Tajani ritira le sue dichiarazioni

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Tajani ritira le sue dichiarazioni

Gli eurodeputati croati e sloveni del Partito popolare europeo hanno ottenuto insieme un’indubbia vittoria. Nell’incontro avuto con loro il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, si è distanziato con ancora maggiore chiarezza dalle sue dichiarazioni a Basovizza. L’europarlamentare Ivana Maletić ha dichiarato che è stata redatta una dichiarazione congiunta in cui Tajani in modo chiaro e inequivocabile si distanzia dalle frasi controverse di giorni fa. Tajani, nella dichiarazione, esprime sincero rammarico per aver usato parole che “hanno offeso i vostri concittadini e che non implicavano in alcun modo aspirazioni territoriali. Quando ho menzionato l’Istria e la Dalmazia, mi riferivo in primo luogo ai suoi cittadini, ai figli e ai nipoti che erano presenti tra il pubblico. Tutta la via carriera politica finora è la migliore dimostrazione di quanto apprezzi l’amicizia con i cittadini di Croazia e Slovenia. Tutte le vittime dei regimi totalitari, fascista, nazista e comunista meritano identico rispetto”.

Radin: «Incidente isolato»

Le parole pronunciate dal presidente del Parlamento dell’Unione europea, Antonio Tajani, a Basovizza in occasione della Commemorazione del 10 febbraio continuano a tenere banco anche in Croazia. L’argomento è stato discusso al Sabor. Il vicepresidente del Parlamento croato e deputato della Comunità nazionale italiana, Furio Radin, ha invitato ieri a non strumentalizzare a fini elettorali quanto accaduto. Ha chiarito che un approccio di questo tipo rischia di penalizzare le minoranze nazionali.

“Il Giorno del Ricordo – ha sottolineato Radin – è stato istituito per commemorare le centinaia di migliaia di persone, in primo luogo italiani, che dopo la Seconda guerra mondiale sono state di fatto cacciate, giacché nessuno abbandona volontariamente la sua casa. Si tratta ovviamente, di una ricorrenza che sprona a riflettere pure sulle malefatte che sono state commesse da tutte le parti, durante la Seconda guerra mondiale e nel dopoguerra”. Ha ricordato che l’evento clou delle commemorazioni indette in occasione della Giornata del Ricordo si è svolto al Quirinale. “Al Colle hanno parlato il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, il ministro degli Affari esteri e della Collaborazione internazionale, Enzo Moavero Milanesi, il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti, e i rappresentanti degli esuli. Ad ascoltarli c’erano gli Ambasciatori croato, sloveno e montenegrino, i rappresentanti del Senato e della Camera dei deputati del Parlamento Italiano, il presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte… Nel corso della cerimonia è stata detta la verità su ciò che accadde. Alla fine ce ne siamo andati tutti contenti”, ha notato Radin, esprimendo il parere che le celebrazioni del Giorno del Ricordo abbiano contribuito a saldare ulteriormente i rapporti tra l’Italia e la Croazia.“L’indomani – ha proseguito – persino il vicepremier Matteo Salvini, noto per usare un linguaggio tagliente, ha tenuto a Basovizza un discorso costruttivo e moderato. Tajani ha concluso il suo discorso in un modo inaccettabile, ma in realtà dobbiamo riconoscere che i vertici dello Stato Italiano hanno celebrato il Giorno del Ricordo guardando al futuro, ricordando il passato e ineggiando all’amicizia con la Croazia e la Slovenia”. Radin ha invitato a evitare di incorrere nell’errore di gettare ombre, di ledere ai buoni rapporti instaurati tra l’Italia e la Croazia a causa di un incidente isolato.

Il vicepresidente del Sabor si è soffermato sull’argomento anche ai microfoni della Radio pubblica croata (HR). Nel corso della trasmissione “Nella rete del primo (canale)”, analizzando l’accaduto assieme al presidente e al vicepresidente della Commissione parlamentare per gli Affari esteri, rispettivamente Miro Kovač (HDZ) e Joško Klisović (SDP). Durante la discussione Radin ha sottolineato che le parole pronunciate da Tajani non rispecchiano le posizioni ufficiali della Repubblica Italiana. “Le posizioni istituzionali italiane sono state illustrate il giorno prima a Roma, al Quirinale, dal Capo dello Stato e da due ministri del governo italiano. Mi riferisco a discorsi tesi a favorire i rapporti di amicizia tra Paesi membri dell’UE, ma anche a spronare a guardare al futuro senza scordarsi il passato”, ha notato Radin, dichiarando di non comprendere le parole di Tajani, un’uscita che a suo parere dev’essere analizzata a Bruxelles e non a Roma.

Infine il messaggio chiave del vicepresidente del Sabor: “Se c’è qualcosa di più dannoso per le minoranze, in questo caso per quella italiana, delle parole inaccettabili di Tajani, è il fatto di prendere la palla al balzo, come si sta facendo alla grande in questi ultimi giorni e trasformare il tutto in compagna elettorale”.

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