ROBE DE MATTEONI La vita degli dei

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ROBE DE MATTEONI La vita degli dei

Napoli, 1984. Sbarca il Dio del calcio, Diego Armando Maradona. Il San Paolo è gremito di tifosi. Il Pibe de Oro viene calato dal cielo con un elicottero. Quel giorno cambiò per sempre la storia calcistica del Napoli e di Napoli. Nei sette anni trascorsi in Campania Maradona visse apparentemente da Dio. Dopo la conquista del primo scudetto della storia del club partenopeo, nella stagione 1986/87 per Maradona cominciarono i problemi. Troppo amato, seguito 24 ore su 24 da tifosi, paparazzi, ma anche dalla malavita. Iniziava insomma a sentirsi come un leone in gabbia. Le sue debolezze, la vita notturna, alcol, droghe, relazioni extraconiugali e altri eccessi iniziavano a venir prima degli obblighi sportivi. Nel 1991 scappò di notte dall’inferno che per lui diventò la vita a Napoli. Andò al Siviglia, poi tornò in Argentina, ma D10S non fu mai più quello che stupì il mondo ai Mondiali del 1986 in Messico e non giocò mai più a quei livelli. Maradona, per tutto quello che ha fatto, nel bene e nel male, diventò più di un calciatore. Ed era proprio questo ciò che la sua fragile personalità non reggeva, ossia il fatto di dover a tutti i costi essere un modello per piacere agli altri.
Un anno dopo il suo arrivo a Napoli nasceva un altro argentino. Aveva problemi con l’ormone della crescita e nessuno avrebbe potuto immaginare che quel ragazzino da lì a qualche anno sarebbe diventato l’astro nascente del Barcellona, dell’Argentina e del calcio mondiale. Lionel Messi si trasferì assieme ai genitori da Rosario a Barcellona per farsi curare a spese dei blaugrana. Arrivò a 170 centimetri, cinque in più di Maradona. Se Diego dopo il successo prese la fama bad boy, Leo Messi al contrario diventò il ragazzo per bene per eccellenza. Visse un’infanzia normale, in una famiglia unita e benestante, non come Maradona che invece crebbe nella povertà, tra violenze di quartiere e all’interno di una famiglia disfunzionale. Si capì subito dunque che Messi sarebbe diventato un fenomeno forse addirittura più forte di Maradona. Per quanto mi riguarda, fare paragoni tra personaggi di epoche differenti è tempo perso…
Maradona però non ebbe ritorni economici nemmeno paragonabili a quelli con cui hanno ricoperto d’oro il suo degno successore. Altri tempi, certo, ma fa specie sapere che Maradona arrivò alla fine con pochi spiccioli mentre Leo solo l’anno scorso ha incassato 75 milioni di euro di stipendio dal Barcellona, più altri 110 dai diritti d’immagine. In questi numeri si legge la differenza tra gi anni ‘90 e i 2000…
Mercoledì scorso è stata un’altra giornata storica. Messi ha lasciato Barcellona per Parigi, come Maradona che dalla Catalogna prese la via della complessa Napoli. Messi però è atterrato nella metropoli della moda, del glamour, nella città della luce. Parigi, come Napoli nel 1984, è andata in visibilio con l’arrivo della Pulce.
Messi è il classico bravo ragazzo, marito e padre di famiglia, ma anche una macchina da soldi. Dopo che ha vinto la Copa America gli argentini gli vogliono finalmente un po’ più bene. Ma il D10S del duemila non sarà mai amato come quello degli anni ‘80-’90. Perché? Messi era l’ultimo dei fenomeni che poteva affermare l’idea del calciatore bandiera. Aveva tutti i requisiti perché arrivò a Barcellona a 13 anni e nell’arco di 21 anni diventò il miglior calciatore del mondo. Con la maglia blaugrana ha vinto tutto, tra cui anche sei Palloni d’oro. Messi a Barcellona ha fatto la fortuna del club, ma anche la propria: fino al 2020 ha guadagnato qualcosa come 800 milioni di euro! Adesso però ha deciso di non voler più giocare in Catalogna. Non gli hanno permesso di andarsene fino alla fine del contratto, sperando che cambiasse idea, ma già qualche mese fa si capì che qualcosa si era rotto. La società è nella bufera finanziaria. Con oltre un miliardo di debiti non può più permettersi contratti anche meno onerosi di quelli di Messi. L’unica cosa che poteva salvare l’amore tra il Barcellona e Messi era la romantica aspettativa dei tifosi che il loro D10S giocasse una stagione… gratis. Ma il ragazzo di Rosario aveva altre idee… Se n’è andato subito a Parigi, e dopo le lacrime nella conferenza stampa d’addio al Camp Nou, due giorni dopo eccolo raggiante sotto la Torre Eiffel, compiaciuto dell’accoglienza “napoletana” dei tifosi. Al tempo stesso a Barcellona buttavano giù tutto quello che facesse riferimento all’ex capitano. Tutto è cambiato in sole 24 ore.
Messi sarà bravo quanto (o forse anche più) di Maradona, però non avrà mai l’affetto della gente come Maradona, semplicemente per il fatto che quando bisognava dimostrare l’amore incondizionato, lui non l’ha fatto…

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