MACCHINE DEL TEMPO Trascorsi cinquant’anni, il comfort è lo stesso

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MACCHINE DEL TEMPO Trascorsi cinquant’anni, il comfort è lo stesso
La Peugeot 304 Break protagonista della nostra rubrica. Foto: LUCIO VIDOTTO

Per quanto anziane e rare da vedere in circolazione, ci sono auto inconfondibili che pure i giovanissimi possono identificare grazie alla loro larga diffusione, anche se in epoche remote, o per la popolarità acquisita, ad esempio, perché protagonista di un film. Questa Peugeot 304 Break del fiumano Ivor Vodopivec non ebbe una grande diffusione e nemmeno i riflettori e il glamour ad accompagnarla. È una delle varianti della berlina, vettura di classe media che si andava a collocare tra la 204 e l’ormai superata, ma leggendaria 404 e l’ammiraglia emergente 504. Venne presentata al Salone di Parigi nel 1969. La familiare, che oggi chiameremmo station wagon, uscì nel ‘70, mentre quella che incontriamo ora è del ‘72.

“Ho lavorato all’estero per dieci anni e già prima di partire per l’Italia avevo due auto d’epoca, un Maggiolone 1600 e una Citroën 2 cavalli Charleston. La prima, purtroppo, era da buttare dopo un incidente stradale, mentre la 2CV sono stato costretto a venderla.

Lo scorso anno, tornato a Fiume, sono andato in cerca di un’auto d’annata. C’era una Fiat 850 da restaurare e quando ho chiesto al mio meccanico di fiducia di sistemarla mi ha proposto una soluzione migliore, la 304 Break, anch’essa da rimettere in sesto. Nei mesi successivi ci abbiamo lavorato per poi riuscire a immatricolarla”, è la storia recente di questa rara vettura che appartiene a una generazione di modelli in cui veniva cercato il modo di renderli eleganti anche nella versione wagon. Ve ne furono diverse che nella versione familiare assumevano l’aspetto di un portaferetri.

Non c’è la sigla “PV” sulla targa, quella riservata alle auto d’epoca omologate come tali. “Uno dei motivi per cui non c’è quest’indicazione è la presenza dei due sedili anteriori che non sono originali. L’altro è per le limitazioni che comporta l’omologazione. Nell’arco di un anno, infatti, hai un numero definito di chilometri che puoi fare. Io la porto in giro quando posso, non soltanto la domenica, evitando di farlo soltanto quando piove. Nel frattempo, vado in giro a cercare i sedili originali, fa parte del gioco”. Com’è da guidare? “Prediligo le auto francesi, anche se hanno una meccanica un po’ più complicata, ma sono confortevoli. La mia 304, 1100 di cilindrata, ha la leva del cambio sul volante e sospensioni morbide. È un piacere guidarla”.

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