Una comprensione approfondita dell’arte filmica

All’Art cinema di Fiume, che lunedì ha celebrato il suo 15.esimo compleanno, è stata presentata la ristampa del libro di Paul Schrader dedicato al trascendente nel film

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Una comprensione approfondita dell’arte filmica
L’ingresso all’Art cinema. Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Si è svolta nell’Art cinema di Fiume la presentazione della ristampa, a cura dell’Unione cinematografica croata, del celebre libro “Il trascendente nel cinema (Ozu, Bresson, Dreyer)” del regista, sceneggiatore, critico e giornalista americano Paul Schrader, un volume che è stato definito essenziale per la critica cinematografica, soprattutto per quanto riguarda le pellicole che trattano il tema del trascendente, sia con connotati religiosi che non.

A parlare e commentare il testo del libro sono stati la curatrice delle edizioni stampate dell’Unione cinematografica croata, Diana Nenadić, il professore e filmologo Nikica Gilić e il professore e critico cinematografico Saša Stanić, il quale ha fatto anche da moderatore del dibattito.

Straordinaria maturità di pensiero
Saša Stanić ha dato il benvenuto ai presenti ricordando che il volume è stato scritto da Schrader all’età di soli 24 anni, ma denota già una straordinaria maturità di pensiero, nonché un vastissimo sapere, soprattutto se si considera che l’autore è nato e cresciuto in una famiglia calvinista che considerava il cinema un vizio e la prima volta che è entrato in una sala cinematografica è stato all’età di 18 anni.
“Quindici anni fa, quando è stato inaugurato l’Art cinema – ha ricordato Stanić -, il primo film in programma è stato ‘Ladri di biciclette’ (di Vittorio De Sica, nda), un film che ha avuto un profondo impatto anche su Schrader. L’autore è stato profondamente influenzato dalla produzione cinematografica del neorealismo. Devo ricordare, però, che nel 2018, in occasione di una ristampa del libro ‘Il trascendente nel cinema’, Schrader aveva aggiunto un primo capitolo all’inizio del volume nel quale aveva voluto spiegare alcuni concetti, come ad esempio la differenza tra ‘slow cinema’ e film trascendente. Il filosofo francese Gilles Deleuze disse che l’obiettivo del film commerciale è di mostrare l’azione e potenziare le emozioni. Lo ‘slow cinema’ di Tarkovskij, ad esempio, fa tutto il contrario, però il suo obiettivo è soltanto quello di allungare i tempi, non di mostrare un segmento trascendentale. Il tema principale dello ‘slow cinema’ è il tempo, mentre quello del film trascendente è un effetto filosofico o religioso, esistenziale”.

Un punto di riferimento
Diana Nenadić ha parlato della traduzione in lingua croata del libro e ha specificato che in realtà il volume è stato tradotto prima in serbo e solo successivamente in croato. “Questo è un libro che per molti anni ho tenuto sullo scaffale a casa mia prima di proporne la pubblicazione – ha ricordato Nenadić -. Il libro di Schrader viene usato come punto di riferimento da molti critici ed è la chiave interpretativa di alcuni film. Quello che personalmente mi affascina dell’autore non è solo il fatto che sia giunto a una comprensione così profonda dei film a un’età così giovane, ma anche il fatto che, pur essendo americano, si interessò alle cinematografie di altri Paesi, sia europei che asiatici”.
Nikica Gilić ha raccontato la sua esperienza personale, ovvero il primo incontro avuto con il cinema e la critica cinematografica negli anni Novanta. All’epoca non esisteva Internet e la Croazia era abbastanza chiusa alle influenze dall’estero. Il libro di Schrader, però, era presente tra gli specialisti e veniva letto e interpretato per comprendere meglio i registi Ozu, Bresson e Dreyer. Gilić ha ammesso, però, di non aver compreso Schrader a una prima lettura, però di aver assimilato i suoi messaggi nel corso degli anni, anche perché ha trovato il libro estremamente interessante e ha continuato a studiarlo.

L’influenza della fede religiosa
I tre esperti hanno toccato anche il tema della religione, dibattendo su quanto la fede abbia influenzato il critico e regista cinematografico. La religione, ha affermato Gilić, non sta tanto nel tema quanto nella forma. Ovvero, le pellicole spesso possono trattare di temi generali, ma lo struggimento del protagonista, la passione, le sofferenze, ricordano temi biblici.
Gli esperti hanno fatto anche dei paralleli tra la cinematografia orientale, giapponese, che preferisce mostrare uno scontro interiore, e quella occidentale o europea, che si sofferma piuttosto sullo scontro tra individuo e società.

Rallentare il tempo soggettivo
Si è dibattuto anche delle fasi dei film trascendentali e delle tecniche usate per rallentare il tempo soggettivo. Ad esempio, film di questo tipo sono divisi in tre fasi di cui la prima raffigura la quotidianità, la seconda si concentra sullo scontro già menzionato mentre la terza porta alla soluzione di tale scontro per mezzo di un avvenimento inaspettato. Per quanto riguarda le tecniche, i registi ricorrono spesso a inquadrature lunghe e statiche, al minimalismo della scena, a lunghi silenzi e a pochissimi dialoghi, agli effetti sonori piuttosto che visivi e a diverse ripetizioni.
La serata si è conclusa con l’annuncio delle prossime pubblicazioni dell’Unione cinematografica croata. Diana Nenadić ha rivelato che nel 2024 uscirà la traduzione del libro “Il modernismo nel cinema (1950-1980)” del critico ungherese András Bálint Kovács, nonché una monografia dedicata a Vatroslav Mimica. All’incontro è seguita la proiezione del film di fantascienza “Stalker” del 1979, diretto da Andrej Tarkovskij.

Nikica Gilić, Diana Nenadić e Saša Stanić.
Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

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