FederEsuli nello spirito del Concerto dei tre Presidenti

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FederEsuli nello spirito del Concerto dei tre Presidenti

TRIESTE | “Noi siamo nello spirito del Concerto dei tre Presidenti in piazza Unità d’Italia”. Commenta così David Di Paoli Paulovich, vicepresidente della Federazione delle Associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati, e presidente dell’Associazione delle Comunità Istriane di Trieste, le dichiarazioni rese da Basovizza domenica scorsa, in occasione delle celebrazioni del Giorno del Ricordo. Di Paoli Paulovich si richiama al giusto equilibrio ritrovato all’epoca, superando malintesi su entrambe le sponde, unitamente alla volontà di guardare al futuro, cui Italia, Croazia e Slovenia sono giunte con fatica, attraverso un percorso di rispetto e condivisione, che ha posto fine a “decenni di oblio sulle vicende del confine orientale che condussero all’esodo della maggioranza degli italiani dall’Istria, da Fiume e da Zara”. Anni in cui “le Associazioni degli esuli furono lasciate sole a rappresentare la sete di giustizia e a coltivare la memoria, la storia e la cultura delle nostre genti”, rileva Di Paoli Paulovich.
Diecimila persone in piazza Unità d’Italia il 13 luglio 2010, con i Capi di Stato – l’italiano Giorgio Napolitano, lo sloveno Danilo Türk e il croato Ivo Josipović –, invitati dal maestro Riccardo Muti assieme sul palco del “Concerto dell’amicizia”. Una storica stretta di mano che voleva chiudere con un passato fatto di contrapposizioni e aprire a un domani di collaborazione. Un evento che “ha ormai definito lo spirito con cui desideriamo operare senza per questo rinunciare alla nostra storia – ribadisce Di Paoli Paulovich –. Osserviamo come quest’anno la cerimonia commemorativa sia stata anche l’occasione per esponenti del mondo politico-istituzionale di intervenire in coda alla S. Messa celebrata dall’arcivescovo mons. Crepaldi, spazio d’intervento un tempo riservato solo al sindaco di Trieste e al presidente del Comitato per i martiri delle foibe”. “Dopo tanto clamore mediatico – conclude – auspichiamo che nella ormai casa comune europea i toni si abbassino evitando ogni tipo di posizione strumentale e che i rappresentanti del governo italiano riprendano la buona consuetudine di intrattenere con la Federazione rapporti costruttivi e periodici al fine di confrontarci sulle tematiche di diritto ancora aperte legate alle nostre istanze di esuli giuliano-dalmati”.

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