Vivissimi auguri grande Elvia!

0
Vivissimi auguri grande Elvia!

Cara Elvia, da teatrante a teatrante mi fa piacere per questa tua festa dirti che copione dopo copione tu restituisci in modo sempre più affinato dall’arteficio della tecnica, dalla pienezza del sentimento, dal ragionamento approfondito, le indicazioni che mi avviene di darti e che traggo dal modo con cui vado e vivo gli spettacoli che facciamo. E cosa vuole un regista se non trovare degli attori che diano corpo al meglio a ciò che lui ha pensato? Ed è di questo, appunto, che ti ringrazio, e molto, dandoti appuntamento al prossimo copione, per pescare nella freschezza della tua professionalità, nell’entusiasmo col quale affronti le sfide con i personaggi nei quali ti imbatti di volta in volta: tutte cose che fanno di te l’attrice vincente che sei. Un abbraccio”. Questa bellissima dedica l’aveva scritta nel 2003 il grande regista Nino Mangano, in occasione dei trent’anni di attività teatrale di Elvia Nacinovich, accompagnati all’epoca dalla messa in scena sul palco del Teatro Nazionale Croato “Ivan de Zajc” di Fiume dello spettacolo “Così è se vi pare”, di Luigi Pirandello.

Stile inconfodibile

Da allora sono trascorsi tre lustri. Un lasso di tempo in cui l’immensa primadonna (attrice pluripremiata, regista e anche autrice) del nostro Dramma Italiano ha dato vita, nel suo inconfondibile stile, ad altri indimenticabili personaggi femminili, donando al proprio pubblico momenti di pura arte. Oggi, dopo una carriera costellata da successi, ruoli meravigliosi, splendide performance, premi e tant’altro racchiuso in 45 anni di servizio, la primattrice del DI, Elvia Nacinovich, sta per raggiungere la sua meritata quiescenza (anche se speriamo di vederla ancora sulle tavole teatrali, perché i veri artisti come lei non possono e non devono fermarsi mai). Quest’articolo giornalistico, voluto fortemente dai suoi “compagni di ventura” del Dramma Italiano, vuole essere una sorta di dedica e augurio – ai quali si associa sentitamente anche la redazione del nostro quotidiano – a una donna forte, un’attrice particolare, che è riuscita a rendere sempre unici, sempre molto suoi, i personaggi che le venivano assegnati da copione a copione.

Talento e grinta

Elvia Nacinovich è entrata a far parte, appena ventenne, della nostra compagnia di prosa nel corso della stagione teatrale 1973/74, dopo avere frequentato l’Istituto di Arte Drammatica di Trieste, dove ha avuto per docenti di recitazione l’attrice Clara Marini e il regista Spiro Dalla Porta Xidias. Ha debuttato ne “L’Uomo, la bestia, la virtù”, di Luigi Pirandello, sotto la direzione di Giuseppe Maffioli. Come scritto nel libretto pubblicato in occasione del suo 30º anniversario d’attività: “Nei primi anni data l’età, ricopre ruoli di ‘attrice giovane’. Ma il ‘tirocinio’ è molto breve: grazie al talento, alla grinta e, non ultimo, al fatto di poter lavorare accanto a professioniste di rango quali Ada Mascheroni, Gianna Depoli, Lucilla Flebus Duca, nonché ad attori come Nereo Scaglia, Angelo Benettelli, Raniero Brumini e Glauco Verdorosi, come pure in seguito al fatto che il Dramma Italiano in quegli anni produce fino a cinque spettacoli l’anno, in cui viene regolarmente impegnata, Elvia brucia moltissime tappe nel raggiungimento dei ‘fondamentali’ del mestiere; sicché la Direzione della Compagnia non può non tenerne conto affidandole ruoli sempre di maggiore peso e impegno”.

