale, al di là, del registro burocratico con il quale è scritto, si chiede che alle testate italiane edite o prevalentemente diffuse all’estero a partire dal 2019 e per il 2020 e 2021 vengano erogati un milione di euro. Le testate interessate sono un centinaio e, fra queste, così si legge nell’emendamento, anche quattro quotidiani. Non serve essere addetti ai lavori per capire che è del tutto evidente come un simile contributo sia la striminzita foglia di fico dietro alla quale camuffare la fine di un’esperienza il cui valore è indiscutibilmente incommensurabile”. Di fronte a questa prospettiva – continua Giangi Cretti – “restava ancora una pista da battere: invocare i buoni uffici del sottosegretario Ricardo Merlo, egli stesso figlio di emigrati, che ha le deleghe per gli italiani all’estero, pur supponendo che verosimilmente sia spesso costretto a fare quello che può, che non è detto, vivamente lo speriamo, coincida con quello che vuole. Ed è stata questa la pista che, incontrata la massima disponibilità, dopo un’interlocuzione serrata, ha aperto lo spiraglio dal quale si poteva intravvedere una possibile soluzione: cancellare dall’emendamento Patuanelli ogni riferimento alla stampa italiana all’estero e per l’estero. Un risultato, sicuramente parziale e di cui non si conosce la formulazione ufficiale, che lascia aperta la necessità di un approfondito e non aprioristico confronto sul tema del contributo pubblico all’editoria, ma che ci consente di aver ancora tempo e un po’ di fiato per poterlo fare”.

Stampa all’estero preservata

A far ben sperare è quanto dichiarato dal senatore del Maie Adriano Cario, eletto nella ripartizione America Meridionale, che è intervenuto nell’Aula di Palazzo Madama nel corso del dibattito sulla manovra economica per illustrare la dichiarazione di voto del Movimento Associativo Italiani all’Estero. “Il Maie – ha ricordato Cario – è presente in Parlamento dal 2008 e per la prima volta constatiamo che una maggioranza di governo realizza quanto è stato promesso in campagna elettorale. Come italiani all’estero – ha proseguito il senatore – siamo orgogliosi di un governo che difende gli interessi del nostro Paese, conciliandoli in maniera intelligente con quella che è la nostra seconda casa, l’Unione europea”. “Nel merito delle misure di nostro diretto interesse, quali italiani all’estero, – ha continuato Cario – apprezziamo in particolare la decisione di autorizzare l’incremento in 300 unità del personale assegnato alla rete consolare, oltre a 50 contrattisti; una misura per noi rivoluzionaria, che ha un duplice significato”. Una scelta che per Cario rispetta l’impegno contenuto nel contratto di governo volto a migliorare i servizi consolari. “Inoltre vorremmo sottolineare – continua Cario – il fatto che questa legge preserva la stampa italiana all’estero, un servizio che oltre a dare informazione promuove la nostra lingua, la nostra cultura e il made in Italy”. “Per tali ragioni, signor presidente, il Maie – ha concluso Cario – voterà sì a questa manovra e alla fiducia al governo”.
Della manovra finanziaria per il 2019 e della prevista assunzione di nuovo personale per la rete consolare ha parlato sempre il senatore Adriano Cario in un’intervista rilasciata a L’eco d’Italia in un articolo a firma di Pablo Mandarino. Nell’intervista si segnala come il senatore Cario sia stato il primo firmatario dell’emendamento che consentirebbe l’ingresso di almeno trecentocinquanta nuove unità all’interno della rete consolare. “Le negoziazioni sono state estenuanti – ha ammesso Cario – ma ne è valsa la pena. Il ruolo del Sottosegretario Ricardo Merlo nel trovare l’intesa è stato fondamentale: oltre a far valere il nostro peso in aula, è riuscito a far capire al governo che le risorse verso gli italiani all’estero sono un investimento per l’Italia”.

Un figlio dell’emigrazione

Nell’intervista si ricorda inoltre come, per la prima volta nella storia, un figlio dell’emigrazione faccia parte di un governo italiano, con riferimento proprio a Ricardo Merlo. Di fatto sarebbe stato merito del Sottosegretario in questione questo atteso passo in avanti verso “politiche e decisioni che avranno un impatto reale sulle nostre comunità”. “C’è un partito, che è il Maie, che dopo dieci anni in Parlamento, con passione e coerenza, ha saputo ricavarsi un posto importante nella politica italiana e in questo esecutivo. Non parlo solo di Merlo – ha aggiunto Cario – ma anche del lavoro dell’On. Mario Borghese alla Camera che è stato altresì fondamentale per riuscire in questi risultati”. Secondo Cario “siamo riusciti a far capire al governo che noi, italiani all’estero, siamo una risorsa. Se paragoniamo il costo percentuale che rappresentiamo per la manovra e il beneficio economico che invece produciamo con l’esportazione e con il turismo di ritorno, il bilancio è più che positivo per il fisco italiano”. Dopo aver evidenziato l’importante ruolo svolto dalla Farnesina per gli italiani all’estero, Cario ha sottolineato, infine, che “nell’attuale situazione sociale, economica e politica, che sta attraversando l’Italia, è già un’impresa essere riusciti a rafforzare la rete consolare nonché a fermare il taglio all’editoria italiana all’estero”.

Supporto prezioso

Che “la manovra approvata al Senato segni finalmente una svolta per la rete diplomatica e consolare, in quanto autorizza l’assunzione di 300 unità di personale nelle aree funzionali del Ministero degli Affari Esteri e di circa 50 contrattisti” lo rileva in una nota pure Elisa Siragusa, deputata del Movimento 5 Stelle in Commissione Esteri alla Camera. “La nostra rete consolare negli ultimi anni è stata oggetto di continui tagli: sedi chiuse, turnover di personale bloccato. Tutto questo si è spesso tradotto in una riduzione di efficienza dei servizi consolari. Queste nuove unità”, conclude Siragusa, “saranno quindi un supporto prezioso per i nostri consolati che potranno far fronte in maniera più appropriata alla crescente domanda di servizi dovuta all’aumento degli italiani all’estero”.

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