ROBE DE MATTEONI Una storia nuova e bellissima

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ROBE DE MATTEONI Una storia nuova e bellissima
Slavko Blagojević e Gonzalo Garcia Foto: SRECKO NIKETIC/PIXSELL

È stato per tanti versi un mercoledì differente. Alle tredici ero al cimitero Monte Giro. La settimana scorsa è scomparso Zvonko Antičević, detto Njokso, ovvero uno dei più noti tifosi del calcio polese. Lo conoscevo dagli inizi della Prima lega croata, quando si stava realizzando il sogno di assistere al calcio d’élite nazionale anche a Pola.
Era un tipo simpatico, di quelli che li vedi sempre in giro – allo stadio, in città – e che inizi a salutare anche se non lo conosci. Nel 1992, ai tempi del vecchio Istra, era stato tra i fondatori del club degli ultrà. Una novità assoluta a Pola, che non aveva un tifo organizzato. Ricordo, come fosse ieri, quando venne al Vecchio comunale, contro il Rijeka. Pioveva, ma lui, motivatissimo, non aveva dubbi. “Io la capra la porto allo stadio prima della partita, anche se cadesse…”.
Detto e fatto. Fu un grande successo, la capra, Zvonko e tutta l’atmosfera. Pure la squadra guidata da Sergio Scoria fece il suo dovere. Il Rijeka di Marijan Jantoljak, con Elvis Scoria in squadra, era forte, ma l’Istra, grazie al gol di Kristijan Dadić, pareggiò ottenendo il suo primo punto nella massima divisione…
Zvonko è scomparso dopo un male incurabile all’età di 62 anni. Era alla partita con l’Osijek, vinta dai polesi per 1-0. Ci siamo salutati, anche se la sua voce si sentiva a stento. Pensai, saranno le urla durante i 90 minuti. Non lo erano…
La giornata di mercoledì proponeva una grande novità. Era la prima volta, anche per i giornalisti, che l’Istra 1961 disputava una partita casalinga praticamente da ospite. A Valle, 20 chilometri da Pola, nel Centro sportivo dell’Istra 1961 la squadra di Gonzalo Garcia affrontava il Koper in una delle tante amichevoli fra le due compagini. A dire la verità, parliamo del campo dello Jedinstvo di Valle, club ormai da anni passato alla storia. La comunità di Bale-Valle ha firmato l’accordo con il Gruppo Baskonia-Alaves per la concessione dei terreni di calcio. Anche se la procedura non è stata ancora formalmente chiusa, possiamo dire che è iniziata la storia del Centro sportivo Istra 1961. Notizie che arrivano dal club dicono che nell’arco di 1-2 anni sorgeranno quattro campi di calcio, una struttura con spogliatoi, fitness, wellness, uffici e altri contenuti necessari per il regolare funzionamento. Si dice che l’investimento ammonterà a 3-4 milioni di euro. La domanda sporge spontanea: ma perché Pola ha lasciato emigrare la società a Valle? La mia personalissima opinione è che l’attuale amministrazione della Città di Pola sia una sciagura per il movimento sportivo locale. Mi sembra più giusto sottolineare la lungimiranza dei vallesi, che hanno attirato gli investitori spagnoli. Dopo che l’Istra 1961 ha sconfitto il Koper (3-0), la dirigenza di Valle si è immediatamente congratulata con i gialloverdi sulla piattaforma digitale del club. L’amministrazione di Pola, con in testa il sindaco Zoričić, non l’aveva mai fatto. Anzi, è stata ostile al progetto del club.
Ero sugli spalti e devo ammettere che mi sembrava di essere nella Pola degli anni settanta: circondato dai vallesi sentivo parlare il dialetto istro-veneto. Come ai tempi trascorsi in compagnia di Aldo Drosina quando al vecchio Comunale si parlava, in primis, nella stessa “lingua”. Una parlata bellissima e soprattutto naturale per tutti noi che seguiamo la storia di Pola e del calcio locale da 40 anni.
Poi, devo dirlo, la partita è stata pure interessante anche se, come mi spiegavano alcuni giocatori del Koper in tribuna, il tecnico aveva deciso di dare spazio alle seconde linee. Ciò non vuol dire che la vittoria dell’Istra 1961 non valga. Anzi. Per me resta importante che Garcia conceda spazio ai giovani. Ho ammirato, dopo Maurić e Žgomba, anche le potenzialità di Travaglia. Ho capito perché Garcia gli sta simpatico. Travaglia è un giocatore offensivo, di buona tecnica e rapido. È un nuovo prodotto del vivaio, che ha un nuovo responsabile. Il suo nome è Andro Fistonić: ha appena 31 anni, però si dice che sia uno dei più talentuosi esperti per lo sviluppo dei giovani. Ha già lavorato con Dinamo, Colonia, Leverkusen e Hajduk. Bjelanović dice che è uno che fa la differenza nel settore. Mi fermo qui…

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