Giovani e imprenditoria per il rilancio della CNI

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Giovani e imprenditoria per il rilancio della CNI

Ritrovare l’unità interna, rafforzare la presenza sul territorio dell’insediamento storico, allargare il sostegno politico, includere i giovani e favorire l’imprenditoria: queste le chiavi del rilancio di Unione Italiana secondo Marin Corva, eletto l’8 luglio presidente della Giunta esecutiva dell’associazione rappresentativa della Comunità nazionale italiana in Croazia e Slovenia. Il 38.enne fiumano, formazione nel ramo economico, attivista della Comunità degli Italiani di Palazzo Modello – di cui è stato presidente del Comitato esecutivo fino a qualche mese fa – fin da bambino, è stato impiegato dell’UI e segretario di Giunta. Ad agosto il suo programma e la sua squadra hanno ottenuto la fiducia dell’Assemblea.

Sette i macro obiettivi che Corva e colleghi si sono posti: valorizzazione dell’operato delle Comunità degli Italiani, con particolare attenzione al contributo degli attivisti e dei Presidenti dei sodalizi; valorizzazione dell’operato delle istituzioni scolastiche, universitarie e prescolari della Comunità nazionale italiana, per farne dei nostri centri d’eccellenza; coordinamento e rapporti con le istituzioni; progettazione e collaborazione transfrontaliera; avvicinamento dei giovani alla Comunità nazionale italiana, coinvolgendoli nel processo decisionale; promozione della nostra cultura, dei nostri dialetti e della lingua italiana; intensificazione dello sviluppo economico della CNI; tutela, attuazione e promozione dei nostri diritti derivanti dall’assetto giuridico-costituzionale dei Paesi di residenza, Croazia e Slovenia, e per il pieno rispetto degli accordi e delle intese internazionali che riguardano la CNI). Un punto fondamentale per Corva e la sua Giunta è lo sviluppo di una strategia per avvicinare i giovani: saranno perciò creati progetti ed eventi per le varie fasce giovanili e riformato il Forum dei giovani; ma si svilupperà un incubatore per l’imprenditoria giovanile presso il vano di proprietà dell’Unione Italiana sito al Centro Commerciale TPC di Santa Lucia (Portorose). In ambito culturale si prevede il restauro di Palazzo Gravisi-Buttorai a Capodistria, adibendolo a primo museo virtuale della CNI di Slovenia e Croazia e a uffici dell’Unione Italiana con sede a Capodistria. L’intervento sarà realizzato attingendo da diverse fonti di finanziamento (fondi EU, fondi interni UI, strategia economica della CAN Costiera per il periodo 2018-2021). L’operazione sarà eseguita in stretta collaborazione con la locale Comunità degli Italiani, la Comunità autogestita costiera della nazionalità italiana e la CAN di Capodistria.

Le linee programmatiche per il mandato 2018-2022 contengono alcune novità. Come si è giunti a elaborare il documento?

“In effetti, la base di partenza per la preparazione delle linee programmatiche è il programma elettorale presentato ai connazionali. Poi nel corso della campagna elettorale, dai colloqui avuti con tanti diversi connazionali sono emerse altre indicazioni. Concluse le elezioni ho fatto un altro giro di consultazioni su tutto il territorio, incontrando tutte le CI, i consiglieri, i direttori di scuole e altri connazionali. Abbiamo discusso non tanto sulla composizione della Giunta, in questo avevo le idee piuttosto chiare, quanto sulle linee programmatiche. In ultima analisi ho cercato le linee programmatiche dello scorso mandato e ho incluso tutto quello che non è stato attuato e che condivido. In pratica, è scaturito che l’Unione dovrebbe agire su sette binari principali: Comunità degli Italiani, scuole, istituzioni, giovani, cultura, imprenditoria e affari giuridico-amministrativi. Per poi permettere all’Esecutivo di operare con più serenità e anche certezza pure la Giunta è stata suddivisa in altrettanti settori”.

Quali sono i segmenti sui quali ha voluto puntare?

