Giovani. il denaro non è tutto

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Giovani. il denaro non è tutto

Non si tratta di scoprire l’acqua calda, né di voler fare i saccenti con frasi fatte. Il turismo non è soltanto il pilastro dell’economia croata, il settore che genera da solo una percentuale a doppia cifra del Pil consentendo la tenuta di tutto il sistema, ma è anche la cartina al tornasole di quanto sia urgente procedere con una pianificazione ragionata lasciandoci alle spalle l’atteggiamento che sembra essere plasmato sulla volontà di confrontaci solo ed esclusivamente con le conseguenze. Si tratta di null’altro se non di una semplice costatazione. Certamente, si potrebbe approfondire e mettere in relazione tutta una serie di fattori che vanno dall’andamento demografico all’emigrazione, dalle possibili soluzioni alla crisi migratoria alla necessità di guardare ai migranti come a una risorsa e non come a un problema. Prima o poi bisognerà farlo. Oppure si potrebbero prendere in considerazione alcuni dati illustrati dagli esperti e tentare di guardare il quadro che emerge per quello che è, senza scomodare la fantasia per cercare di adeguarlo agli auspici e alle aspettative. Si potrebbe così, ad esempio, tenere da conto che per dare i frutti sperati ed esprimere appieno le potenzialità, il settore turistico-alberghiero ha bisogno, per la stagione targata 2018, di individuare circa 20mila lavoratori stagionali – al momento, stando alle statistiche degli Uffici di collocamento al lavoro, le richieste delle società operanti nel settore sono già arrivate a superare quota 16mila, mentre gli interessati a svolgere le varie mansioni dotati delle qualifiche necessarie non sono andati oltre gli 11mila. Il gap è evidente. I soliti bene informati che dispongono delle soluzioni a ogni sorta di problema non hanno tardato a farsi avanti e a proporre la loro ricetta. A loro dire il fenomeno va combattuto in modo fermo e con l’unica strategia possibile: procedendo con l’aumento degli stipendi. L’adesione all’Unione europea ha aperto le porte alla mobilità e adesso le persone che vantano una solida preparazione preferiscono andare a lavorare in posti dove il loro impegno è adeguatamente pagato. Tutto vero, peccato che fermarsi a questa considerazione e procedere con una riforma orientata esclusivamente sull’importo degli stipendi si rivelerebbe un buco nell’acqua. Va da sé che la questione conta e che nessuno rifiuterebbe una busta paga più sostanziosa, ma dimenticare che ci sono anche altri fattori sui quali lavorare è tutto tranne che saggio. Anzi sono proprio questi altri fattori a essere prioritari. Primo fra tutti, lo stato generale delle cose nella società. O almeno così sostengono i giovani.

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