Torna la Bancarella: cento difficili anni dell’Alto Adriatico

Il Salone del libro dell’Adriatico orientale si svolgerà dal 17 al 19 settembre a Trieste in piazza Sant’Antonio. Oltre alla presentazione di volumi e film, sabato una tavola rotonda affronterà l’ultimo secolo di storia consumatosi in queste terre di confine

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Torna la Bancarella: cento difficili anni dell’Alto Adriatico

Torna anche quest’anno la Bancarella di Trieste, il Salone del libro dell’Adriatico orientale, organizzato dal Centro di documentazione multimediale della cultura giuliana, istriana, fiumana e dalmata (Cdm). Appuntamento in piazza Sant’Antonio dal 17 al 19 settembre. L’edizione 2020 si svolgerà nel rispetto delle vigenti disposizioni sanitarie, verrà trasmessa in streaming su un canale YouTube dedicato e alcuni degli ospiti si collegheranno in teleconferenza. L’inaugurazione è in calendario giovedì 17 settembre alle ore 16.15, con il saluto del presidente del Cdm, Cav. Renzo Codarin, dopodiché prenderà il via la consueta rassegna di presentazioni librarie, sulle più recenti novità editoriali dedicate all’Adriatico orientale. Ma la Bancarella non è soltanto parola scritta. Un ampio spazio sarà riservato alla cinematografia sul tema del confine orientale d’Italia, parte curata dal critico cinematografico Alessandro Cuk, che illustrerà i film che caratterizzeranno ciascuna delle tre serate. Si preannuncia di particolare interesse la tavola rotonda “1920-2020: cento difficili anni dell’Alto Adriatico”, alla quale interverranno, di persona o in remoto, accademici e studiosi provenienti da diverse aree disciplinari, che andranno a tratteggiare l’ultimo secolo di storia consumatosi in queste terre di confine.

Il tenente Ignazio Terranova

L’esodo in primo piano
I volumi “Il vescovo Antonio Santin e la tutela dei diritti umani nella Venezia Giulia” di Ettore Malnati (Luglio, 2020) – sul religioso nato a Rovigno, vicinissimo a chi subiva lo sfregio di contingenze storiche drammatiche, senza fare distinzioni di sorta e con una dedizione totale che non aveva riguardo a mettere a repentaglio la propria vita –, “L’agguato sul lungotevere. Storia del colonnello Varisco di Turi” di Anna Maria Turi (Edizioni Segno, Udine, 2018) – sull’assassinio avvenuto il 13 luglio 1979, rivendicato dalle Brigate rosse, ma che secondo la giornalista ebbe mandante la mafia e la P2 – e il fresco di stampa “La città dolente – Il cinema del confine orientale” di Alessandro Cuk (Alcyone, 2020) – incentrato sulla pellicola di Mario Bonnard del 1948, praticamente contemporanea all’esodo da Istria, Fiume e Dalmazia, di cui verranno proiettati degli spezzoni – compongono la proposta della prima giornata del Salone. Interverranno, oltre agli autori, rispettivamente il giornalista Francesco Cardella, il dott. Lorenzo Degrassi e il dott. Lorenzo Codelli.