“Direi che in questo mandato punteremo su due settori che finora avevano un’importanza per così dire marginale, ossia i giovani e l’imprenditoria. Proprio per questo motivo vorrei creare, se la prossima Assemblea accoglierà le modifiche dello Statuto proposte dalla Giunta, questi due settori. Sono due fasce di nostri connazionali che non sono state coinvolte in un modo adeguato negli ultimi anni. Non siano riusciti a organizzare incontri giovanili, ne abbiamo fatti solo due in otto anni, e pochi con l’imprenditoria. Da quanto mi risulta, negli ultimi dodici anni non è stato mai convocato l’attivo degli imprenditori, che sicuramente è una cosa che faremo non appena riceveremo l’approvazione alle modifiche allo Statuto. Gli imprenditori che ho conosciuto e con i quali ho parlato mi hanno manifestato disponibilità e tanta volontà di contribuire. Penso che si possa aiutare la nostra CNI in generale dando una mano proprio ai nostri imprenditori. Farà un esempio molto banale: se un produttore di vino oggi con le proprie forze riesce a vendere mille, con l’aiuto dell’UI, tramite la promozione, la partecipazione a fiere ed eventi particolari, magari riuscirà a vendere duemila, quindi crescerà, avrà bisogno di spazi, di personale, di materiale… Vedo in questo una grande possibilità per molti connazionali. Dando una mano agli imprenditori, diamo una mano a noi stessi, creiamo ricchezza per tutti”.

I giovani sono una delle priorità. Come coinvolgerli?

“Innanzitutto, devo dire che sono molto fiero e molto contento della mia minoranza, perché è stato fatto un grande passo verso i giovani, se prendiamo in considerazione che dopo tantissimi anni alla guida dell’Esecutivo c’è un trentenne, che l’Esecutivo è composto in pratica da trentenni, ad eccezione di una persona che ha pochi anni di più, che l’Assemblea dell’Unione è guidata da trentenni, che molti consiglieri sono giovani… Penso che questo sia un ottimo passo. Sul coinvolgimento dei giovani, la prima cosa che mi viene spontanea da dire, anche per esperienza personale a Fiume, è dandogli potere per farli sentire responsabili e in questo modo coinvolti. Noi possiamo sicuramente procedere con quelle cose che abbiamo fatto finora, come le borse di studio, le uscite per i ragazzi delle scuole, ma adesso bisogna ripensare i punti d’incontro per i giovani. La mia idea è di organizzare una rassegna artistico-culturale a fine novembre probabilmente, per dare ai gruppi giovanili tra i 18 e i 30 anni la possibilità di dimostrare la loro creatività e il talento, da accompagnare con un momento conviviale più ‘leggero’. Perché bisogna ripartire creando gruppo. Sono stato tra i primi a far parte del Forum Giovani, ancora a fine anni Novanta, però quello che mi ha fatto allontanare è stata la burocratizzazione. Invece di fare eventi, gruppo, attività comuni, si pensava a statuti, regolamenti, consulte e questioni simili, che interessano ben poco i giovani”.

All’interno unità lobby all’esterno

Assistiamo negli anni a una significativa riduzione dei fondi dall’Italia, che costituisco la stragrande maggioranza dei finanziamenti della CNI. Come si pensa di affrontare questa situazione?

