Fondamentale riflettere sul ruolo politico dell’UI

Alla Comunità di Fiume il dibattito sulle modifiche allo Statuto dell’Unione Italiana. L’obiettivo è registrare le proposte e i suggerimenti dei connazionali

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Fondamentale riflettere sul ruolo politico dell’UI

L’Assemblea dell’Unione Italiana ha previsto nel suo programma di lavoro annuale l’avvio del processo di riforma istituzionale e strutturale dell’UI che, con la redazione di un nuovo Statuto, porti all’affermazione del decentramento e dell’autonomia delle Comunità degli Italiani e a una nuova strutturazione dell’UI stessa. Si tratta di un processo complesso e delicato, che si svolgerà in più fasi. La prima è incentrata sull’identificazione degli obiettivi e delle finalità che si intendono raggiungere con le modifiche statutarie. Le proposte così raccolte saranno elaborate una prima volta e raccolte in un documento che l’Assemblea dell’UI sarà chiamata a votare. Poi l’incartamento passerà al vaglio della Commissione statutaria, che stilerà la versione definitiva delle disposizioni.
Il termine per la presentazione di proposte, suggerimenti e indicazioni relative agli obiettivi che si intendono perseguire con le modifiche allo Statuto, possono essere inoltrati all’UI di Fiume per posta o e-mail ([email protected]) entro e non oltre il 30 settembre 2019 (finora per queste vie non è pervenuta alcuna proposta). Inoltre, al fine di sondare l’opinione dei connazionali, su proposta del presidente dell’UI, Maurizio Tremul, e del presidente dell’Assemblea, Paolo Demarin, è stato avviato un ciclo di dibattiti pubblici incentrato sul progetto politico e sulla visione strategica che si intende perseguire con le modifiche statutarie.
Dopo aver fatto tappa all’inizio del mese a Buie e Isola, il dibattito è approdato ieri a Fiume. L’incontro alla CI è stato organizzato dall’UI in collaborazione con i sodalizi del capoluogo quarnerino, di Abbazia, Laurana e Draga di Moschiena. A sentire l’esposizione di Tremul, sono stati invitati i connazionali, ma anche tutti gli altri soci delle CI e in generale la cittadinanza interessata all’argomento. Un tema importante per il futuro della CNI, che ha attirato al Salone delle feste di Palazzo modello un nutrito gruppo di addetti ai lavori, a iniziare dal presidente della Giunta esecutiva dell’UI, Marin Corva.
“L’intenzione – ha rilevato Tremul rivolgendosi ai presenti – è quella di ascoltare i connazionali e registrare le loro proposte su come vedono in futuro il ruolo dell’Unione Italiana e in quale direzione si vuole svilupparla”. Poi ha ceduto la parola al presidente dell’Assemblea UI, Paolo Demarin, che ha invitato i partecipanti a riflettere sul ruolo politico (non partitico) dell’Unione, dell’assetto dell’Assemblea e dei rapporti tra l’UI e le CI.
Nel corso del dibattito è stato espresso il dubbio che il vero scopo dei cambiamenti sia quello di procurare all’UI l’alibi per poter imporre la sua volontà alle CI. È stata espresso pure il timore che qualora il numero dei membri dell’Assemblea venga ridotto a meno di 51, possano emergere diseguaglianze tra i sodalizi. Una situazione che rischia di creare un disagio in particolare nelle Comunità più piccole. Inoltre, è stata definita antipatica la decisione di sottoporre gli indirizzi di modifica dello Statuto al filtro di un gruppo di lavoro, invece di presentarli direttamente all’Assemblea UI.

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