ROBE DE MATTEONI Senza talento che calcio è?

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ROBE DE MATTEONI Senza talento che calcio è?

Ieri allo stadio Drosina il direttore del settore giovanile dell’Istra 1961, Vito Butorac, ha firmato il contratto con Rio Joka. Parlo di un ragazzino di 12 anni che ho visionato più volte, dopo che tanti mi avevano invitato a vederlo giocare. Sono da sempre contrario all’euforia che si crea attorno ai ragazzini che giocano a pallone. Troppo presto vengono messi sotto pressione, li fanno diventare grandi senza che passino a fianco dei coetanei gli anni dell’adolescenza. Poi ci sono sempre intorno scout, intermediari e altri che fanno i loro interessi. Lo ripeto sempre: i più importanti sono i genitori. Se tengono saldi i piedi per terra, allora i problemi diminuiscono…
Rio Joka da due anni gioca per la selezione di un anno più grande, il che la dice lunga sul suo talento. Se non fosse per una struttura muscolare più esile, non capireste nemmeno che è il più giovane. L’allenatore delle categorie Under 11 e 13, Igor Krajnc, mi dice che questo ragazzo è davvero speciale. Ebbene, guardandolo in 4-5 partite sono arrivato alla stessa conclusione. Non mi sorprende dunque ciò che dicono i genitori, ovvero che non passa una settimana che qualche scout delle grandi società non chiami.

Da quando sono arrivati i baschi, all’Istra stanno facendo grandi cose con il settore giovanile. E lo confermano anche i tanti convocati nelle varie selezioni nazionali. Il fatto che i giovani calciatori di Pola, e anche della Penisola, non fuggano più alla prima chiamata dei principali club croati, o altri stranieri, conferma come l’Istra sia diventata una società seria, che non bada più a spese quando c’è da favorire la crescita dei giovani. Fra qualche anno vedremo dove arriverà Rio Joka ma se il mio istinto, e i 40 anni di esperienza alle spalle non mi tradiscono, diventerà il wunderkind del Drosina…

Ho da sempre avuto un debole per i talenti. Intesi coloro che hanno tecnica, non quelli chiamati tali soltanto perché sono fortissimi fisicamente. Il calcio è gioco. Se il pubblico non vede i numeri dei talentuosi, non gradisce lo spettacolo. Un’idea ve la può dare la partita di Madrid, dove il talento di Luka Modrić e Karim Benzema, al di là dei loro 36 e 34 anni sul groppone, hanno domato i potenti giocatori del PSG. Se li mettiamo sulla bilancia, come tecnica le due compagini non sono distanti, anzi. I parigini sono fortissimi anche tecnicamente, dotati fisicamente più dei blancos, e pure più giovani. Però se parliamo di gioco e talento, allora la differenza la fa gente come Modrić e Benzema…

La partita del Bernabeu l’ho vista dopo l’emozionante sfida di Coppa Croazia tra Rijeka e Osijek. E ho avuto le stesse conferme. Gli slavoni sono fisicamente più forti, ma i fiumani hanno più talento. In primis con Domagoj Pavičić, uno che per i laici sarebbe troppo “giocoliere” e non potrà mai arrivare a reggere i ritmi europei. Che bestemmia! Pavek è un talento purissimo, che “balla” il calcio e diverte il pubblico. Lo dicevano anche di Lovro Majer, che è oggi il faro del Rennes, la squadra fisicamente più potente del campionato francese…

Detto ciò, sono felice di avere la possibilità di apprezzare il lavoro di Gonzalo Garcia e la sua filosofia sul gioco del calcio. I suoi ragazzi hanno fermato l’Hajduk al Drosina. Non solo, ma sotto l’aspetto del gioco hanno dominato perché gli spalatini hanno puntato sulla fisicità, mentre i polesi sono rimasti fedeli alla dottrina del loro allenatore mettendo in mostra un calcio tecnico, veloce, divertente. Con tre ragazzini di 18 anni (Lisica, Perković, Maurić) in campo, altri tre teenager in panchina (Rovis, Vujnović, Moura), Garcia sta facendo cose mai viste da queste parti.

Per la prima volta vedo che il pubblico di Pola dimostra fiducia e pazienza. È difficile ottenere risultati e al tempo stesso affermare i giovani. Eppure il tecnico uruguaiano ci sta riuscendo. Se la società gli darà un aiutino in estate puntellando la rosa, sono sicuro che arriveranno anche risultati più soddisfacenti.

Per il questo weekend ritorniamo alle basi, con la trasferta in quel di Koprivnica dove i gialloverdi se la passano tradizionalmente maluccio. Chissà però che non si cambi rotta con il calcio di Garcia…

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