Uscito ad agosto il saggio di Giuseppe de Vergottini

Verità da riscoprire
Il 18 settembre, a partire dalle ore 10, si parlerà del trimestrale “Nord Adriatico Magazine” (Luglio) – insieme con il direttore della rivista, Silvio Maranzana –, quindi di “Letture aerofotogrammetriche delle città italiana di Istria, Fiume e Dalmazia”, con l’architetto Elisabetta Foroni e il dott. Andrea Altin, nonché di “Storia dell’Adriatico. Un mare e la sua civiltà” (Il Mulino, 2019), con l’autore Egidio Ivetic e la prof.essa Adriana Ivanov. Nel pomeriggio (dalle 16.30 in poi), focus su “Remi di gloria, la Società nautica Pullino continua a vogare da Isola a Trieste e Muggia” di Franco Stener (Associazioni delle Comunità istriane, 2017), introdotto da Fabio Vascotto, e, a seguire, “Il tenente Ignazio Terranova” di Maria Carmela Terranova (Apollo edizioni, 2018), con la prof.ssa Adriana Ivanov e la testimonianza di Fiorella Trafficante sul maggiore Pellegrino Trafficante, ucciso mentre era in servizio al Comando Carabinieri di Zara. Un argomento attuale, alla luce dei rinvenimenti in Slovenia, nei giorni scorsi, dove sono state scoperte nuove foibe. Una verità che sta lentamente riemergendo, sugli eccidi commessi ai danni di militari e civili, avvenuti durante la Seconda guerra mondiale e nell’immediato secondo dopoguerra, da parte dei partigiani jugoslavi e dell’OZNA. Morti nei confronti dei quali si potrà compiere un gesto di doverosa pietà cristiana. I Carabinieri di Zara, con in testa Ignazio Terranova, assieme alle altre autorità civili e militari e a tantissimi cittadini inermi – tra cui le famiglie Luxardo e Ticina –, pagarono con la vita, spesso in modo allucinante, come nel caso di quanti vennero affogati nelle acque dell’Adriatico con una pietra al collo. Molti spariti nel nulla. Quanto a Terranova, poco più che trentenne, mancano notizie probanti la sua fine (sussistono due diverse versioni – la prima, relativa a una presunta fucilazione sul posto per avere innalzato l’ultimo tricolore sul Duomo di Zara; la seconda, all’esecuzione di condanna a morte eseguita qualche tempo dopo a Sebenico – peraltro non inconciliabili a priori, ma verosimilmente integrabili nell’ottica di un immediato arresto iniziale seguito da alcuni mesi in cattività)… Chiuderà la giornata (ore 19) la nuova versione del film “Red Land – Rosso Istria”, con la partecipazione del regista Maximiliano Hernando Bruno e del produttore Alessandro Centenaro (Venicefilm).

Centenario della Carta del Carnaro
Sabato 19, il percorso della Bancarella parte alle ore 11.30 con “Bandiere rosse e tricolori. Il patriottismo di sinistra nella Venezia Giulia 1945-54” di Ivan Buttignon (Luglio, 2017, introduce Lorenzo Degrassi) ed entra nel complesso Novecento con una riflessione sulla Carta del Carnaro, nel centenario della sua promulgazione, grazie al saggio di Giuseppe de Vergottini, “La costituzione secondo d’Annunzio” (Luni editrice, 2020), introdotto da Giuseppe Parlato con Alessandro Agì. La Carta del Carnaro è un singolare atto costituzionale trascurato dagli studi giuridici. Non può essere vista come un episodio interessante unicamente la realtà locale della Fiume del primo dopoguerra ma va inserita nei profondi rivolgimenti che in quel periodo segnarono la Mitteleuropa, dal Baltico ai Balcani. Il libro lascia sullo sfondo il dibattito storico sul fiumanesimo e sulle complesse vicende che hanno segnato i rapporti fra Italia e Jugoslavia e si concentra sull’originale impostazione delle scelte condivise fra De Ambris e il Vate, mettendo in risalto l’originalità della concezione dei diritti che si rivelava anticipatrice di decisioni costituenti che interverranno soltanto al termine del successivo secondo conflitto. In appendice al volume riportate integralmente la “Carta” di De Ambris e la “Carta del Carnaro” di d’Annunzio.

Alla citata tavola rotonda “1920-2020: cento difficili anni dell’Alto Adriatico” (ore 17.30) è annunciata la partecipazione di Diego Redivo, Stefano Pilotto, Raoul Pupo, Davide Rossi, Egidio Ivetic, Giuseppe Parlato, (da remoto) Giuseppe de Vergottini, Igor Pellicciari; moderatore l’avvocato Paolo Sardos Albertini. Chiudrà il cerchio la presentazione del docufilm di Mimmo Verdesca sull’attrice Alida Valli (prenderà parte alla serata anche uno dei produttori, Lucio Scarpa, di Kublai Film).

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