Bocciate le richieste dei cantierini fiumani

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Bocciate le richieste dei cantierini fiumani

FIUME | Il Consiglio di Vigilanza del cantiere navale di Cantrida non ha accolto le richieste dei lavoratori del 3.maj di esonerare il direttore Maksimilijan Percan né la proposta di nominare altri rappresentanti nel Consiglio stesso. Lo ha reso noto Juraj Šoljić, rappresentante dei lavoratori e presidente del Comitato sindacale per la salvaguardia del 3.maj.

La riunione del CdA si è svolta a Pola e Šoljić vi ha partecipato da Fiume, in videoconferenza. Oltre all’esonero di Percan, i cantierini di Fiume, lo ricordiamo, chiedono lo scioglimento del Consiglio di Vigilanza e la nomina di uno nuovo, composto dal rappresentante dei lavoratori, da due membri di Pola e due di Fiume.
“Ho reiterato le richieste dei lavoratori e del Comitato di sciopero del 3.maj, ma il proprietario di maggioranza è rimasto fermo sulle proprie posizioni, sia per quanto concerne il direttore Percan, che il Consiglio di Vigilanza”, ha rilevato Šoljić, ricordando che il 31 dicembre si svolgerà l’Assemblea straordinaria generale degli azionisti del 3.maj, con la speranza che la direzione del Gruppo polese accetti finalmente le richieste dei lavoratori di Fiume.
Lo sciopero al 3.maj dura dal 22 ottobre e non si interromperà fino all’erogazione dell’intero importo della paga per il mese di settembre, anche se a metà novembre le maestranze hanno percepito l’importo minimo (2.700 kune) per settembre. I lavoratori, inoltre, chiedono che sia reperito il materiale necessario per poter continuare la produzione, che venga nominata una nuova direzione di crisi, che Pola renda a Fiume tutti i servizi di cui si è appropriata, compresa la fabbrica motori (MID), e che sia permesso agli esponenti del cantiere di Cantrida di partecipare alla stesura del programma di ristrutturazione del Gruppo Uljanik.

La scelta del partner entro Natale

Il ministro dell’Economia, Darko Horvat, intanto, è tornato a fare professione di ottimismo sul futuro degli stabilimenti navalmeccanici dell’Alto Adriatico, anche se fino a questo momento passi concreti verso la ristrutturazione dei due cantieri non sono stati fatti. “Ci troviamo in una situazione che due mesi fa era impensabile: ci sono due grandi consorzi europei che vogliono entrare nel Gruppo Uljanik e assicurare il necessario sostegno finanziario sia al 3.maj sia allo Scoglio Olivi. Sono sicuro che la decisione finale sul partner strategico sarà presa entro Natale”, ha rilevato il ministro.

«Atti illegali dei cantierini»

Da Pola nel frattempo arrivano strali nei confronti delle maestranze fiumane. La direzione dell’Uljanik ritiene che, non lasciando entrare il direttore Maksimilijan Percan, il Comitato di sciopero del 3.maj abbia violato sia la Legge, sia le norme interne del Gruppo. “Un attacco frontale al funzionamento della Società e un’interruzione diretta del partenariato sociale da parte del Comitato di sciopero del 3.maj si sono verificati mercoledì, quando è stato impedito al direttore Maksimilijan Percan di entrare nel cantiere e sono state proferite minacce alle persone incaricate della sicurezza personale e della proprietà. Questo è avvenuto nel momento in cui, nell’ambito del processo di pacificazione, apertamente e in buona fede, in presenza del mediatore, si doveva discutere dello sciopero e dei diritti legati a tale azione sindacale”, si legge nel comunicato diffuso dalla direzione polese.
Nel prosieguo la direzione dell’Uljanik rileva che “con questi comportamenti è stato reso impossibile il processo di conciliazione, che la Legge prevede come uno strumento di comunicazione, ed è stato causato un danno a tutti i lavoratori del 3.maj per ciò che concerne i loro diritti di sciopero. Il dialogo sociale è il fondamento dei rapporti tra i partner sociali e il datore di lavoro, soprattutto in situazioni di crisi, non dev’essere interrotto per nessun motivo. Violare i principi del partenariato sociale significa mettere in questione tale partenariato e a subirne le conseguenze maggiori sono i lavoratori stessi”.
Inoltre, “con il suo comportamento illecito il Comitato di sciopero del 3.maj impedisce di lavorare ai dipendenti di altre società del Gruppo Uljanik e ciò ha già arrecato un grave danno e, forse, la perdita di una grande commessa. A causa di ciò, dovranno essere appurate le responsabilità di chi è rimasto coinvolto in tali azioni illecite”.
La direzione del Gruppo Uljanik ha concluso esprimendo profondo “rammarico per l’ostruzionismo del processo di conciliazione da parte del Comitato di sciopero del 3.maj. Non può e non deve essere tollerato il fatto che tale Comitato abbia violato una serie di Leggi e atti interni al Gruppo”.

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