Entusiasmo e rigore professionale

Ruoli che, purtroppo per il poco spazio qui a disposizione, non sarebbe giusto enumerare, per non tralasciarne qualcuno, ma che Sandro Damiani, già direttore del DI, riassume nella sua dedica ad Elvia del 2003, per i tre decenni di carriera: “Ha affrontato i generi e gli autori più disparati e sotto la direzione di registi, i più diversi tra loro (…). Trent’anni di attività moltiplicato novanta (o giù di lì) personaggi uguale… tanto!, ma, nell’insieme, poca cosa rispetto a ciò che Elvia può ancora dare. E può darlo (e lo darà) non per un fatto meramente anagrafico, ma perché – come sta dimostrando di personaggio in personaggio, di spettacolo in spettacolo – essendo un’attrice ‘spugna’ ha enormi margini di crescita artistica e, cosa che forse conta ancor di più, un entusiasmo accompagnato al rigore professionale non facilmente riscontrabili”. Un entusiasmo e un rigore professionale che hanno continuato, e che continuano tuttora, ad accompagnare la nostra primattrice nel suo meraviglioso percorso artistico.

Arte come segno distintivo

Elvia Nacinovich non si è mai fermata, non si è mai tirata indietro, e ha fatto della sua arte un proprio segno distintivo per il quale la conosciamo tutti e per il quale, da spettatori, la ringraziamo. Un grazie hanno voluto dirle anche alcuni colleghi e persone che la conoscono bene, e i cui auguri si possono leggere nelle due colonne a lato. Grazie per tutti i personaggi portati in scena, per le interpretazioni profonde, per l’intensità recitativa, per i viaggi in cui Elvia ha portato il suo pubblico, per il donarsi incondizionato in scena. Grazie per l’infinita arte che ha saputo regalare con ogni sua prova d’attrice. Il Dramma Italiano e La Voce del popolo desiderano ad Elvia Nacinovich il meglio per la sua meritata quiescenza, e visto che oggi è anche il suo compleanno, tanti tanti auguri!

 

Congratulazioni

 

Cara la mia Elvia, che dire… ti ho ammirata guardandoti in scena – da piccola, ti ho affiancata con orgoglio in numerosi spettacoli – da collega, e ora ti abbraccio tanto e ti auguro un buon compeanno e ancora tantissimi spattacoli – da fiera direttrice… mi sento onorata di avere fatto un percorso assieme a te, di aver imparato tanto da te e di esser parte della compagnia di cui tu sei il pilastro portante. Ti voglio bene!
Auguri

Leonora Surian
Attrice e direttrice f.f. de Dramma Italiano

Cara Elvia,
in una compagnia si condividono progetti da realizzare, traguardi da raggiungere, momenti di entusiasmo, di sconfitte e anche gioie personali e familiari. Quando, però, qualcuno va in pensione è un momento particolare per tutti: da un lato si è contenti perché la persona cara ha raggiunto un bel traguardo, dall’altra si prova un po’ di tristezza e si tirano le somme. Sono convinto che ci mancherà la tua puntualità, la tua professionalità, la tua dedizione, ma soprattutto ci mancherà la tua passione espressa sempre con la voglia di capire il testo e il personaggio e apportare il tuo personale contributo a ogni singolo spettacolo. Sono orgoglioso di averti come collega (e uso il presente perché sono sicuro che lavoreremo ancora insieme) e sinceramente grato per quello che mi hai insegnato in questi anni. Concludo con un pensiero di Cesare Pavese: “L’unica gioia al mondo è cominciare. È bello vivere, perché vivere è cominciare, sempre, in ogni istante”.

Giuseppe Nicodemo

Attore

Entrava in scena e diventava la commedia, il dramma, la farsa, la tragedia, con precisione e aderenza frutto di preparazione costante e di istinto raffinato.

