“Ha avuto una vita breve, 37 anni soltanto, ma ricchissima di spiritualità e qualità artistiche”, così si è espressa Maria Teresa Benedetti, critica d’arte e storica dell’arte italiana, a proposito di Vincent Van Gogh, la cui mostra si è inaugurata a Trieste presso le sale espositive del Museo Revoltella. “Tormentato da un male impossibile, la sua vita, interrotta dal suicidio, continua nel suo lavoro, più di ogni altro artista. Aveva un senso religioso delle cose e si auspica che questo messaggio arrivi al visitatore. Le sue opere convincono e commuovono”.
Francesca Villanti, co-curatrice della mostra, ha ricordato che la sua fu una follia che ha generato capolavori. “All’esposizione ‘Van Gogh’ è stato dato un taglio cronologico – ha affermato –. Si parte dal ‘Seminatore’, una figura che Van Gogh non cesserà mai di indagare, per ottenere alfine una mostra armonica, che racconta in modo completo l’artista. Due donne hanno il merito di essa, Helene Kröller-Müller, colei che diede vita alla Galleria Van Gogh e Johanna Gezina van Gogh-Bonger, moglie del fratello Theo, che conservò l’epistolario tra i due fratelli, comprendendo il valore di quelle lettere”. La mostra è infatti incentrata su 50 capolavori dell’artista, tra olio, matita, inchiostro e acquerello, e le lettere che delineano la figura dell’artista e la sua complessità.
Presentate diverse sezioni
Grazie ai prestiti della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma la mostra del Revoltella ha potuto ricongiungere due tele che ritraggono separatamente i due coniugi Ginoux, dipinti ad Arles e conservati separatamente uno a Roma e l’altro a Otterlo in Olanda. E sempre grazie alla galleria romana si potrà osservare “Il giardiniere”, un’opera di grande bellezza. La cronologia propone più sezioni, l’Olanda in cui sono esposte le opere di disegno. Van Gogh affermava che “il disegno è l’origine di tutto”: paesaggi, personaggi della vita semplice, contadini, artigiani. Poi si passa a Parigi, dove conosce Gauguin, assorbe il clima artistico della città ed entra in contatto con gli impressionisti. Nella terza sezione c’è il suo soggiorno ad Arles, dove prende forma il suo desiderio di colore. La sua vita e le sue opere trovano fine a Saint Remy de Provence e Auvers Sur Oise; la follia e il manicomio si riflettono nella sua ultima produzione.
Una città al passo con i tempi
La mostra è stata voluta dal Comune di Trieste in collaborazione con Arthemisia, che l’ha realizzata. L’assessore alla Cultura, Giorgio Rossi, ha ricordato: “viviamo in un mondo complesso che vive di prodotti scientificamente avanzati, come l’intelligenza artificiale, assieme alle grandi povertà. Assistiamo continuamente al rifiuto delle persone che però hanno un valore, come lo è stato per Ligabue e Van Gogh”. La mostra su Ligabue, allestita al Salone degli Incanti, è stata tra l’altro prorogata al 30 giugno. I visitatori della città avranno l’opportunità di visitarle entrambe. E se risiederanno almeno due notti in città potranno usufruire della FVG card gratuita, che consente la visita delle due mostre senza pagare il biglietto. La presidente del Gruppo Arthemisia, Jole Siena, si è soffermata sul fatto che oggi Trieste è nelle città di riferimento delle grandi mostre d’arte e che qui il turismo è aumentato vertiginosamente. “Chi visita la mostra su Van Gogh può anche vedere tutte le opere ospitate nei diversi piani del Museo Revoltella, aumentando così anche l’attrattività del nostro patrimonio culturale – ha affermato la dirigente del Comune Francesca Locci. È stato inoltre revisionato completamente il sistema di sicurezza del museo, perché questo deve crescere al passo con i tempi”. La mostra resterà aperta fino al 30 giugno, tutti i giorni dalle 9 alle 19, escluso il martedì, giorno di chiusura. Sarà aperta anche durante le festività pasquali.
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