Il premier Plenković finisce nel mirino per una nomina considerata sospetta

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Il premier Plenković finisce nel mirino per una nomina considerata sospetta

ZAGABRIA | In Croazia finora la Commissione per il conflitto d’interessi ha dimostrato di poter essere un fattore di primo piano, in grado di incidere anche sugli equilibri politici. Basti ricordare l’affondo a suo tempo, contro l’allora vicepremier Tomislav Karamarko, costato di fatto la carriera politica a quest’ultimo. Stavolta la Commissione ha preso di mira nientemeno che il premier Andrej Plenković. Nei suoi confronti è stato aperto un procedimento a causa della nomina del diplomatico Igor Pokaz alla carica di Ambasciatore a Londra. Il problema sta nel fatto che Pokaz è testimone di nozze del premier.

Mancata informazione

Per tale motivo, secondo gli esperti dell’organismo preposto ai conflitti d’interessi, il capo del governo avrebbe dovuto informare del fatto tutti coloro che erano coinvolti nel procedimento di nomina dell’Ambasciatore e magari esimersi dal prendere parte a sua volta a tale procedimento. La decisione della Commissione ha fatto andare su tutte le furie il premier, il quale ha ribadito di non avere alcuna intenzione di venir meno al ruolo a cui è stato democraticamente eletto.

Violata la legge?

Ma procediamo per ordine. Il primo ministro Andrej Plenković, stando alle spiegazioni in base alle quali è stato aperto il procedimento a suo carico, potrebbe aver infranto la legge. Il vicepresidente della Commissione per il conflitto d’interessi, Davorin Ivanjek, ha espresso il parere che il capo del governo non si sia attenuto alle norme vigenti in materia di risoluzione dei conflitti di interessi. Ivanjek lo ha affermato ieri, dopo che su segnalazione del deputato Miro Bulj (Most) la Commissione per il conflitto d’interessi ha avviato una procedura nei confronti del premier.

Il primo ministro sotto i riflettori

Andrej Plenković è finito sotto la lente d’ingrandimento a causa della nomina di Igor Pokaz ad Ambasciatore croato a Londra. Pokaz (ex Ambasciatore croato a Mosca, nda) è un diplomatico di carriera, ma è anche il testimone di nozze del primo ministro croato. Di conseguenza, nel convalidare la sua nomina Plenković avrebbe dovuto informare l’opinione pubblica in merito al rapporto che li lega.
Ivanjek ha puntualizzato che Plenković avrebbe dovuto informare della circostanza le istituzioni coinvolte nella scelta dell’Ambasciatore croato a Londra. In altre parole il premier avrebbe dovuto mettere al corrente della vicenda i membri del governo incaricati di redigere la proposta di nomina dell’Ambasciatore su indicazione del Ministero degli Affari esteri ed europei.

Esimersi dall’obbligo della firma

“Inoltre – ha proseguito Ivanjek – il premier avrebbe dovuto informare pure la Commissione parlamentare per gli affari esteri e il Presidente della Repubblica di Croazia, Kolinda Grabar-Kitarović, che deve controfirmare la nomina”. Ivanjek ha annunciato che la Commissione per il conflitto d’interessi si rivolgerà a degli esperti di diritto costituzionale per verificare se in questo caso Plenković avrebbe potuto esimersi dall’obbligo di firmare la nomina dell’Ambasciatore.

Argomentazioni infondate

La prassi adottata dalla Repubblica di Croazia per quanto concerne l’insediamento dei suoi Ambasciatori all’estero prevede che la nomina dei medesimi sia firmata dal primo ministro e successivamente convalidata dal Capo dello Stato.
Commentando l’accaduto Andrej Plenković ha espresso l’opinione che si tratti di una perdita di tempo. Il premier ha sostenuto che le accuse mosse nei suoi confronti sono prive di argomentazioni valide.

Il deputato Miro Bulj

“Le norme che regolano la nomina dei capi delle missioni diplomatiche e degli uffici consolari non prevedono la possibilità di estromettere dal procedimento la persona che ricopre l’incarico di capo del governo”, ha notato Plenković. “Se per ipotesi – ha proseguito – avessi un legame di parentela con la persona che mi ha denunciato, il deputato Miro Bulj del Most, e se avessi nominato lui nel ruolo di Ambasciatore nel Regno Unito, considerate le sue brillanti credenziali, ammetterei di essere in conflitto d’interessi e di aver preso una decisione inadeguata”.

Lo zio materno del premier

A trovarsi nel mirino della Commissione per il conflitto d’interessi è stato anche il ministro Tomislav Ćorić, per aver dato via libera all’assunzione “in maniera discrezionale, senza motivazioni, dello zio materno del premier, Marko Raos, nel Parco naturale del Biokovo. Il ministro ha ribattuto di aver agito tenendo conto delle referenze di Raos e di non essere a conoscenza che fosse lo zio di Plenković.

Nel caso della cugina tutto è a posto

La Commissione per il conflitto d’interessi, infine, ha “assolto” il premier dall’accusa di aver contribuito all’assunzione di sua cugina nell’ufficio della Comunità turistica croata a Monaco di Baviera, in quanto non avrebbe avuto ingerenze formali nel procedimento di nomina. Almeno in questo caso nessun vizio di forma.

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