Nino Mangano

Regista

I primi ricordi che ho di Elvia sono quelli di una bravissima attrice in numerosi spettacoli visti quando facevo la scuola elementare e, dopo, il liceo. Poi ho avuto modo di conoscerla come collega e lavorare al suo fianco per tanti altri spettacoli. Grande professionista. Donna di ampia cultura, che conosce il proprio mestiere. Tra l’altro, Elvia e Bruno mi hanno aiutata a preparare la canzone per l’esame d’ammissione all’Accademia e mi hanno portato fortuna! Colgo quest’occasione per ringraziarli e a Elvia non dico certo addio, ma arrivederci a presto… in scena!

Ivna Bruck

Attrice

Carissima Elvia, sta per suonare anche la tua campana. Benvenuta nel club delle pensionate! Ti auguro di trovarti bene come noi altre

Lili Švrljuga

Direttrice di scena

Andare in pensione non è certo un dramma…Pensa quanto tempo libero avrai. Ti “suggerisco” di passarlo con chi vuoi, come vuoi, quando vuoi e dove vuoi TU. Cerca di realizzare i tuoi interessi e magari qualche sogno nel cassetto che certo avrai… e vedrai che ti attendono altri meravigliosi successi nella vita.
Rilasite, sta serena perché la pension xe la pausa caffè piu lunga del mondo. GODITELA E AUGURI!!
Con affetto e un pochetin de invidia.

Sintja Lacman

Suggeritrice

Cara Elvia, mi sembra ieri il giorno che sono uscita dal Dramma Italiano. La persona non si rende conto di come il tempo passi in fretta. Che dirti, cara amica? Dato che tu sei una persona molto attiva, sono sicura che continuerai ad esserlo anche andando in pensione. Ti dico in bocca al lupo e goditi la vita. Con affetto

Alida Delcaro

Attrice

Cara Elvia, tanti degli spettacoli che porto nel cuore li devo a te. Tra gli altri, ricordo la stramba e tenera coppia di Elsa e Polan, per festeggiare il 60º della compagnia o le confessioni di fuoco nelle “Notti romane”, nella tua splendida interpretazione di Anna Magnani. Sono onorato di aver cercato insieme a te i miei ruoli, anche animatamente, nel tentativo di rispondere a domande che il teatro ti pone; quando cerchi di farlo con dedizione, come tu m’insegni. Ti vedo come custode di una cultura che appartiene a queste terre d’Istria e del Quarnero e che non avrei certo compreso nella sua complessità e bellezza se non ti avessi frequentata. Credo che il Dramma Italiano non potrà fare a meno in futuro della tua unicità e ci sarà sempre bisogno di Elvia. Auguri!!!

Mirko Soldano
Attore

Mi hai creato come attore… dal primo giorno… grazie per tutto Elvia

Lucio Slama

Attore

 

Tanti auguri cara Elvia, ci rivediamo in scena!

Anton T. Plešić

Attore

 

Nel settembre del 1974, quando sono venuta a Fiume, ho incontrato Elvia, che mi ha accolto a braccia aperte, offrendomi di condividere con lei la stanza. Da lì è iniziata una convivenza, durata qualche anno. Eravamo giovani, piene di vita ed energia, di sogni. Eravamo sì colleghe, ma anche amiche. Per 25 anni abbiamo calcato assieme tanti palcoscenici, da Faresina a Roma. Poi io ho fatto una scelta diversa, ma il nostro rapporto è rimasto sempre vivo. Anche se a Fiume ci vediamo poco, d’estate a Caisole, sull’isola di Cherso, dove trascorriamo entrambe le nostre vacanze estive, facciamo le nostre memorabili chiacchierate. Elvia è un’artista a tutto tondo, capace di recitare, cantare, scrivere e dirigere, quindi per il Dramma Italiano sarà uno grossa perdita. Sono sicura che anche se non calcherà più le scene del Dramma Italiano, troverà altre arti in cui esprimersi.

