Rijeka in crisi, Kek… fuori forma

0
Rijeka in crisi, Kek… fuori forma

Vincere non è tutto nello sport, è semplicemente l’unica cosa che conta. Il resto sono lacrime, chiacchere e giornali di ieri buoni per incartare i cavolfiori e imbottire le scarpe. Una metafora calcistica fedele alla vita e ai premi cinematografici, nei quali, come tutti sappiamo, non vince mai il migliore…
Il Rijeka ne è la conferma. Quinto pareggio, il quarto casalingo, e otto punti buttati via davanti al proprio pubblico, che sta sempre di più perdendo la pazienza. I “fedelissimi”, quelli della curva nord, hanno fatto la voce grossa, insultando e minacciando. Tutto folclore di – curve, come del resto ovunque nel mondo. Il Rijeka è in crisi e l’allenatore Matjaž Kek, come ho ribadito parecchie volte, non è in forma. Dall’eliminazione dall’Europa League, per opera dei norvegesi del Sarpsborg, a oggi il tecnico sloveno non è riuscito a trovare la squadra ideale, darle una fisionomia di gioco e un’identità. La noia è il titolo di uno dei romanzi più celebri di Moravia, scrittore che amava poco lo sport. A Rujevica da un mese e mezzo la noia regna sovrana. Avrebbe incuriosito anche Moravia…La macchina di Matjaž Kek si è inceppata. Non riesce a produrre gioco, tanto meno a segnare. Una partita a “freccette”, con spaghetti scotti… Nelle vittorie i meriti vanno ai giocatori, mentre le sconfitte sono figlie degli allenatori. Kek ha parlato di crisi, pronto ad assumersi le proprie responsabilità. E chi altro dovrebbe farlo? Il presidente Mišković, il direttore sportivo Juričić, il suo vice Mance… Dopo nove turni di campionato e l’eliminazione dall’Europa League Kek non può nascondersi dietro al mercato (mancati rinforzi, assenza di pezzi da novanta e partenza di Bradarić) in quanto ha a disposizione tutti gli uomini (a parte gli infortunati) dal primo giorno della preparazione, l’11 giugno! Non si tratta di una squadra che ha i propri limiti in quanto, oltre alla Dinamo, nessuno ha una rosa migliore, con tanta gente a disposizione. Manca il gruppo, e questo è un problema dell’allenatore. Contro lo Slaven abbiamo visto una squadra psicologicamente a terra. Volonterosa nel primo tempo, svogliata nella ripresa e a corto di fiducia nei propri mezzi. Una squadra impaurita, rassegnata… Lo sloveno dà la colpa al pallone che si rifiuta di entrare in porta e non ha nulla da rimproverare a nessuno… Difficile giocare a calcio con Čanađija e Capan nel ruolo di centrocampisti davanti alla difesa: due uomini senza velocità, fantasia e creatività. Una squadra con troppi giocatori dalla mobilità di armadi e con nei piedi la sensibilità dei ferri da stiro. Insomma, una formazione sbagliata, con Čolak in crisi di astinenza. L’allenatore è il faro che illumina il gioco della squadra. Kek lo fu quando vinse il campionato 2017 e due Coppe Croazia, ottenendo anche tre qualificazioni in Europa League. Ha riscritto la storia del calcio fiumano, ma ora sta attraversando un pessimo periodo di forma. Lavorare sodo è l’unica via d’uscita dal tunnel della crisi collettiva. Gorica, Inter e Hajduk sono i prossimi tre avversari, tutti in trasferta: la giusta occasione per dare un calcio alla crisi. Con tre vittorie, infatti, i fischi e gli insulti si trasformeranno in applausi. È la legge del calcio…

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display