ETICA E SOCIETÀ La democrazia deve soddisfare alcune condizioni

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ETICA E SOCIETÀ La democrazia deve soddisfare alcune condizioni

Appellarsi alla democrazia è un aspetto costante della retorica politica nel mondo attuale. Ma cos’è la democrazia? E possiamo affermare, dopo averci riflettuto bene, che la democrazia è un buon ordinamento? Anche se fosse un buon ordinamento in generale, possiede questo valore in modo incondizionato? È importante trovare delle risposte ragionevoli a queste domande, se vogliamo strutturare l’ordinamento in un modo che ci porti e tuteli libertà, diritti e benessere.

La democrazia è un ordinamento con un significato meno emotivo e romantico di quello che emerge da “espressione della sovranità popolare”, o “espressione della volontà della maggioranza”. La democrazia è un ordinamento fondato su metodologie di voto legate, in qualche modo, all’espressione di voto popolare che non sempre riflettono la volontà maggioritaria. A volte, vince la minoranza degli elettori, in conseguenza alla metodologia di voto (ad esempio, la formazione delle circoscrizioni elettorali). È stato così, ad esempio, in occasione dell’elezione dell’ex Presidente USA Trump.

Più importante rispetto alla definizione di democrazia è rispondere alla domanda: la democrazia ha valore? Non tutti lo pensano. Non si tratta soltanto di dittatori, o aspiranti tali, o loro sostenitori. Alcuni hanno rifiutato la democrazia e lo fanno ancora, in quanto la ritengono essere il governo dell’ignoranza.

Proviamo a pensare in questo modo. Chi di noi vorrebbe che le sue cure mediche fossero decise in base a un voto democratico, dove un uguale peso è assunto da chi ha dedicato la vita alla comprensione di determinate malattie e delle loro cure e da chi trova le proprie fonti d’informazione nell’astrologia o nelle notizie casuali in Rete? Chi vorrebbe che il programma dello studio delle scienze naturali o di altre materie, nelle scuole che frequentano i nostri figli e nipoti, fosse stabilito in questo modo? Evidentemente, quelli tra noi che sono ragionevoli (spero una maggioranza sufficientemente estesa) vorrebbero che questi temi siano materia di decisioni da parte di esperti.

Ma perché, allora, vogliamo che le decisioni che riguardano l’economia dello Stato, le politiche di salute pubblica e quelle dello sviluppo sostenibile o altre decisioni di pari importanza siano prese da maggioranze (stabilite in qualche modo), senza criteri di selezione in base alla competenza?

Pensiamo a un altro problema per la democrazia. Chi di noi consentirebbe alla maggioranza dei cittadini di decidere che dobbiamo avere una relazione sentimentale con una determinata persona, che dobbiamo essere amici di alcune persone e non altre, dove andremo in vacanza, come arrederemo il nostro appartamento, dove lavoreremo e quale Università frequenteremo? Evidentemente, non vogliamo concedere alla maggioranza di decidere a riguardo di tutte le questioni che ci concernono. Inoltre, pensiamo a una maggioranza che decide di negare determinati diritti alla nostra comunità (ad esempio, il diritto allo studio, il diritto al lavoro o il diritto di ricoprire incarichi pubblici). Evidentemente, non lo riterremmo legittimo. Ed avremmo ragione, perché la democrazia non esaurisce lo spazio dei diritti politici. Abbiamo una serie di diritti inalienabili per i quali riteniamo che non siano oggetto di decisioni contingenti, come può essere la volontà di una maggioranza.

Che cosa concludere? Rigettiamo la democrazia? No. Si tratta di un sistema che ha le maggiori potenzialità di tutelare i cittadini dall’arbitrio. Ma la democrazia, per esercitare un potere legittimo che ha la qualifica e l’autorità morale per imporci delle decisioni che riguardano i nostri diritti e le libertà fondamentali, deve soddisfare alcune condizioni. Le decisioni devono essere ragionevoli, nel senso che devono essere sostenute da ragioni che sono il risultato di osservazioni empiriche, ragionamenti validi e competenze. Devono essere ragionevoli anche nel senso che rispettano la pari dignità, l’uguaglianza, le libertà e i diritti fondamentali di ciascuno.

L’insegnamento è che non dobbiamo rigettare la democrazia, ma abbiamo il diritto e il dovere di valutare il modo nel quale funziona. E considerare se le decisioni democratiche sono ragionevoli, in quanto corrispondenti a ciò che vogliamo da un buon governo (come negli esempi che ho mostrato sopra) o nocive.

*Professore ordinario di Filosofia Politica

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