La lettera di 30 intellettuali alla vigilia delle Europee

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La lettera di 30 intellettuali alla vigilia delle Europee

Nel gennaio scorso “Libération” e “The Guardian” hanno pubblicato una lettera di 30 illustri filosofi, scrittori e storici europei. I firmatari sono stati: Milan Kundera, Salman Rushdie, Elfride Jelinek, Orhan Pamuk, Bernard-Henri Levy, Vassilis Alexakis (Grecia), Svetlana Aleksijevič (Bielorussia), En Eplbaum (Polonia), Jens Kristijan Grendal (Danimarca), David Grossman (Israele), Agnes Heller (Ungheria), Ismail Kadare (Albania), György Konrád (Ungheria), Antonio Lobo Antunes (Portogallo), Claudio Magris (Italia), Ijan McEwan (Gran Bretagna), Adam Michnik (Polonia), Herta Müller (Germania), Ljudmila Ulickaja (Russia), Rob Riemen (Olanda), Fernando Savater (Spagna), Roberto Saviano (Italia), Eugenio Scalfari (Italia), Simon Shama (Gran Bretagna), Peter Sneider (Germania), Abdulah Sidran (Bosnia ed Eryegovina), Leïla Slimani (Francia), Colm Toibin (Irlanda), Mario Vargas Llosa (Spagna), Adam Zagajewski (Polonia). In questa lettera si rileva tra l’altro che “l’idea europea è in pericolo”. A preoccupare è il programma comune delle forze populiste che si stanno diffondendo per il continente. Queste forze si richiamano a slogan del tipo: “Uniamoci di nuovo al nostro ‘spirito nazionale’! Riscopriamo la nostra ‘identità perduta’”. I firmatari della lettera in questo contesto rilevano che “astrazioni come ‘spirito’ e ‘identità’ spesso esistono soltanto nella fantasia dei demagoghi e avvertono: “Ad attaccare l’Europa sono dei falsi profeti, ubriachi di rabbia, L’Europa quale idea si dissolve dinanzi ai nostri occhi. In questo clima dannoso si svolgeranno le elezioni europee. Se qualcosa non cambierà, se non farà la sua comparsa è un nuovo spirito di resistenza, tutto lascia ritenere che queste elezioni si riveleranno catastrofiche. A imporsi saranno i distruttori, Trionferà la politica del disprezzo verso l’intelligenza e la cultura. Si arriverà a un’esplosione di xenofobia e antisemitismo. Ci troveremo di fronte a una catastrofe. Noi firmatari di questa lettera siamo tra coloro che non vogliono rassegnarsi a una simile catastrofe. Ci riteniamo dei patrioti europei che comprendono cosa sia in gioco. Tre quarti di secolo dopo la sconfitta del fascismo e trent’anni dopo la caduta del Muro di Berlino, inizia una nuova battaglia per la civiltà. Dobbiamo puntare l’indice nei confronti di tutti coloro che infiammano gli animi e gli spiriti, il quali da Parigi a Roma, passando per Barcellona, Budapest, Dresda e Varsavia, vogliono mandare al rogo le nostre libertà”.
Vale la pena di rilevare in quest’ambito che i problemi sulla direttrice UE-Ungheria sono soltanto un tassello del mosaico di una crisi molto più profonda che investe oggigiorno i principali protagonisti del progetto europeo: i Popolari e i Socialdemocratici. Stando agli ultimi sondaggi la destra radicale si sta rafforzando alla vigilia delle Europee. In Francia Marine Le Pen può contare sul 21 p.c. dei consensi, in Italia la Lega è attorno al 30 p.c. mentre buoni risultati li sta ottenendo anche l’Alternativa per la Germania. In Francia Macron è in conflitto non soltanto con la destra radicale, ma anche con i gilet gialli.
Tutto ciò costringe i Popolari a spostare lentamente a destra il loro baricentro. La Österreichische Volkspartei è in coalizione con la destra radicale, come pure il Partido Popular spagnolo.
È possibile che dopo le prossime elezioni, il Consiglio europeo si ritrovi paralizzato dal diritto di veto. Invece di includersi attivamente nella soluzione delle controversie tra i singoli Paesi membri dell’UE, il Consiglio – se dovesse rafforzarsi notevolmente la destra radicale – finirà per occuparsi prevalentemente di sé stesso. Nonostante tutto i cittadini croati, stando ai risultati del sondaggio Eurobarometro, credono più alle istituzioni europee che non ai politici di casa nostra. Le ragioni di un simile stato di cose sono assolutamente comprensibili. Una di queste – molto importante per la “gente comune” – è ad esempio la Corte europea per i diritti dell’uomo. Non sarebbe bene se dopo questa tornata elettorale o qualche altra successiva rimanessimo senza la protezione di quest’istituzioni che rappresenta l’ultimo appiglio per far valere i nostri diritti, nei casi in cui la giustizia nazionale faccia cilecca. E come ben sappiamo, questo succede spesso.

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