Ester Vrancich

Ex attrice del DI

 

Tra i numerosi alunni che ho avuto nella mia lunga carriera d’insegnante, una che ricordo in modo particolare è Elvia Malusà, non soltanto per le sue qualità di ottima alunna, ma anche e soprattutto per la sua versatilità, per la capacità interpretativa nella recitazione e nella filodrammatica. Memore della mia infanzia trascorsa alla filodrammatica fiumana, ho sempre curato nei miei alunni la partecipazione al gruppo filodrammatico della scuola di Dignano con lavori come Cappuccetto Rosso, Cenerentola e tante fiabe nelle quali appunto la protagonista principale immancabilmente era Elvia Malusà, attiva poi anche nel gruppo della Comunità degli Italiani con il quale si partecipava alle rassegne dell’UIIF. Passarono gli anni e non ricordo bene se nel 1971 o ‘72, quando Elvia finì di frequentare il liceo di Pola, si presentò l’occasione di proseguire gli studi. Le consigliai d’iscriversi all’Accademia di Arte drammatica di Trieste, dove le sue capacità si affinarono, si rafforzarono e ne uscì quella bravissima attrice che il Dramma Italiano di Fiume accolse nel cast dei suoi attori. Da allora il suo cammino fu tutto in salita, e i consensi del pubblico fiumano e istriano, e soprattutto dignanese, sono stati lusinghieri e plaudenti. Ho sempre seguito le sue affermazioni con affettuosi apprezzamenti. L’attrice Elvia Malusà, perfetta, è stata molto ammirata anche nei teatri italiani che hanno ospitato il nostro complesso drammatico nelle sue tournée, complesso unico nell’ambito del nostro gruppo nazionale di cui è diventata primadonna come lo era un tempo l’attrice Gianna Depoli, che tutti ancora ricordiamo. Oggi, esaurito il suo percorso lavorativo, le auguro di continuare ancora con la presentazione di lavori nelle nostre Comunità degli Italiani.

Anita Forlani

Ex insegnante di Elvia Nacinovich

 

Se tu fossi stata un’impiegata, ti avrei consigliato di trovare un hobby, però tu sei e sarai sempre un’artista. La pensione apre una porta di libertà e di tempo di qualità per poter creare la magia… Goditela!

Petra Šegić Biljan Žic

Segretaria del Dramma Italiano

 

Quante volte mi hai fatto piangere! Grazie per ogni emozione.

Roberto Palisca

f.f. caporedattore del quotidiano “La Voce del popolo”

 

Cara Elvia, se il “copione” ti dovesse scivolare distrattamente, raccoglilo subito, battilo tre volte per terra nel punto esatto in cui è caduto e vedrai che – come vuole la regola delle superstizioni teatrali – tutto andrà avanti per il meglio. È l’auspicio che ti faccio per i tuoi prossimi mille anni di vita. Augurissimi.

Bruno Bontempo

Giornalista e amico del DI

 

Se pensate che Elvia con questo 28 aprile entra in pensione, vi sbagliate di grosso. Perché per maturare la quiescienza uno dovrebbe lavorare! Lo so che la gran parte dell’umanità crede che fare l’attore non sia un lavoro. C’è un problema di fondo: è vero. Fare il nostro mestiere è un privilegio; “giocare” tutta la vita, far ridere, piangere, pensare generazioni di connazionali e ricevere il loro applauso spassionato è stato per la mia compagna un dono che Lei ha goduto a piene mani. Non vi libererete di Lei così facilmente. Tornerà a “tormentarvi” sicuramente sotto forme diverse: attrice, autrice, poetessa, cantante, regista. Nei ritagli di tempo continueremo a fare teatro a casa nostra. È una compagnia che dura da quasi 40 anni. Quando poi si aggregano anche Francesco ed Alba, siamo formidabili: se le facemo, se le disemo e se le godemo! Cossa dirte, veceta mia? Userò una bela frase de Gassman. “Ti ga un grosso avvenir ale spale!” Te vojo ben!

Bruno Nacinovich

primattore nonché marito di Elvia

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display