Occhi puntati su Grecia e Turchia

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Occhi puntati su Grecia e Turchia

Nelle settimane scorse due eventi hanno determinato lo stato dell’arte nei Balcani. Il primo è la visita del Presidente della Turchia Erdogan in Bosnia ed Erzegovina e il secondo è la decisione del ministro della Difesa greco sull’invio di 7.000 militari sulle isole del mare Egeo più vicine alla frontiera con la Turchia. Per quanto riguarda la visita di Erdogan a Sarajevo basti dire che questi ha tenuto il suo discorso ufficiale esclusivamente in turco, senza traduzioni in altre lingue. “I Paesi europei che credono di essere la culla della democrazia non hanno superato l’esame, mentre la Bosnia ed Erzegovina ha dimostrato di essere un Paese democratico”, ha detto tra l’altro Erdogan. Sono messaggi forti che rivelano, tra l’altro, che la Turchia ritiene che la Bosna ed Erzegovina rientri nella sua sfera d’interesse. Di recente il quotidiano turco “Hürriyet” ha riportato una notizia interessante: “Alcuni storici sostengono che i confini turchi includano, accanto alla linea di frontiera attuale, anche i confini tra la Tuchia e Cipro, Aleppo (Siria), Mosul, Erbil, Kirkuk (Iraq), Batumi (Georgia), Kadzhali e Varna (Bulgaria) e le isole del Mare Egeo”. Considerato che i bosgnacchi guidati da Bakir Izetbegović si avvicinano sempre di più alla Turchia, la Repubblica Serba di Bosnia guarda con occhi dolci la Russia e i croati della Bosnia ed Erzegovina chiedono a Zagabria un appoggio più concreto. C’è da chiedersi, a questo punto, quali siano le intenzioni dell’UE? Intende velocizzare il percorso di adesione della Bosnia ed Erzegovina nell’Unione o lascerà che la Turchia prenda il sopravvento nella regione? La domanda s’impone anche in considerazione dell’esplicita dichiarazione del Presidente Erdogan, che nel 2016 disse: “Dimostrare interesse per l’Iraq, la Siria, la Libia, la Crimea, il Karabakh, la Bosnia e le altre regioni consorelle è un nostro obbligo. La Turchia non è soltanto la Turchia. Il giorno in cui rinunceremo a queste aree rinunceremo alla nostra libertà e al nostro futuro”. Per quanto riguarda invece gli attuali rapporti tra Grecia e Turchia, la situazione è molto seria. Nonostante le isole del Mare Egeo appartengano storicamente e giuridicamente alla Grecia, la Turchia non desiste dalle proprie intenzioni. Il Partito per la giustizia e lo sviluppo (al governo, Akp) e il Partito repubblicano del popolo (opposizione, Chp), sono concordi sulla necessità di riprendere le isole che a loro dire apparterebbero alla Turchia. Al contempo il ministro greco della Difesa, Panos Kammenos, ritiene che la Turchia sia “un nemico che continua a provocare”. “Nel caso in cui tentino di mettere in discussione anche un solo centimetro del nostro territorio noi, greci uniti, li distruggeremo”, ha detto. Va ricordato che tutto ebbe inizio quando i due principali partiti turchi intentarono una corsa per dimostrare chi primeggiava in fatto di patriottismo. Dapprima scattarono le accuse riguardo all’Accordo di Losanna del 1924 con il quale le isole in questione furono cedute alla Grecia, la cui sovranità venne confermata con l’Accordo italo-turco del 1932 e con il Trattato di Parigi del 1947. Adesso però vengono rispolverati argomenti risalenti al 1919 e si torna a parlare di terrore ellenico nei confronti dei turchi.
Dal canto loro i greci si richiamano alla Giornata della memoria del genocidio dei greci del Ponto commesso dai turchi. Stando al alcune stime dall’inizio della Prima guerra mondiale fino al 1922 furono uccisi tra 213mila e 353mila greci. Due anni fa il Presidente turco Erdogan dichiarò: “La Turchia ha svenduto le nostre isole”. Più o meno in contemporanea con il dibattito sulla nuova strategia di sicurezza ha aggiunto: “L’Accordo di Losanna per noi non è mai stato un qualcosa di sacro. Evidentemente ne dovremo parlare e tentare di trovare una soluzione migliore”. Dichiarazioni di questo tipo puntano principalmente a creare un clima nuovo e a favorire la necessaria coesione politica per procedere con attività politiche che sono evidentemente già state pianificate. Il Presidente turco ha ribadito le sue posizioni anche ai giornalisti greci in occasione della sua visita ufficiale ad Atene nel dicembre scorso. “Sta per aprirsi una nuova era nei rapporti tra Turchia e Grecia”, ha detto.

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