“Sono fortemente convinto che lo si può fare unicamente se al nostro interno si ha unità e unitarietà. Ciò che ha accompagnato questa diminuzione dei fondi è stata un po’ anche la crisi nostra interna, dove c’erano frazioni che invece di collaborare si creavano ostacoli inutili. Innanzitutto, dobbiamo ripristinare nel nostro ambito un dialogo tranquillo, costruttivo, un dibattito però corretto. L’altro punto è allargare il consenso. Il presidente Maurizio Tremul (dell’UI, nda) ed io abbiamo trasmesso nell’ultimo mese non so quante comunicazioni a esponenti di partiti italiani, rappresentanti degli esuli, sindaci, presidenti di regione… Abbiamo contattato un po’ tutti, perché ciò che va fatto e che funziona bene in tutti i Paesi, è fare lobby. Tremul ed io andremo ben presto a Roma a parlare diverse persone. Abbiamo ricevuto delle risposte positive. Abbiamo già parlato con la Regione Litoraneo-montana e quella Istriana dando la nostra disponibilità a lavorare sui progetti europei, con i quali l’UI ha un’ottima esperienza. Anche noi come CNI dobbiamo cominciare a pensare un po’ oltre a quelli che sono i finanziamenti tradizionali, cercando un valore aggiunto tramite i bandi europei. Dunque, consolidarci all’interno e fare tanta lobby verso l’esterno”.

C’è di mezzo, tra l’altro il rifinanziamento della legge 73/01. Vi siete già mossi come UI?

“Assolutamente sì, anche se l’argomento sarà attuale a fine anno e all’inizio del 2019, ne abbiamo già parlato con il Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione italiana quando a fine luglio siamo andati a firmare le convenzioni. Questa legge è per noi indispensabile, con questa legge finanziamo le attività delle CI, delle scuole, delle istituzioni, del Centro di ricerche storiche di Rovigno, dell’ente giornalistico-editoriale EDIT, del Dramma Italiano, parzialmente dell’UI… se venisse a mancare rimarrebbe ben poco della CNI, che senza quella legge sarebbe una realtà del tutto diversa, molto più simile ad altre minoranze che operano più che altro a livello focloristico. Sarebbe l’inizio della fine. Abbiamo trasmesso una settantina di comunicazioni a parlamentari, senatori, ministri, sottosegretari, un po’ a tutti. E in parallelo abbiamo scritto anche per sottolineare l’importanza dei contributi alla stampa italiana, in questo caso all’estero, che in futuro si vorrebbero abolire. Stiamo facendo interventi di sensibilizzazione. Nelle prossime settimane ci recheremo a Roma e incontreremo esponenti ministeriali e dei maggiori partititi politici, amici che potrebbero dare una mano. Tutti, l’Italia compresa, stiamo attraversando un periodo molto particolare, ma non vorrei che i problemi andassero poi a incidere su quelli che sono i finanziamenti CNI”.

Modifiche allo Statuto

Si vuole modificare lo Statuto per aumentare il numero dei “giuntini” e ridefinire i settori. Chiederà altri cambiamenti?

“Nel rispetto dell’Assemblea, ho proposto soltanto queste modifiche molto operative, relative esclusivamente alla Giunta. Però, quello che secondo me va ancora sistemato, è la questione degli Attivi consultivi, perché li reputo molto più importanti di quello che viene riportato nello Statuto. Vanno sistemate anche tutte quelle clausole relative ai compiti che spettano alla Giunta esecutiva. Un articolo che riguarda indirettamente la GE è quello relativo ai Servizi amministrativi. Sicuramente servirà rivedere anche quello che è l’assetto dell’Amministrazione, che è basato su un documento del 1994 e anche in collisione con le disposizioni dello Statuto. Altro aspetto che mi preme venga affrontato in sede di Assemblea è quello del Presidente della Giunta esecutiva. Ci sono tante voci, tante teorie, tante critiche sulla professionalizzazione o meno, sugli importi. Mi sono candidato con una mezza incognita su quello che accadrà dopo, nel senso che se mi erano ben chiari i miei obblighi, non mi erano chiarissimi quelli che sarebbero stati i miei diritti. Il mio contratto è basato su tutti i contratti precedenti di Tremul e Zilli, e in effetti fa riferimento a un documento dei venti anni fa vorrei aprire come dibattito. Le persone devono sapere a che cosa fanno incontro quando si candidano. E ciò va definito a livello statutario. La cosa non è ancora avvenuta in questo mandato, ma negli anni passati veniva contestata la professionalizzazione del Presidente della Giunta esecutiva il suo salario… che spesso si strumentalizzavano. A mio avviso, a meno che non si tratti di una persona ricchissima – che non ha bisogno di lavorare per vivere e con tanto tempo libero – ed estremamente disponibile, non è pensabile che qualcuno svolga quest’incarico a titolo di volontariato. Sono il primo ad aprire il dibattito su quest’argomento, perché voglio che la posizione del Presidente della GE sia regolata, anche per chi verrà dopo di me”.

