Borse di studio. Una ventata di novità

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Borse di studio. Una ventata di novità

FIUME | La Comunità Nazionale Italiana sta attraversando un periodo di grandi cambiamenti. Esso deriva prevalentemente da un rinnovo delle figure di riferimento, a partire dai professori delle materie scolastiche, ossia ai maestri di vita. In questo contesto diventa fondamentale investire sulle risorse umane, per far sì che chi va in pensione o passa a fare un altro lavoro, venga sostituito nel migliore dei modi, possibilmente anche con un aumento della qualità. E se in alcuni campi non ci sono problemi di questo tipo, grazie a un’abbondanza di giovani che scelgono di intraprendere determinate carriere di studio prima e professionali poi, in altri casi ci sono delle serie mancanze di profili professionali adeguati. A lungo termine c’è un unico modo per ovviare a questo sistema, la pianificazione anticipata dei percorsi di studio dei giovani connazionali, sui quali si può influire con le borse di studio.

Nel corso dell’ultima Assemblea dell’Unione Italiana, due consiglieri sono intervenuti su questo tema, dando il loro parere e formulando delle richieste concrete su che cosa si potrebbe fare per migliorare la situazione. Prima di loro, però, ne aveva parlato anche l’Attivo consultivo del settore Istituzioni prescolari, scolastiche e universitarie, in quanto la Giunta esecutiva dell’UI, guidata da Marin Corva, aveva messo all’ordine del giorno proprio questo tema, conscia della necessità di fare dei cambiamenti.

La situazione attuale

“Dopo i risultati del primo bando di concorso per le borse di studio la Giunta esecutiva si è accorta che il sistema in vigore non corrisponde più alle reali necessità della Comunità Nazionale Italiana. È un dato di fatto e bisogna prenderne atto. Nel mondo del lavoro all’interno della CNI ci sono delle carenze che vanno colmate e sta a noi trovare il modo di rimediare alla situazione nel migliore dei modi, anche con le borse di studio”, ha dichiarato Corva.
Il problema, però, non è di facile soluzione. All’Unione lo sanno bene, tanto che la riunione dell’Attivo consultivo del settore, per quanto concerne le borse di studio, era stata concepita come una sorta di brainstorming, con Corva e la titolare del settore, Iva Bradaschia Kožul, che avevano spronato i dirigenti degli istituti prescolari e scolastici a esporre apertamente le loro idee, proposte e progetti. Con l’obiettivo di capire quali siano le reali esigenze del territorio, ossia concretamente di quanti e quali insegnanti abbiamo bisogno.

Le nuove proposte

In quell’occasione Corva aveva invitato tutti a riflettere sulle carenze di insegnanti di fisica, tecnica, biologia e informatica al fine di capire quali siano le strategie da adottare per incentivare i giovani a studiare queste materie. Con Iva Bradaschia Kožul che aveva ipotizzato un aumento dell’importo destinato ai borsisti di materie deficitarie o altre misure di questo tipo. Contattata telefonicamente Iva Bradaschia Kožul ci ha anticipato alcune delle idee che potrebbero venir messe in atto con un nuovo regolamento sulle borse di studio. “Una delle proposte che stanno circolando in questo momento è quella di abolire le borse vincolate per andarle a sostituire con delle borse prioritarie, che permetterebbero ai ragazzi che terminano gli studi di avere qualche agevolazione senza andare a creare vincoli. Un’altra idea è di aumentare i mezzi a disposizione di singole borse, che coprono materie carenti, per stimolare i ragazzi a intraprendere quel percorso di studio anche grazie a una borsa più vantaggiosa rispetto ad altre”, ha dichiarato la titolare del settore.
Nel corso dell’ultima Assemblea, anche Roberto Battelli, ha affrontato il tema delle borse di studio, chiedendo di aumentare i fondi a disposizione e anche il numero di borse per le Università italiane, limitando magari le risorse riservate a quelle per gli Atenei operanti in Croazia e Slovenia.
Il suo intervento è arrivato al momento giusto, in quanto qualche settimana dopo la Giunta esecutiva non ha potuto fare altro che constatare che non è pervenuta nessuna candidatura allo scadere del bando di concorso per l’assegnazione di otto borse di studio per la frequenza dell’Università Juraj Dobrila di Pola (Dipartimento di studi in lingua italiana e Dipartimento di studi per la formazione di maestri ed educatori per gli studenti di nazionalità italiana e cittadinanza croata/slovena) e per quattro borse di studio per la regolare frequenza di corsi di laurea presso l’Università di Fiume (Dipartimento di Italianistica per gli studenti di nazionalità italiana e cittadinanza croata/slovena).

Un problema complesso

Corva, però, ci spiega che la situazione non è così semplice. “L’intervento di Battelli è molto sensato e va preso seriamente in considerazione, in quanto effettivamente da parte dei giovani c’è molto interesse per andare a studiare in Italia. Spingere tutti i giovani li, però, potrebbe rallentare la formazione, perché abbiamo notato che chi finisce gli studi in Croazia e Slovenia può iniziare subito a lavorare per le nostre scuole, chi completa l’Università in Italia, invece, deve affrontare il percorso di equipollenza e abilitazione all’insegnamento, che purtroppo può durare anche diversi anni. Inoltre, chi va in Italia spesso studia ingegneria, medicina o altre materie di questo tipo e terminata l’Università non torna in Croazia o anche se lo fa non va a fare il docente a scuola o il giornalista”, ha affermato Corva.

Investire in risorse umane

La Giunta esecutiva sta lavorando attivamente alla soluzione del problema, ascoltando quelle che sono le reali necessità delle istituzioni prescolari, scolastiche e universitarie. La situazione attuale è ben nota, con una lista di tutte le posizioni lavorative che richiedono nuovi investimenti in termini di risorse umane. Ora è il momento di agire trasformando le molte idee che circolano in proposte concrete, sotto forma di un nuovo regolamento per le borse di studio. Il tutto potrebbe essere pronto prima del prossimo bando di concorso, il che significa che l’Assemblea dell’Unione Italiana ne potrebbe discutere già alla seduta che si svolgerà fra maggio e giugno.

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