ROBE DE MATTEONI Un derby a senso unico?

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ROBE DE MATTEONI Un derby a senso unico?
Una fase di Rijeka-Istra 1961 dello scorso maggio a Rujevica. Foto: Goran Kovacic/PIXSELL

Nella scorsa stagione, dopo undici giornate, il Rijeka era fanalino di coda del campionato in un girone d’andata storto in tutti i sensi. Cambi di allenatori – ricordate il pittoresco Serse Cosmi? –, giocatori che vanno e vengono, ma pessimi risultati. Dopo molti anni trascorsi nei quartieri alti, con il primo storico titolo di campione (2017), diversi secondi posti, coppe e Supercoppe nazionali vinte e grandi partite in Europa League, il Rijeka ha assaporato un qualcosa che sembrava finito dieci anni fa. Con l’avvento di Damir Mišković e Gabriele Volpi il Rijeka si è alzato qualitativamente alla grande e proprio la depressione autunnale del 2022 ha fatto sì che tutti capissero di quante grandi cose avesse fatto il club di Fiume. Anche la dirigenza, con Mišković in testa, ha cambiato rotta e dall’inizio 2023 il Rijeka è ritornato protagonista nella SuperSport HNL. In questo momento è anche primo in classifica…
Un anno fa l’Istra 1961 era al sesto posto. Non solo, perché la compagine di Gonzalo Garcia era diventata una delle squadre più apprezzate in Croazia per la qualità del gioco. Senza contare risultati, superamenti di vari record, vittorie storiche come quella a Fiume e affermazioni di giovani giocatori che ben presto porteranno circa 4 milioni di euro (Perković alla Dinamo, Bakrar ai New York City) nelle casse dell’Istra 1961. A Pola si preparavano a vivere la stagione con gli aromi della felicità del Rijeka nel 2017. Un anno dopo, cioè oggi, l’Istra 1961 è in uno stato di KO tecnico. Ogni turno c’è il conteggio dell’arbitro nel ring, perché in seguito allo 0-2 con la Dinamo è arrivato lo 0-6 a Rujevica. Dopo aver messo a segno il colpaccio a Spalato, con gol vittoria di Lisica al 90’ e passa, pareva funzionare la terapia Català(na). Ma al termine della sosta per le nazionali a settembre l’Istra 1961 del tecnico catalano ha subito 4 sconfitte di file, senza segnare nemmeno un gol e incassandone ben nove. Così il club polese è ritornato alle… origini, ossia al nono posto.
La differenza tra un club di maggiori tradizioni, ambizioni e strutture rispetto a un’altra società che è ancora sull’altalena dell’essere o non essere sulla stesa via, sta tutta qua. Il Rijeka ha reagito, cambiato rotta ed è ritornato forte e spettacolare. L’Istra 1961 si è lasciato sfuggire un validissimo e amato tecnico, ha venduto i pezzi pregiati ed è ripiombato nelle zone basse della classifica. Ecco perché domenica al Drosina ci sarà l’ondata fiumana, con più o meno duemila tifosi in preda all’euforia al seguito della squadra biancocrociata. Ecco perché a Pola l’Istra 1961 si sentirà come se giocasse in trasferta. La tifoseria più calda risponderà presente e, almeno all’inizio sosterrà la squadra, ma la più numerosa tribuna centrale, con spettatori… tipici, si annuncia silenziosa, con gli inevitabili sbalzi di umore. L’Istra 1961 è in difficoltà, non si sente a proprio agio con Català come non lo era con Karoglan. C’è tanto nervosismo, con calciatori scontenti perché non giocano, e questo sicuramente non è di buon auspicio per il derby regionale. La passione è molto importante, spesso determinante, in questo tipo di gare. Quella fiumana mi pare sarà scontata in dose massiccia, mentre per quella polese non scommetterei nemmeno la dose minima…
Fra tanti personaggi VIP annunciati per la partita mi ha incuriosito la chiamata in società di Zlatko Dalić. Il selezionatore della nazionale sarà presente al Drosina. È facile capire che Dalić venga a vedere i candidati per la nazionale che giocano nel Rijeka. L’arruolamento di nuove leve per rinfrescare una rosa con il morale sotto i tacchetti dopo le sconfitte contro Turchia e Galles parte dunque da Pola. Un altro grande motivo per i giocatori del Rijeka nel mettersi in evidenza. Ma a quali giocatori è interessato Dalić? Difficile capirlo, perché dopo la paura di fallire la qualificazione a Euro 2024 il tecnico si è rinchiuso nel suo silenzio. Da indiscrezioni che arrivano dall’ambiente della nazionale il primo a essere nella lista è Marko Pjaca. Grandissimo talento, ma poco fortunato. Si era fatto male in nazionale, in una partita inutile in Estonia, e dopo quell’infortunio, con conseguenti tre operazioni alle ginocchia, Pjaca non era più lo stesso giocatore. Quel talento, che la Juventus aveva pagato ben 30 milioni di euro alla Dinamo, si è poi perso tra Schalke, Fiorentina, Anderlecht, Genoa, Torino ed Empoli ritornando alle radici. In Croazia. Dopo sette anni sfortunati Pjaca è stato “scartato” dalla Dinamo, che non gli credeva, e così ha scelto il Rijeka. Che gli credeva. E i fatti per ora stanno danno ragione al Rijeka. Pjaca sta ritrovando continuità e serenità. Si sente coccolato e amato a Fiume e questo fa ben sperare che per l’ancor giovane giocatore (28 anni) ci sia spazio per ritornare quello di una volta. E andare in nazionale. Il talento non è in dubbio, ma il ritmo ancora sì. Perciò Dalić, al quale mancano ali di qualità, spera di vedere un Pjaca rinato.
Altri? Molti puntano il dito su Marco Pašalić, ala destra che segna gol spettacolari. Faceva già parte dell’Under 21. Nel Rijeka, che ha scelto dopo che l’Osijek lo corteggiava a lungo, si è trovato subito come a casa, diventando in poco tempo un beniamino del pubblico perché giocatori così, veloci, volenterosi e con il vizio del gol, si fanno subito amare dalla piazza. Forse c’è ancora qualcuno, chissà, e lo scopriremmo domenica…
Il derby regionale, a mio avviso, sarà a senso unico. Il Rijeka è tutto ciò che l’Istra 1961 non è, almeno in questa fase di campionato: forma smagliante, atmosfera, fiducia nei propri mezzi e grande sostegno dei tifosi. I miracoli ogni tanto nel calcio ci stanno, ma per l’Istra 1961 non ne vedo traccia per domenica…

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