Quale presidente di GE intende essere, ossia come concepisce il suo ruolo?

“Un ruolo assolutamente operativo, però parzialmente anche politico nell’ambito di quelle che sono le competenze dettate dallo Statuto. Sono unico responsabile dei servizi amministrativi, degli spostamenti finanziari, guido la Giunta esecutiva e gestisco il normale funzionamento della CNI nel suo generale, mantenendo i contatti con le scuole, le CI, le istituzioni… Dall’altra parte, la mia presenza è necessaria anche agli incontri politici per spiegare nel concreto la problematica e le conseguenza di determinate manovre. Com’è avvenuto di recente con la Regione Friuli Venezia Giulia, quando all’assessore alle Autonomie locali, Sicurezza e Politiche comunitarie, Pierpaolo Roberti, ho illustrato in riferimento all’UPT la questione della mancata realizzazione del MOF (Miglioramento dell’offerta formativa delle scuole, nda) per gli anni 2014-2017, degli aggiornamenti professionali non organizzati e che hanno inciso sulla qualità delle istituzioni scolastiche, del fatto che alle CI non è ancora giunto alcun soldo dal FVG mentre questi erano i primi mezzi che i sodalizi ricevevano solitamente, degli anticipi che abbiamo dovuto fare al Dramma Italiano perché non venisse bloccata la stagione, per non parlare degli affitti. È stato deciso di diminuire il fondo di riserva delle CI e si rischiava di non avere sufficienti risorse per coprire questa voce. Per fortuna, quest’ultimo problema l’abbiamo risolto grazie ai fondi dell’Ufficio croato per i diritti dell’uomo e delle minoranze nazionali in collaborazione con il nostro onorevole Furio Radin. Sono problemi nati su questioni operative, che la politica deve conoscere prima di decidere le sue manovre”.

Con Tremul collaborazione

Teme un po’ la presenza di Maurizio Tremul, una personalità indubbiamente forte?

“In dodici anni, da quando lavoro all’UI, ho collaborato bene con Tremul e ho imparato in tutti questo tempo – mi si permetta quest’espressione – come ‘gestirlo’. Lui ed io abbiamo un rapporto molto aperto e diretto, e anche su quelle questioni sulle quali non andiamo d’accordo non ci facciamo problemi a dibatterle, sempre però nel rispetto l’uno dell’altro… Ci consultiamo tanto, chiedo sempre un consiglio, perché credo che un’informazione in più venga sempre bene. Ma sulle questioni operative, la mia è l’ultima. Naturalmente, sto facendo ancora riferimento a Tremul per certe cose del passato, per certi progetti che ho ereditato. Ed è giusto che sia così”.

Qual è l’obiettivo che si pone come presidente della GE? Quale UI vuole lasciare?

“Vorrei un’UI forte, composta da istituzioni e persone coinvolte. Vorrei un’UI dove ci saranno tanti giovani e gli imprenditori, un’UI che crescerà, un’UI in contatto con la poltica italiana e con la politica croata e slovena, ben inserita nel territori. Penso a un’UI sghettizzata, dunque, con molta più collaborazione con altre istituzioni anche dall’esterno, assolutamente con le autorità locali. Quello che mi darebbe tanta soddisfazione sarebbe il coinvolgimento in progetti comuni, dove l’UI mette 100 e l’amministrazione locale altrettanto e insieme si riesce a far qualcosa per una qualche Comunità. Questo è il mio approccio, di conseguenza vorei avere un’UI coinvolta nella vita del territorio e anche riconosciuta da parte della nostra Italia e dei Paesi domiciliari”.

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